OSVALDO LICINI

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QUOTAZIONI INDICATIVE OSVALDO LICINI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Bozzetti e disegni medie 1.000 – 3.000 Euro
Olio su tela medie 10.000 – 60.000 Euro
Olio su tela – importanti medie -grandi oltre i 60.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI OSVALDO LICINI

Osvaldo Licini
Osvaldo Licini

Osvaldo Licini è nato il 22 marzo del 1894 e morto l’11 ottobre del 1958, è stato un pittore italiano, attivo come artista astratto. E’ nato in un paesino vicino a Fermo, nelle Marche. Poco dopo essere nato la sua famiglia, composta dal papà Vincenzo Licini e dalla mamma Amedea Corazza, si trasferisce a Parigi per lavoro. Osvaldo resta a Monte Vidon Corrado sotto la custodia del nonno paterno, Filippo. Nel 1896 nasce a Parigi la sorella Esmeralda.

Ancora giovane, Licini si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove conosce Giorgio Morandi, Mario Bacchelli, Severo Pozzati (Sepo), Giacomo Vespignani.

Nel 1913, si avventura tra gli ambienti futuristi, pur mantenendo una distanza critica dal movimento, non abbracciando totalmente l’ideologia futurista. In questo periodo febbrile, dà vita ai “Racconti di Bruto”, una collezione intrigante composta da cinque brevi narrazioni, ciascuna raccontando vicende dove il protagonista, Bruto, si identifica in modo singolare con Osvaldo. Parallelamente, Bruto si impegna nella creazione di un autoritratto, un dono significativo presentato all’intimo amico Morandi.

Primi Passi nell’Arte e Incontri Suggestivi

Il 1915 segna un capitolo cruciale della sua carriera, quando l’attenzione del pubblico si dirige verso le sue opere esposte nella mostra collettiva degli “ecessionisti” a Bologna, tenutasi negli angusti sotterranei dell’Hotel Baglioni. Questo evento sottolinea il suo ingresso nell’arena artistica, condividendo spazio espositivo con talentuosi amici di penna e pennello.

Il desiderio di perfezionarsi lo spinge a dedicarsi allo studio della scultura presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze, dopo essersi trasferito nella città toscana nel 1916.

Tra Scultura e Ferite di Guerra

In questo contesto fecondo, il destino prende una svolta inattesa nel 1916, quando decide di arruolarsi nell’esercito. Sul Podgora, teatro di uno scontro cruento, una ferita alla gamba lo colpisce, lasciando un’impronta indelebile sulla sua vita e sulla sua arte.

La sofferenza fisica diventa il punto di partenza per una nuova fase espressiva. Le sfide imposte dalla ferita, non solo sul piano fisico ma anche psicologico, si riverberano nelle sue opere successive.

Amore e Vita Familiare

Il 1916 a Firenze non è solo il luogo in cui le pietre scolpite svelano le sue abilità artistiche, ma anche il palcoscenico di un incontro straordinario. Qui, il suo cammino si intreccia con quello di Beatrice Müller, una giovane svizzera impegnata come crocerossina nella Croce Rossa Internazionale. Da questa connessione profonda e coinvolgente, nasce Paolo, il loro figlio, che aggiunge una nuova dimensione alla sua vita personale.

Questo periodo denso di eventi, tra sperimentazioni artistiche, il clamore della guerra e le gioie familiari, contribuisce a definire la tela intricata della vita di Osvaldo. Ogni pennellata, ogni cesello, e ogni passo intrapreso si fondono in un’esperienza unica, un viaggio in cui il dolore si mescola con la passione e la creatività, dando forma all’eclettismo che caratterizzerà la sua carriera artistica.

Nel 1918 intraprende un viaggio verso Parigi, ove dimora temporaneamente presso sua madre Amedea e la sorella Esmeralda, una ballerina all’Opéra. Il padre Vincenzo aveva già lasciato questo mondo.

Incontro alla Rotonda: Un Mondo di Artisti

Al Café de la Rotonde, il suo destino si intreccia con personalità straordinarie come Pablo Picasso, Jean Cocteau, Blaise Cendrars, Ortiz de Zarate e Moïse Kisling. In questo periodo, stabilisce una connessione significativa con il mercante d’arte Leopold Zborowski, che in seguito diventa un devoto collezionista delle sue opere.

A Montparnasse, s’imbatte in Amedeo Modigliani, con cui sviluppa un profondo legame. Modigliani realizza il suo ritratto, che, purtroppo, andrà distrutto in un incendio qualche anno più tardi.

Ritorno a Parigi: Esplorando le Tendenze Artistiche

Nel 1922 fa ritorno a Parigi per partecipare a una mostra collettiva dedicata al confronto tra gli artisti “pompiers” e “modernes” presso la Galleria Devambez.

Nel 1927, grazie al pittore Gian Emilio Malerba, conosce Mario Tozzi e partecipa con tre opere alla “I Mostra del Novecento italiano” promossa da Margherita Sarfatti a Milano. Espone una natura morta e due marine, contribuendo al panorama artistico italiano.

Sposa Nanny Hellström, una pittrice svedese incontrata in Francia, e i due decidono di stabilirsi a Monte Vidon Corrado. Nel frattempo, a Parigi, partecipa alla mostra “Art italien moderne” organizzata da Mario Tozzi.

Esibizioni Internazionali e Coinvolgimento Politico

Nel 1930 si fa notare a Basilea e Berna, partecipando alla mostra collettiva “Artisti della nuova Italia” presentata da Alberto Sartoris. Il suo coinvolgimento nel panorama artistico italiano si intensifica, mentre la sua arte continua a ricevere riconoscimenti internazionali.

La sua presenza alla “I Mostra del Novecento italiano” evidenzia il suo impegno per il dialogo tra le diverse correnti artistiche. Il suo legame con l’Italia rimane saldo, nonostante la sua vita trascorsa in varie parti del mondo.

In tutto questo, il suo percorso artistico è caratterizzato da una profonda riflessione sulla vita e l’arte. Le sue opere rappresentano una visione poliedrica che si evolve attraverso gli anni, abbracciando le sfide artistiche e politiche del suo tempo.

La sua vita artistica si snoda come un viaggio senza fine, un continuum di creazione e espressione. Ogni pennellata racconta storie, sfide e trionfi di un animo immerso nel tessuto mutevole dell’arte del Novecento italiano.

 

 

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