VINCENZO CAPRILE è nato a Napoli il 24 giugno del 1856 da Luigi e da Antonietta Fiscone.
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BIOGRAFIA DI VINCENZO CAPRILE

Si formò nell’istituto di belle arti della sua città natale nel 1874, prima nella scuola di G. Smargiassi e di A. Carrillo, poi in quella di Domenico Morelli. Il suo stile pittorico pittorico esalta l’immediatezza e la sintesi formale dei pittori della cosiddetta “Repubblica di Portici“, ai quali l’avvicinò l’amicizia con Rossano e Campriani, che erano attivi componenti del gruppo innovatore rivolto a cogliere l’essenza della natura e a renderla superando il particolarismo veristico del Palizzi.
Si affermò nel 1880 a Torino, alla IV Esposizione nazionale di Belle Arti, con Ladote di Rita, tela caratterizzata da un gusto narrativo affine a quello del veneziano Favretto e del primo Michetti delle contadine e dei pastori di Abruzzo.
Diventa “professore” onorario dell’istituto di belle arti di Napoli, si recò a Buenos Aires dove si specializza sul ritratto, ottenendo i più ampi consensi e la nomina a membro della Società di Belle Arti. Iniziò a presentare le sue opere nelle più importanti mostre, dall’Esposizione universale di Parigi a quella di Berlino, dalle altre di Vienna e di Anversa a quelle di Pietroburgo, di Saint-Louis, di Bruxelles, di San Francisco, fino alle biennali veneziane del primo dopoguerra.
Dipinge vedute della terra campana e dell’isola di Capri, come la luminosa Apparizione, che ebbe un notevole successo alla mostra di Venezia del 1905, Vecchio carrubo, Il sole d’ottobre alle falde del Vesuvio, Marina di Capri, La strage degli innocenti, appartengono anche talune tele conservate in musei e gallerie pubbliche, quali “L’acqua zurfegna a S. Lucia” e “Scene in Napoli” della Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, “Masseria” e “Sulla spigggia” del Museo di Capodimonte a Napoli.
La qualità si alzo quando, ormai non più giovane, VINCENZO CAPRILE tornò al genere narrativo iniziale. Allora, al termine di una lunga, feconda e fortunata attività, purtroppo non aperta ad esperienze esterne, egli ritrovò, nel pieno di un intenso equilibrio interiore, la misura che avevano caratterizzato le realizzazioni giovanili.
Vincenzo Caprile morìa Napoli il 23 giugno del 1936.

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