LEONARDO BISTOLFI

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LE QUOTAZIONI di Leonardo Bistolfi

Il valore dei bassi rilievi in bronzo di valore artistico e storico a tema allegorico o sacro realizzati dal rinomato artista Leonardo Bistolfi partono da minimo 600 euro e possono arrivare fino a 1.800 euro.

Le sculture in bronzo di medie dimensioni con influenze liberty sono molto apprezzate e le quotazioni variano da 2.500 euro a 6.000 euro. Per opere di maggiori dimensioni con temi simbolisti, i prezzi possono salire notevolmente, con valutazioni che vanno da 6.500 euro a 11.000 euro. In alcuni casi eccezionali, soprattutto per bassorilievi e busti in marmo di alta qualità con temi simbolisti realizzati all’inizio del Novecento, si possono raggiungere prezzi che oscillando tra 15.000 e 20.000 euro.

Leonardo Bistolfi è stato anche un talentuoso pittore. Le sue opere pittoriche, sebbene meno frequenti sul mercato, hanno un loro valore. I paesaggi dipinti ad olio su tavoletta o su cartone vanno approssimativamente da 400 a 1.200 euro, a seconda delle dimensioni.

Tuttavia, è importante notare che le quotazioni fornite sono indicative. Il valore effettivo di ciascuna opera può variare notevolmente in base a fattori come l’epoca di creazione, le dimensioni, il soggetto e il materiale. Si consiglia vivamente di contattarci e di fornire una foto dell’opera d’arte di Bistolfi per ottenere una stima precisa e gratuita, personalizzata alle sue specifiche caratteristiche.”

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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE LEONARDO BISTOLFI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Bronzo influenza liberty medie 2.500 –  6.000 Euro
Bronzi temi simbolisti medie 6.500 – 11.000 Euro
Busti in marmo simbolisti medie 15.000 –  20.000 Euro
Dipinti a olio medie 400 – 1.200 Euro

 


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BIOGRAFIA DI LEONARDO BISTOLFI

Leonardo Bistolfi
Leonardo Bistolfi

Leonardo Bistolfi è nato a Casale Monferrato, il 15 marzo 1859 e deceduto a La Loggia, il 3 settembre 1933, è stato uno scultore e politico italiano, importante esponente del simbolismo italiano. Fu senatore del Regno d’Italia nella XXVI legislatura.

Un Destino Predestinato

La storia di Leonardo Bistolfi, originario di Casale Monferrato e vissuto tra il 1859 e il 1933, ci introduce in un mondo di arte e passione. Figlio di un abile intagliatore, il giovane Leonardo, sin dalla più tenera età, iniziò a dipingere sulle pareti domestiche, un’infanzia che sembrava preludere a un destino artistico già scritto, un omaggio al grande Leonardo Da Vinci, come suggerito dal suo nome.

Il Viaggio Verso la Maestria

A soli sedici anni, un’opportunità sotto forma di borsa di studio lo condusse a Milano, alla prestigiosa Accademia di Brera, tra il 1876 e il 1879. Qui, immergendosi nei corsi di scultura guidati da Giosuè Argenti, affinò le sue abilità. Successivamente, perfezionò ulteriormente le sue competenze all’Accademia Albertina di Torino, sotto la guida di Odoardo Tabacchi.

Influenze Scapigliate e Amicizie Significative

L’incontro con gli illustri artisti dell’ambiente milanese, caratterizzato dalla corrente scapigliata, plasmò la sua prima produzione. Quando, negli anni Ottanta, iniziò a esporre a Torino, l’influenza di Giuseppe Grandi e Tranquillo Cremona si faceva notare in modo evidente.

A Milano, stringendo legami con Giuseppe Pellizza da Volpedo e abbracciando il socialismo, Bistolfi trovò la sua strada artistica. Nei suoi primi anni, si dedicò principalmente a piccoli gruppi scultorei, tratti dalla vita quotidiana, narrando le fatiche degli operai e dei contadini.

Espressionismo Simbolista e La Svolta Funeraria e le opere dell’Anima e della Morte

Avviando il suo studio nel quartiere Vanchiglia a Torino, Bistolfi scolpì opere profondamente naturaliste, ma già intrise di un profondo simbolismo che preannunciava la sua futura poetica. In questo periodo, si dedicò anche alla pittura di paesaggi, trarre ispirazione soprattutto dal verismo lirico di Antonio Fontanesi (1881-1882).

A partire dalla fine degli anni Ottanta, il suo nome divenne leggendario come l'”scultore dell’anima e della morte”. Questa fama fu soprattutto dovuta alle sue straordinarie opere funerarie, che comprendevano bassorilievi e maestosi gruppi monumentali, nei quali Bistolfi esprimeva appieno la sua visione simbolista. Questo periodo lo consacrò come uno dei principali scultori dell’arte liberty di fine secolo, segnando una decisa rottura con il realismo dei suoi primi anni.

Un Tratto Decadente e L’Allegoria della Morte

Il suo stile decadente emerse chiaramente dalla ricerca ossessiva della bellezza nelle forme sinuose e nell’uso dell’allegoria della morte. Le sue opere funerarie trasudavano un’intensa passione poetica, mentre i suoi busti, ai quali si dedicò a partire dai primi anni del Novecento, incarnavano un’arte raffinata, giocando con effetti di luce in una sorta di tensione mistica senza precedenti.

Mentre lavorava su importanti commissioni private, Leonardo Bistolfi esponeva le sue opere a Torino, alla Biennale di Venezia, alla Festa dell’Arte e dei Fiori di Firenze del 1896 e alla mostra della Secessione romana del 1913. La sua morte, avvenuta a La Loggia, nei pressi di Torino, nel 1933, giunse quando era ancora in piena attività espositiva, ma il suo lascito artistico perdura come testimonianza del suo genio senza tempo.

Leonardo Bistolfi: Un Viaggio nei Confini del Realismo

Leonardo Bistolfi, pioniere dell’arte italiana del tardo Ottocento, inaugurò la sua carriera immerso nei dettami del verismo, un movimento artistico che aveva radici ben profonde nella metà del XIX secolo. Nonostante ciò, la sua opera artistica era già intrisa di profonda spiritualità e di un’attenta contemplazione della luce, anticipando sviluppi futuri che lo avrebbero distinto.

L’Emergere di un Talento Straordinario

La sua genialità artistica non sfuggì all’occhio esperto di Tabacchi all’Albertina, il quale, ancor giovane, lo spinse ad aprire il proprio studio. Un fervente sostenitore del socialismo, Bistolfi iniziò a dedicare le prime opere all’importante tema del lavoro. Questa dedizione culminò con la presentazione del suo gruppo scultoreo “Arduo lavoro” a Torino nel 1881.

Ispirandosi alla letteratura positivista di Émile Zola, nel 1884, a Torino, presentò “Le lavandaie”, insieme a “Due figure” e “Pei campi”. Nel 1885, la sua opera “Boaro” fu rivelatrice, e nel 1887, “Mater doloris” incantò il pubblico. In quest’ultima creazione, sebbene ancorata saldamente al verismo, spuntarono espressioni chiaramente influenzate dalla scultura scapigliata, specialmente nell’uso suggestivo della luce.

Leonardo Bistolfi: Il Passaggio al Simbolismo

Sin dal 1881, Bistolfi si dedicò alla realizzazione del monumento funerario della famiglia Braida, intitolato “L’angelo della morte”. Anche se l’influenza del verismo era ancora palese negli anni Ottanta, i suoi lavori funerari contenevano nuovi dettagli, tutti intrisi di simbolismo legato alla morte e al dolore che essa porta.

Il 1889 vide la creazione del monumento funerario per la famiglia Pansa, “La Sfinge”, custodito nel cimitero di Cuneo. Quest’opera segnò in maniera definitiva la transizione da verismo a simbolismo. Nei bassorilievi e nei gruppi successivi, emerse una profonda angoscia dai drappeggi tormentati e dai volti carichi di tormento. La linea decorativa che si snodava da un corpo all’altro evocava il simbolismo nordico di Jan Toorop.

Monumenti Funerari: Un’Espressione dell’Allegoria della Morte

Nel 1895, alla I Biennale veneziana, Bistolfi presentò “La Bellezza della Morte”, un’opera che segnò il distacco definitivo da qualsiasi riferimento realista. “Il Dolore confortato dalle Memorie”, un monumento funerario realizzato per la famiglia Durio, emerse come una creazione che incarna il decadentismo distintivo di Bistolfi. Il dolore, in primo piano, avvolto in un mantello oscuro, fu circondato da una sorta di processione di donne, personificazioni delle memorie del defunto. Come in un fregio schiacciato, le memorie della vita, mosse da una linea sinuosa e spezzata, confortarono il dolore causato dalla morte.

Nel 1896, Bistolfi realizzò il meraviglioso bassorilievo “Le spose della morte” per la cappella funeraria Vochieria Frascarolo Nomellina. Quest’opera incarnò appieno la capacità di Bistolfi di astrarsi dalla realtà e trasportare gli osservatori in una dimensione diversa, in cui i corpi assunsero una forma spirituale e magica.

L’Apice del Simbolismo

Alla Biennale del 1898, Bistolfi presentò un “Cristo” in una posa particolarissima, come se stesse emergendo dal Sepolcro. Alla Biennale del 1901, “Sogno” catturò l’attenzione, e nel 1905, ben ventuno opere furono raggruppate in una rassegna personale.

Tra queste, spiccavano modelli funerari come “La fiamma – targa crematoria”, con figure sinuose e sfuggenti, ma contemporaneamente suggestive di Michelangelo. Altri capolavori includevano “Il funerale”, “Targa funeraria per un giovane poeta”, “L’olocausto”, “La croce” e “Resurrezione”.

D’Annunzio rimase talmente colpito da queste opere che dedicò un sonetto a Leonardo Bistolfi in segno di profondo riconoscimento e ammirazione. Alla Mostra della Secessione romana del 1913, Bistolfi inviò “Il letto di rose”, e alla Biennale dell’anno successivo, “La Morte e la Vita”.

Alcune opere:

  • Angelo della Morte, (1882);
  • La Croce, (1885);
  • Monumento a Segantini, (1906);
  • “Il Sacrificio, (1908), gruppo marmoreo del Vittoriano in Roma.

Altri titoli:

  • La Resurrezione,
  • La Sfinge
  • Il Sogno
  • L’Olocausto
  • La morte e una forma della vita
  • Il dolore confortato dalle memorie
  • Dalla morte esce la primavera
  • I nostri morti vivono in noi
  • La bellezza della morte

Molti busti, targhe, medaglie. Singolare la statua di Cesare Lombroso, in una piazza di Verona. Nel 1906 realizza un monumento al pittore Giovanni Segantini La bellezza liberata dalla materia, noto anche come L’alpe, conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Per il Monumento di Vittorio Emanuele II a Roma, Bistolfi ha prodotto il gruppo di marmo Il sacrificio. Fu nominato Senatore del Regno nel ’23 e nel ’28 Bistolfi realizzò il Monumento ai Caduti per Casale Monferrato.

Leonardo Bistolfi morì a La Loggia, in provincia di Torino, il 2 settembre 1933. Fu sepolto nel cimitero di Casale Monferrato. La sua opera è esposta a La Loggia, al Musée d’Orsay di Parigi, al Museo Nazionale dell’arte occidentale di Tokyo e alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. La più grande collezione, tuttavia, è presso la Gipsoteca “Leonardo Bistolfi” a Casale Monferrato, dove oltre 170 delle sue opere sono esposte in cinque sale.

Questi includono disegni e schizzi, nonché opere e bozzetti in terracotta, plastilina e gesso e alcune sculture in marmo e bronzo. La scultura di Bistolfi si trova anche nel Cimitero monumentale di Staglieno di Genova, città in cui la sua influenza è stata vista nel lavoro di alcuni scultori, in particolare di quelli specializzati nell’arte funeraria.

 

Leonardo Bistolfi ai caduti Casale Monferrato
Leonardo Bistolfi – Ai caduti Casale Monferrato

 

Leonardo Bistolfi - Allegoria bassorilievo in bronzo
Leonardo Bistolfi – Allegoria bassorilievo in bronzo

 

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