Verismo

Il Verismo (che significa “realismo”, dall’italiano vero, che significa “vero”) si riferisce a uno stile pittorico italiano del XIX secolo. Questo stile fu praticato in modo più caratteristico dal gruppo di pittori “Macchiaioli”, che furono i precursori degli impressionisti francesi.

Il realismo è la rappresentazione precisa, dettagliata e accurata nell’arte dell’apparenza visiva di scene e oggetti, cioè è disegnata con precisione fotografica. Il realismo in questo senso è anche chiamato naturalismo, mimesi o illusionismo. L’arte realistica è stata creata in molti periodi, ed è in gran parte una questione di tecnica e formazione, e di evitare la stilizzazione. Diventa particolarmente marcato nella pittura europea nella prima pittura olandese di Robert Campin, Jan van Eyck e altri artisti nel XV secolo.

Tuttavia, tale “verismo” viene spesso utilizzato per rappresentare, ad esempio, angeli con le ali, che non erano cose che gli artisti avevano mai visto nella vita reale. Allo stesso modo, i pittori di movimenti artistici del Realismo del XIX secolo come Gustave Courbet non sono particolarmente noti per la rappresentazione precisa e attenta delle apparenze visive; ai tempi di Courbet che era più spesso una caratteristica della pittura accademica, che molto spesso rappresentava con grande abilità e cura scene che erano inventate e artificiali, o immaginava scene storiche.

Antonio Rotta Un caso senza speranza del 1871
Antonio Rotta – Un caso senza speranza del 1871

È la scelta e il trattamento della materia che definisce il realismo come un movimento nella pittura, piuttosto che un’attenta attenzione alle apparenze visive. Altri termini come naturalismo, naturalistico e “veristico” non sfuggono alla stessa ambiguità, sebbene la distinzione tra “realistico” e “realista” sia spesso utile, così come il termine “illusionistico” per l’accuratezza rendering di aspetti visivi.

Una tendenza ricorrente nell’arte cristiana era il “verismo” che enfatizzava l’umanità delle figure religiose, soprattutto Cristo e le sue sofferenze fisiche nella sua Passione. Seguendo le tendenze della letteratura devozionale, questo si sviluppò nel tardo medioevo, dove alcune sculture in legno dipinte in particolare si allontanarono nel grottesco nel rappresentare Cristo coperto di ferite e sangue, con l’intenzione di stimolare lo spettatore a meditare sulla sofferenza che Cristo ha subito per suo conto. Questi sono stati trovati soprattutto in Germania e in Europa centrale. Dopo essersi attenuato nel Rinascimento, opere simili sono riapparse nel Barocco, specialmente nella scultura spagnola.

I teorici del Rinascimento aprirono un dibattito, che doveva durare diversi secoli, per quanto riguarda il corretto equilibrio tra il disegno dell’arte dall’osservazione della natura e dalle forme idealizzate, in genere quelle che si trovano nei modelli classici, o il lavoro di altri artisti in generale. Tutti ammettevano l’importanza del naturale, ma molti credevano che dovesse essere idealizzato a vari livelli per includere solo il bello.

Leonardo da Vinci fu uno che sostenne il puro studio della natura e desiderava rappresentare l’intera gamma di singole varietà di forme nella figura umana e altre cose. Leon Battista Alberti fu uno dei primi idealizzatori, sottolineando il tipico, con altri come Michelangelo che sosteneva la selezione dei più belli – per questo motivo si rifiutò di fare ritratti.
Nel diciassettesimo secolo il dibattito continuò, in Italia solitamente centrato sul contrasto tra il relativo “idealismo classico” dei Carracci e lo stile “naturalista” dei Caravaggisti, o seguaci di Caravaggio, che dipingevano scene religiose come se fossero ambientate nel strade secondarie delle città italiane contemporanee, e usato “naturalista” come auto-descrizione. Bellori, scrivendo alcuni decenni dopo la morte prematura di Caravaggio, e nessun sostenitore del suo stile, fa riferimento a “Coloro che gloria in nome dei naturalisti” (naturalisti).

I contenuti sono paesaggi o interni con figure: di questo periodo sono “Stagno d’acqua limpida” di Filippo Palizzi, “Paesaggio” di Giuseppe De Nittis, Zia Erminia di Adriano Cecioni. Spesso, con Luigi Nono o Giacomo Favretto, ci si limitò a una pittura di genere, anche se per rendere lo spettatore partecipe dei suoi contenuti.

 

Jean Baptiste Camille Corot - Giovane ragazza che legge - verismo
Jean Baptiste Camille Corot – Giovane ragazza che legge – verismo

TelefonoCONTATTACI SENZA IMPEGNO PER UNA QUOTAZIONE GRATUITA:

TEL: 06 8412822
WHATSAPP: 348 2858142
E-MAIL: info@compro-antiquariato.it


Torna in alto