GIUSEPPE CASCIARO

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BIOGRAFIA DI GIUSEPPE CASCIARO

Giuseppe Casciaro
Giuseppe Casciaro

Proveniente dal cuore di Ortelle, nel suggestivo scenario di Lecce, vide la luce il 9 marzo 1863. I suoi genitori, Giovanni e Salvatora Mauro, tracciarono i primi passi della sua esistenza, donandogli un’infanzia improntata all’amore e alla curiosità.

La sua vita subì un brusco cambiamento all’età di dodici anni, quando perse entrambi i genitori, trovando poi rifugio negli studi classici guidato dallo zio, un sacerdote devoto. Parallelamente, la sua inclinazione verso l’arte lo condusse alla scuola di disegno di Paolo Emilio Stasi, che lo spronò a iscriversi all’Istituto di Belle Arti di Napoli.

Tra Pastelli e Pennelli

I suoi talenti emersero con fervore durante il corso degli anni. Superato il biennio iniziale, fu accolto nel corso dei grandi frammenti di gesso, sotto la supervisione di S. Lista. Espose undici pastelli alla Promotrice “Salvator Rosa” dell’87, ottenendo gli elogi di D. Morelli e F. Palizzi, i quali lo invitarono a condividere il loro studio.

Il suo riconoscimento continuò a crescere nel corso degli anni. All’esposizione successiva, presentò dodici pastelli, gran parte dei quali dedicati al paesaggio salentino. Da quel momento in poi, partecipò a tutte le Promotrici fino al 1911.

Un Successo Internazionale

La sua fama varcò i confini nazionali, esponendo a mostre di rilievo come la Mostra nazionale di Belle Arti di Milano nel 1906. La sua partecipazione all’inaugurazione della galleria del Sempione, con cinquantadue opere, gli valse un grande successo di vendite.

Oltre ad essere presente alle esposizioni internazionali di Parigi, Bruxelles e Monaco (1905), le mostre veneziane furono un altro palcoscenico di prestigio per lui. Nella nona edizione (1910), fu protagonista accanto a F. Netti nella sala napoletana con sedici pastelli.

Onorificenze e Premi

Le onorificenze e i premi ottenuti durante la sua carriera testimoniano il successo proporzionale alla vastità della sua produzione artistica. Nonostante ciò, pur essendo grato di tale riconoscimento, rimase distante dai fermenti di rinnovamento che si manifestarono a Napoli già nel terzo decennio del Novecento.

Così, il percorso di questo illustre pittore, nato nelle terre di Ortelle, si trasformò in un viaggio artistico di successo, lasciando un’impronta indelebile nel panorama dell’arte.

I Primi Passi nell’Arte a Napoli

Al principio della sua avventura artistica, il maestro C. si trovò coinvolto in un contrasto creativo tra le correnti più vivaci dell’epoca partenopea. Si confrontò con il realismo verista di F. Palizzi, l’approccio romantico di D. Morelli e l’interessante connubio dei pittori che seguivano la tradizione paesaggistica, come G. Gigante. Attraverso le sue opere fino al ’90-’91, emergono diverse influenze che si riflettono in una varietà di soluzioni e una costante oscillazione nei risultati.

L’Evoluzione della Sua Arte

Sebbene le prime opere mostrassero un debito significativo verso Filippo Palizzi, altre tendenze artistiche emersero in lavori come “Case a Capodimonte” del 1887 (che si distingue per la sua precisione visiva) e “Una terrazza” del 1890 a Lecce, quest’ultimo interpretato in una chiave più sentimentale e psicologica. In queste opere, si può intravedere un’eventuale influenza della pittura di Toma e, possibilmente, alcuni elementi formali dei macchiaioli.

Con il passare degli anni, il suo bagaglio culturale si arricchì notevolmente. Si fece influenzare da artisti come Dalbono e De Nittis, quest’ultimo incontrato durante i suoi viaggi a Parigi tra il ’92 e il ’96. Da loro acquisì schemi compositivi impressionisti, oltre a richiami chiari alla tradizione di Pitloo e Gigante. Questa diversificazione culturale e artistica si riflette nell’intera produzione artistica successiva al ’92, evidenziata anche nella ricca collezione di opere che raccolse nel suo studio.

Il Crescere del Suo Patrimonio Artistico

La sua collezione comprendeva disegni e dipinti di Morelli, oltre a oltre trecento studi di Filippo Palizzi e opere di artisti come Toma, Gigante, Mancini, Gemito, Michetti e persino alcune visioni dell’inglese W. Turner. Nelle opere della sua maturità, come “Prima del temporale” del 1901 a Napoli e “Strada nel bosco” del 1915 a Lecce, si possono notare chiari riferimenti ai paesaggi di Giuseppe Palizzi con influenze francesi, provenienti dalla scuola di Barbizon.

L’Eclettismo dell’Artista

È interessante notare come, nelle sue opere più mature, emergano anche recuperi stilistici, come il richiamo alla grazia settecentesca in lavori come “Bosco con figura femminile” del 1908 e “Due vasi con fiori e Rose” del 1922 a Lecce.

Questo atteggiamento di apertura verso molteplici influenze culturali e stilistiche ha accompagnato il maestro C. lungo tutta la sua prolifica carriera artistica, senza mai compromettere la sua visione sostanzialmente romantica dell’arte e dell’artista.

Morì a Napoli nel 1941.

 

Giuseppe Casciaro Golfo di Sorrento
Giuseppe Casciaro – Golfo di Sorrento

 

Giuseppe Casciaro - Pagliai
Giuseppe Casciaro – Pagliai

 

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