VINCENZO IROLLI

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LE QUOTAZIONI di Vincenzo Irolli

I pregiati oli di dimensioni ridotte di Vincenzo Irolli sono valutati tra i 1.000 euro e i 5.500 euro. Le opere più complesse e dettagliate, come i ritratti femminili e le scene quotidiane di dimensioni medie e ampie, variano da 7.500 euro a 25.000 euro. I capolavori più straordinari del suo primo periodo, finemente realizzati, possono superare anche i 60.000 euro, i bozzetti e studi possono valere tra i 500,00 e i 1.000,00 Euro.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Vincenzo Irolli.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

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Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE VINCENZO IROLLI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela piccoli 1.000 – 5.500 Euro
Ritratti femminili medie 7.500 – 25.000 Euro
Primo periodo medie -grandi oltre i 60.000 Euro
Bozzetti e studi piccoli 500 – 1.000 Euro

 


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BIOGRAFIA VINCENZO IROLLI

Vincenzo Irolli Voluttà

L’inizio dell’Avventura Artistica di Vincenzo Irolli

Napoli, terra di arte e passione, vide nascere nel 1860 un giovane promettente: Vincenzo Irolli. La sua inclinazione verso l’espressione artistica si fece chiara sin dai primi anni, tanto che presto si immatricolò all’Istituto di Belle Arti di Napoli, desideroso di catturare l’essenza cromatica della vita che lo circondava.

Gioacchino Toma ed Federico Maldarelli furono i suoi mentori in questa fervente ricerca di espressione, guidandolo attraverso le varie sfumature della pittura. La sua tavolozza si rivelò subito ricca e vibrante, abbracciando una gamma cromatica audace ed emozionante.

Esplorazioni e Esposizioni

La sua dedizione all’arte decorativa lo condusse, a partire dal 1883, a prendere parte a molteplici esposizioni, sia a livello nazionale che internazionale. In questo frangente, creò legami con illustri pittori coinvolti nella decorazione della Birreria, successivamente Caffè, Gambrinus di Napoli, diventando parte integrante della fervente scuola napoletana.

Luca Postiglione, Vincenzo Caprile, Vincenzo Volpe, Gaetano Esposito e Vincenzo Migliaro furono alcuni dei protagonisti di questo movimento artistico che si animava dagli anni Ottanta fino ai primi decenni del Novecento.

Tra Acclamazioni e Critiche

Il 1890 segnò un punto di svolta nella carriera di Vincenzo Irolli, divenendo membro del Circolo Artistico di Napoli e ottenendo notevole successo soprattutto all’estero, mentre in patria il riconoscimento tardò ad arrivare. Parigi lo celebrò come un pittore seducente e straordinariamente abile, mentre in Italia, soprattutto a Napoli, venne etichettato come un artista alla moda.

Nei primi anni del Novecento, durante il suo periodo fiorente a Parigi, trovò porte chiuse alla Biennale di Venezia e subì pesanti critiche da Ardengo Soffici nel 1929. Tuttavia, nonostante le critiche, partecipò con successo alla Biennale di Venezia nel 1922.

Riconoscimento e Successo Nazionale

Fu solo nel 1933, durante una mostra personale a Bari, che finalmente la critica nazionale riconobbe il suo valore, portando alla vendita di quasi tutti i dipinti esposti. Il successo internazionale continuò a riverberare fino agli ultimi giorni di vita di Irolli, quando ancora espose le sue opere in America e in tutta Europa, chiudendo il cerchio a Napoli nel 1949.

I Richiami Artistici

Fin dai suoi anni accademici, Irolli fu affascinato dalle opere esposte da Francesco Paolo Michetti nell’Esposizione Nazionale di Napoli del 1877. La luminosità della “processione del Corpus Domini a Chieti”, definita una “festa per gli occhi” da Francesco Netti, colpì Irolli per i suoi toni chiari e per l’audace sfida della prospettiva, abbracciando una modernità bidimensionale.

Questi elementi, ereditati dal contatto con Mariano Fortuny nel 1874, divennero parte integrante del suo stile. La sua prima esposizione nel 1878 con il “Ritratto del pittore Raffaele Izzo” ricevette l’approvazione di Domenico Morelli per l’uso vivace di colori e luci. Nel 1879, partecipò alla Promotrice di Napoli con il dipinto “Felice rimembranza”, consolidando il suo percorso artistico.

Una Nuova Alba

Era il 1880 quando il talento di Vincenzo Irolli cominciò a dipanarsi in una serie di straordinarie creazioni che incantavano i suoi contemporanei. Non era solo il suo pittore preferito per i ritratti, ma stava plasmando un nuovo paradigma artistico. La sua tavolozza brillava di sfumature vivaci e la sua pennellata vibrava con una vitalità unica, rendendo ogni opera un’esperienza caleidoscopica.

Partecipò costantemente alle mostre della Promotrice napoletana, presentando capolavori come “Primavera” nel 1891, “Mezza figura” nel 1892 e il “Ritratto del signor Laezza” nel 1906. L’arte che rappresentava diventò un’esperienza irresistibilmente accattivante, caratterizzata da un uso audace delle tonalità chiare e di una pennellata che trasudava energia. Si trovò al centro di quell’arte partenopea che si era evoluta grazie al passaggio di Fortuny a Napoli, condividendo la scena con figure come Eduardo Dalbono.

L’Ascesa Internazionale

Dal 1883 in poi, Vincenzo Irolli prese parte a numerose esposizioni nazionali e internazionali, portando i suoi lavori a Roma con “Capriccio”, a Torino con “Amore e dovere” e “La Maddalena moderna”, a Venezia con “Dal vero”, “Chiaroscuro” e “Studio”. Le sue opere attraversarono le frontiere, esponendo a Monaco, Berlino e Parigi. Fu invitato al Salon nel 1907 a Parigi e due anni dopo al Salon d’Automne. Fu durante quest’ultima esposizione che presentò l’opera “Spannocchiatrici”, acquistata dal Comune per il Museo Municipale degli Champs Elisées.

Nel 1909, prese parte anche al Salon per la Société des Beaux Arts, mostrando “Donna con polli” e “Tenerezza”. Questi momenti significativi sottolineavano la fama internazionale che l’artista aveva guadagnato. Tuttavia, in Italia, il riconoscimento non era all’altezza della sua statura internazionale.

Fu elogiato in un articolo su “Le Figaro” nel 1908, celebrato come un artista “séduisant”, completamente ammirato dalla critica francese.

Il Mondo Sacro e Profano

Nel 1922, Vincenzo Irolli finalmente ottenne l’opportunità di partecipare alla Biennale di Venezia, presentando una serie di tele. Nel 1936, fece parte di una Mostra d’Arte Sacra nella Sala napoletana della Minerva del convento domenicano, esibendo dieci opere tra cui “La lavanda dei piedi”, “La Deposizione”, “La comunione”, “La guarigione del cieco nato” e “Il chierichetto in preghiera”.

Accanto alle tematiche religiose, l’artista dipinse scene di vita quotidiana, ritraendo bambini e donne in pose giocose o eleganti. Un esempio di questa produzione è il “Ritratto della Signora Emilia Laide Tedesco”, attualmente in una collezione privata.

Le immagini della vita quotidiana trasudavano leggerezza, ma Vincenzo Irolli riusciva a trasmettere anche momenti di profondo raccoglimento, come nella sua opera “La preghiera”. Alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, le sue opere furono finalmente apprezzate anche dai critici italiani.

Nuovi Orizzonti Creativi

Opere come “Sogno primaverile”, presentata a Milano nel 1897, “Resurrecturus”, esposta nella Mostra italiana a Londra nel 1904, e “Culla vuota” a Roma nel 1908, insieme a “Sulla casa” e “In cucina”, presentate all’Esposizione Internazionale di Barcellona del 1911, gli permisero di ottenere l’onorificenza in bronzo. Questa costante espansione dei suoi orizzonti artistici evidenziava la sua continua evoluzione e la sua capacità di affascinare il mondo con la sua arte in continua metamorfosi.

 

Vincenzo Irolli Alla finestra
Vincenzo Irolli – Alla finestra

 

Vincenzo Irolli l'angelo musicante
Vincenzo Irolli – l’angelo musicante

 

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