VINCENZO GEMITO

VALUTAZIONE gratuita delle sculture di Vincenzo Gemito

Vuoi ricevere una quotazione gratuita e senza impegno, in 24 ore, delle opere di Vincenzo Gemito? Inviaci delle foto tramite il form quì sotto della scultura, della firma e le sue dimensioni.

ACQUISTIAMO e Vendiamo le sue sculture

Siamo interessati all’acquisto delle sculture di Vincenzo Gemito. Mandaci delle foto nitide dell’opera, le sue dimensioni e la firma. Garantiamo la massima riservatezza e privacy.

LE QUOTAZIONI di Vincenzo Gemito

 

Per una valutazione attuale delle opere di Vincenzo Gemito, è possibile allegare una foto compilando il form accanto, utilizzare WhatsApp inviando i dettagli al numero 348 2858142, oppure inviare una mail al seguente indirizzo: info@compro-antiquariato.it

I nostri esperti offrono la loro competenze per ottenere gratuitamente una quotazione di dipinti antichi, dell’ottocento e primi novecento. La risposta avverrà in tempi brevi e con la massima professionalità.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE VINCENZO GEMITO

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela grandi
Olio su tela medie
Olio su tela piccole
Opere grafiche

 


TelefonoCONTATTACI SENZA IMPEGNO PER UNA QUOTAZIONE GRATUITA:

TEL: 06 8412822
WHATSAPP: 348 2858142
E-MAIL: info@compro-antiquariato.it


BIOGRAFIA DI VINCENZO GEMITO

Vincenzo Gemito
Vincenzo Gemito – Scultore

Vincenzo Gemito è nato il 16 Luglio del 1852 e deceduto il 01 Marzo del 1929, è stato uno scultore italiano.

Nato a Napoli, venne abbandonato sui gradini dell’orfanotrofio. Gli fu dato il cognome Genito, letteralmente “generato“, un nome solitamente dato a tutti gli orfani, che poi divenne Gemito nei registri dell’anagrafe, da “gemere“, lo stesso dolore che più tardi contrassegnerà le sue creazioni.

Nel 1852 fu adottato da una giovane famiglia che aveva perso da poco un figlio. Dopo la morte del padre, la madre adottiva, Giuseppina, si risposa con un muratore e grazie a questo Vincenzo viene così incoraggiato a usare le mani.

Fu una persona molto intraprendente, si propose presto come apprendista dei maggiori maestri artigiani di Napoli. Così, trovò presto lavoro come apprendista nello studio del pittore e scultore Emanuele Caggiano. Ha anche lavorato nello studio di Stanislao Lista.

Incontro con Antonio Mancini:

Quindi si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Napoli dove conosce l’artista Antonio Mancini, e ha frequentato anche l’Accademia “Domenico Maggiore” per le lezioni serali.

La gente pensava che fosse “posseduto“. Gemito dipinse una Napoli vivace e febbrile con i suoi bassifondi e “scugnizzi“, catturandone tutte le forme viventi: i vicoletti, le nudità, plasmandoli nella cera, nella terracotta e nel bronzo, e dandogli un’anima e un cuore.

Gemito poteva raccogliere i veri gemiti della sua Napoli in quello spirito napoletano fatto di “miseria e nobiltà” mescolandoli  in forme nuove e classiche ma napoletane, più uniche.

Studia i modelli Classici attraverso i Bronzi di Ercolano, cercando di attingere alla loro nobiltà di forme a cui ha dato un tratto fortemente realistico: gli “scugnizzi” sono così vivaci, nervosi e naturali; nei suoi “pescatorelli” le tipiche forme ellenistiche convivono fianco a fianco con il mondo napoletano.

Vincenzo affrontò la realtà, impressionandola com’era, senza pretese, poiché Gemito voleva scoprire il vero volto di Napoli, lontano dai miti e dalla nobiltà. Era proprio lì che trovava una bellezza nascosta, affollata di donne comuni, nutrice, pescatori, bambini svestiti senza nome, come lui stesso; tutti riprodotti come erano, il modo in cui Gemito li guardava e si assicurava in forme eterne.

Il mondo era crudele secondo lui, ma l’arte salvata e salvata attraverso una bellezza autentica e onesta.

I primi consensi:

Quindi iniziò ad ottenere i suoi primi riconoscimenti: si classificò tra i primi nove posti all’Istituto d’arte Reale, mentre nel 1868 il suo Bottaio in Terracotta fu acquistato da Vittorio Emanuele II per il Palazzo di Capodimonte.

Gli fu quindi affidato il compito di creare la statua di Carlo V nella fonderia che aveva aperto a Napoli, da collocare sulla facciata del Palazzo Reale; tuttavia, Gemito odiava il marmo, non era congeniale per lui dal momento che non lo trovava molto malleabile alle sue ardenti mani. Così, preso da un attacco di pazzia, non essendo soddisfatto della sua creazione, colpì la statua con pietre.

Iniziò così una vita di passioni violente. La sua prima forte passione fu l’Arte, la seconda fu l’amore: incontrò e sposò un modella napoletana che ossessivamente e anche diabolicamente raffigurata fino al delirio.

Gli fu assegnata una stanza nel palazzo reale di Napoli: qui però iniziò ad avere visioni di fantasmi, ombre che lo inseguivano per rubare il materiale della sua arte. Questi sospetti dolorosi e irrazionali lo hanno portato alla follia e poi all’ospedale psichiatrico da dove è fuggito per rinchiudersi nella sua residenza per 18 anni per creare le sue forme. Nel frattempo, il mito dell’artista, maledetto dalla sua stessa arte, la sua ragione di vita, si espanse.

Alla fine dedicò l’ultima fase della sua produzione artistica alle arti orafe, creando oggetti d’oro e d’argento dotati di una bellezza, eleganza e raffinatezza eccezionali, e un valore spesso simbolico.

Trasferimento a Parigi:

Vincenzo Gemito si trasferì a Parigi nel 1877, qui trovò un grande amico e artista, il francese Jean-Louis-Ernest Meissonier. Fu al Salon di Parigi l’anno precedente, dove sperimentò un singolare trionfo, con la rappresentazione del suo “pescatore napoletano“, a cui aveva lavorato per alcuni anni prima.

Grazie a  quel lavoro acquisisce fama e ricchezza. Rimase a Parigi tre anni prima di tornare a Napoli dopo la morte del suo compagno quindi  si trasferì a Capri dove sposò Anna Cutolo.

Nel 1871 vinse il primo premio del Concorso di Belle Arti di Napoli, che gli conferì il diritto a una borsa di studio per studiare a Roma, grazie alla sua opera venduta da Giuseppe ai suoi fratelli e alla scultura di Bruto. Nel 1874, conosce Mathilde Duffaud, la sua che poi diventerà la sua nuova modella.

Ha realizzato numerosi busti e ritratti: Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Verdi, Guido Marsavi.

Nel 1888 Vincenzo Gemito realizza la statua in marmo che non amava molto per Imperatore Carlo V, da posizionare davanti al Palazzo Reale di Napoli. Ha sofferto di depressione e ha trascorso periodi in un ospedale psichiatrico. Successivamente ha lavorato al disegno ma è rimasto recluso, fino al 1909 quando ha ripreso a scolpire per produrre nuovamente opere magistrali.

Nel 1952 fu emesso un francobollo in Italia per celebrare i 100 anni dalla nascita di Vincenzo Gemito. Morì nella fonderia Laganà. Finendo una creazione, colpita dal calore della fusione, si ammalò all’improvviso. Era il 1 ° marzo 1929.

 

Vincenzo Gemito Il pittore Meissonier in bronzo
Il pittore Meissonier in bronzo

 

Vincenzo Gemito Modello per la statua di Carlo V in bronzo
Modello per la statua di Carlo V in bronzo

 

Vincenzo Gemito - Busto di Anna Si innamorò della modella di Domenico Morelli, a tal punto da farla sua sposa. Anna Cutolo, detta Nannina, e da quest'unione che si rivelerà ispiratrice di molte opere del Gemito
Vincenzo Gemito – Busto di Anna Si innamorò della modella di Domenico Morelli, a tal punto da farla sua sposa. Anna Cutolo, detta Nannina, e da quest’unione che si rivelerà ispiratrice di molte opere del Gemito

 

Siete interessati alla VENDITA o all’ACQUISTO delle opere di Vincenzo Gemito?

Se siete interessati a ricevere una stima gratuita o valutazione della vostra opera, oppure volete semplicemente conoscere i prezzi di mercato, contattateci e vi risponderemo rapidamente.

La nostra galleria d’arte è interessata all’acquisto e alla vendita di sculture di Vincenzo Gemito. Valutazioni, prezzi, valore, quotazioni, stime, acquisti e vendite delle opere realizzate dall’artista.

    INVIACI LE FOTO DELLA TUA OPERA RISPOSTE IN 24H GRATUITE






     

    Torna in alto