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Vittore Grubicy de Dragon mattina

VITTORE GRUBICY DE DRAGON

Posted on 6 Febbraio 20189 Febbraio 2019 by administrator

Vittore Grubicy de Dragon (15 ottobre 1851 – 4 agosto 1920) fu un pittore italiano, critico d’arte e proprietario di una galleria d’arte che fu in gran parte responsabile dell’introduzione nella pittura italiana delle teorie ottiche del Divisionismo.


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BIOGRAFIA DI VITTORE GRUBICY DE DRAGON

Vittore Grubicy De Dragon
Vittore Grubicy De Dragon

Figlio di un nobile ungherese e di una gentildonna lodigiana, comincia già da piccolo a frequentare gli ambienti artistici di Milano e a viaggiare in Europa. I suoi scritti e dipinti influenzarono una generazione di pittori italiani della fine del XIX secolo. Inoltre, la Grubicy Gallery è diventata una delle prime imprese artistiche ad essere gestita sul concetto di esibire artisti viventi che erano rappresentati come clienti della galleria.

Grubicy è cresciuto in una famiglia agiata a Milano. Entrambi i suoi genitori erano grandi amanti dell’arte e fin dalla tenera età fu introdotto nei circoli artistici di Milano e in altre città europee.

Dopo che suo padre morì nel 1870, Grubicy fu coinvolto in un gruppo bohémien di artisti, poeti e scrittori milanesi noti come Scapigliatura, che cercarono di offuscare le differenze tra arte e vita. Era così preso da questo nuovo stile di vita che convinse suo fratello Alberto a unirsi a lui nell’acquisto di una galleria d’arte, che divenne nota come la Galleria Fratelli Grubicy. Suo fratello gestiva gli aspetti finanziari della galleria mentre Vittore viaggiava in tutta Europa alla ricerca delle ultime tendenze artistiche. La loro galleria inizialmente si specializzò in artisti della Scapigliatura come Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, ma nel giro di pochi anni iniziò a presentare nuovi artisti italiani tra cui Giovanni Segantini, Emilio Longoni e Angelo Morbelli ma anche giovani talenti come Emilio Longoni e altri ancora.

Tra il 1882 e il 1885 Grubicy trascorse la maggior parte del suo tempo in Olanda, dove divenne amico di artisti della Scuola dell’Aia, in particolare di Anton Mauve. Mauve ha fortemente influenzato Grubicy come artista e nel suo approccio critico all’arte. Quando è tornato in Italia, Grubicy ha incoraggiato gli artisti che ha rappresentato per emulare gli stili del cugino di Mauve e Mauve, Vincent van Gogh. Il pittore Emilio Longoni ha scritto: “Vittore Grubicy ha portato il divisionismo dall’estero, facendo fare a se stessi Segantini, Morbelli e me.” La passione di Grubicy per il divisionismo è stata così forte che ha convinto Segantini a rielaborare un dipinto già finito, Ave Maria di il lago, in una tecnica divisionista.

Nel 1886 Grubicy divenne critico d’arte per il quotidiano “La Riforma”, dove per i successivi quattro anni usò la sua posizione per promuovere ulteriormente le sue opinioni artistiche. In quella pubblicazione e in Cronaca d’Arte, la più importante rassegna d’arte italiana dell’epoca, Grubicy ha scritto estensivamente su “la percezione della luce come lo strumento più capace di tradurre su tela emozioni soggettive …”
Nel 1889 Vittore lasciò l’attività della galleria per i conflitti con il fratello, e iniziò a dedicare la maggior parte del suo tempo alla propria pittura e alla scrittura di altri artisti.

Ha continuato a fungere da talent scout indipendente e nel 1891 ha contribuito a organizzare la prima grande mostra di pittura divisionista italiana alla Brera Tiennale di Milano. I critici conservatori d’arte hanno scritto recensioni feroci di molte delle opere, ma Grubicy ha scritto recensioni molto positive su diversi giornali. Uno dei dipinti più importanti mostrati in quella mostra era la Maternità di Gaetano Previati. Nello scrivere di questo lavoro Grubicy ha introdotto il concetto di simbolismo nella pittura italiana quando ha salutato il pezzo come incarnando una nuova estetica che ha definito “mistico-ideista”.

Grubicy ha anche influenzato i suoi colleghi artisti attraverso le sue composizioni di molteplici dipinti disposti come trittici e polittici. Nei primi anni del 1890 iniziò a progettare un polittico di sedici pannelli con il titolo di Winter in Miazzina. Il lavoro prese forma in una sequenza intercambiabile di dipinti che rifletteva le sue esperienze emotive nei lunghi inverni di Miazzina sulle rive del Lago Maggiore. Ogni tela è stata sottoposta a continue revisioni da parte di Grubicy per molti anni, a seconda del suo umore e dei suoi interessi. Alla fine, nel 1911, il polittico assunse la sua forma definitiva in un arrangiamento di soli otto dipinti che chiamò Inverno in montagna.

Nonostante tutto il suo lavoro per crearlo, non l’ha esibito durante la sua vita. Fu presentato per la prima volta insieme alla Biennale di Roma nel 1921, l’anno dopo la sua morte. In seguito l’assemblaggio non rimase come un polittico e i singoli dipinti furono venduti a diversi collezionisti e musei. Grubicy ha scattato una fotografia del polittico come voleva che fosse visto, e sulla base di quell’immagine l’opera è stata ricomposta per diverse mostre dalla sua morte, l’ultima volta al Kunsthaus di Zurigo nel 2009.

La sua salute peggiorò dopo il 1910 e durante l’ultimo decennio della sua vita dovette rinunciare completamente alla pittura. Rimase un attivo promotore di nuovi artisti durante questo periodo, in particolare Carlo Carrà, Pietro Angelini e Arturo Tosi.

Grubicy morì nella sua casa di Milano nel 1920.

 

Vittore Grubicy de Dragon mattina
Vittore Grubicy de Dragon – Mattina

 

Vittore Grubicy - Neve 1897
Vittore Grubicy – Neve 1897

 

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