CARLO CARRÀ

Carlo Carrà è nato l’11 febbraio 1881 e morto l’13 aprile 1966, è stato un pittore italiano e una figura di spicco del movimento futurista che fiorì in Italia all’inizio del XX secolo.


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BIOGRAFIA DI CARLO CARRÀ

Carrà è nato a Quargnento, in provincia di Alessandria in Piemonte e all’età di 12 anni lasciò casa per lavorare come decoratore murale. Oltre ai suoi numerosi dipinti, ha scritto numerosi libri sull’arte e insegnato per molti anni nella città di Milano.

Nel 1899-1900, Carrà era a Parigi per decorare i padiglioni dell’Esposizione Universale, dove conobbe l’arte francese contemporanea. Trascorse alcuni mesi a Londra a contatto con anarchici italiani in esilio, e tornò a Milano nel 1901. Nel 1906, si iscrisse all’Accademia di Brera in città, e studiò sotto Cesare Tallone. Nel 1910 firmò, insieme a Umberto Boccioni, Luigi Russolo e Giacomo Balla il Manifesto dei pittori futuristi, e iniziò una fase di pittura che divenne la sua più popolare e influente.
La fase futurista di Carrà si concluse nel periodo iniziale della prima guerra mondiale.

Il suo lavoro, pur usando alcuni concetti futuristi, ha iniziato a trattare più chiaramente con la forma e la quiete, piuttosto che il movimento e il sentimento. Ispirato alla pittura del Trecento, all’arte dei bambini e all’opera di Henri Rousseau, Carrà iniziò presto a creare nature morte con uno stile semplificato che enfatizzava la realtà degli oggetti ordinari.

Nel 1917 conobbe Giorgio de Chirico a Ferrara, dove lavorò con lui per diverse settimane. Influenzato da de Chirico, Carrà ha iniziato a includere le immagini dei manichini nei suoi dipinti. I due artisti erano gli innovatori di uno stile che chiamavano “pittura metafisica”.

Nel 1919, la fase metafisica stava cedendo il passo a un arcaicismo ispirato alle opere di Giotto, che ammirava come “l’artista le cui forme sono più vicine al nostro modo di concepire la costruzione di corpi nello spazio. I dipinti di Carlo Carrà dal 1919 esemplifica la nuova direzione del suo lavoro. Durante gli anni ’20 e ’30, si concentrò principalmente sulla pittura di paesaggi e sviluppò uno stile più atmosferico. Un esempio di questo periodo è il suo 1928 Morning by the Sea.

È conosciuto soprattutto per il suo lavoro futurista del 1911, Il funerale dell’anarchico Galli. Era davvero un anarchico da giovane ma, insieme a molti altri futuristi, in seguito ebbe posizioni politiche più reazionarie, diventando ultra-nazionalista e irredentista prima e durante la guerra. Sostenne il fascismo dopo il 1918.

Negli anni ’30, Carlo Carrà firmò un manifesto in cui chiedeva il sostegno dell’ideologia di stato attraverso l’arte. Il gruppo di Strapaese a cui si unì, fondato da Giorgio Morandi, fu fortemente influenzato dal fascismo e rispose alle linee guida neoclassiche che erano state poste dal regime dopo il 1937.

Carrà morì a Milano nel 1966.

 

 

Il funerali dell’anarchico Galli

Il funerale dell’anarchico Galli è un dipinto del pittore italiano Carlo Carrà. Fu terminato nel 1911, durante la fase futurista dell’artista. Attualmente risiede nel Museum of Modern Art di New York.

L’oggetto del lavoro è il funerale dell’anarchico italiano Angelo Galli, ucciso dalla polizia durante uno sciopero generale nel 1904. Lo Stato italiano temeva che il funerale sarebbe diventato di fatto una dimostrazione politica e avrebbe rifiutato l’ingresso degli anarchici in lutto nel cimitero stesso. Quando gli anarchici hanno resistito, la polizia ha risposto con forza e ne è seguita una violenta colluttazione.

Era presente Carlo Carrà. Il suo lavoro incarna la tensione e il caos della scena: il movimento dei corpi, lo scontro tra anarchici e polizia, le bandiere nere che volano in aria. Riflette in un successivo libro di memorie:

Vidi dinanzi a me la bara, coperta di garofani rossi, che ondeggia pericolosamente sulle spalle del portatore. Vidi i cavalli diventare irrequieti, e le mazze e le lance si scontrarono, tanto che mi sembrò che da un momento all’altro il cadavere sarebbe caduto a terra e calpestato dai cavalli.

 

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