RENATO NATALI

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LE QUOTAZIONI di Renato Natali

Le quotazioni delle numerose opere del pittore Renato Natali vanno in media dai 1.200 euro ai 2.200 euro per le opere prima del 1940. I dipinti più importanti arrivano fino a 12.000 euro. I rari dipinti di influenza parigina potrebbero raggiungere i 20.000 euro.

I suoi quadri raffigurano scene notturne, nature morte, marine, paesaggi. Il mercato di interesse è toscano e livornese.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Renato Natali.

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Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE RENATO NATALI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – opere prima del 1940 medie 1.200 – 2.200 Euro
Olio su tela – dipinti più importanti medie fino a 12.000 Euro
Olio su tela – rari con influenza parigina medie fino a 20.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI RENATO NATALI

Renato Natali, nato a Livorno nel 1883 e scomparso nel 1979, vede la luce in una famiglia dedita all’arte del mestiere. All’inizio, il suo interesse si rivolge alla scultura, ma dopo un breve periodo trascorso presso la Scuola di Arti e Mestieri di Livorno, il suo cammino si indirizza verso la pittura. Tuttavia, il giovane è presto insoddisfatto delle rigide regole accademiche a causa del suo spirito indolente e ribelle, così decide di abbandonare presto quel percorso.

Decide quindi di intraprendere un percorso di formazione autodidatta, facendo il suo debutto nell’ambito artistico all’Esposizione di Firenze nel 1903. In quell’occasione, viene onorato con la medaglia d’argento dal Ministero della Pubblica Istruzione, segno tangibile del suo talento e della sua dedizione. Da quel momento, Renato Natali si rivela come un interprete unico della pittura, caratterizzata da tonalità vivaci e una sorta di espressionismo.

Egli si fa cantore della vita, soprattutto notturna, della sua amata Livorno, in un intreccio di strade, fontane e lampioni che illuminano le serate oscure e solitarie. Nel 1905, prende parte alla Biennale di Venezia, dando così inizio a un lungo legame con quell’importante manifestazione artistica. Il suo talento viene riconosciuto e apprezzato, tanto che partecipa a ulteriori sei edizioni fino al 1930, consolidando la sua posizione come uno degli artisti più rilevanti del panorama italiano.

IL VIAGGIO A PARIGI E GLI INCONTRI AL CAFFE’ BARDI:

A partire dal 1908, Renato Natali si avvicina al Caffè Bardi situato in Piazza Cavour a Livorno, un luogo di incontro per numerosi creativi e menti illuminanti. In questo luogo straordinario, egli entra in contatto con noti pittori come Ulvi Liegi, Cafiero Filippelli, e Giovanni Bartolena, e diventa uno degli artisti responsabili dell’incantevole decorazione murale del locale.

Verso il 1910, il proprietario del locale, Ugo Bardi, decise di chiedere a alcuni degli avventori artisti di affrescare le pareti del locale. Tra questi si unì anche il giovane Renato Natali, insieme a Benvenuto Benvenuti, Umberto Fioravanti, Giulio Ghelarducci, Olinto Ghilardi, Corrado Michelozzi, Mario Puccini, Gastone Razzaguta e Gino Romiti, contribuendo così a quella splendida opera d’arte.

Nel 1912, il pittore decide di intraprendere un viaggio a Parigi, accolto come ospite dal suo caro amico, il commediografo e sceneggiatore di origini livornesi, Dario Niccodemi. In poco tempo, nasce una profonda amicizia tra lui e Amedeo Modigliani. Sempre accompagnato da un taccuino nel quale registra schizzi e disegni, Renato Natali imprime nella sua memoria le scintillanti scene e le vedute parigine, che in seguito trasformerà in opere pittoriche.

Nel frattempo, pur continuando a dipingere con passione, il pittore vive appieno l’effervescente vita artistica parigina, abbracciando con entusiasmo e sensibilità le avanguardie del momento. Tuttavia, nel 1914, quando la guerra scoppia, Natali decide di fare ritorno a Livorno. Gli effetti di quell’esperienza straordinaria si riflettono chiaramente nelle sue opere successive, in cui i colori si rivelano più vivaci e incisivi, e la tavolozza si arricchisce di sfumature più variegate.

Renato Natali si distingue come figura centrale nelle ferventi conversazioni sull’arte e sulla vita del suo tempo, viene acclamato e rispettato da artisti più esperti e rinomati di lui, grazie a un talento già affermato e a una personalità senza dubbio eccezionale. Il caffè Bardi, fondato a Livorno nel lontano 1908, si trasformò rapidamente in un luogo di incontro per artisti, pittori post-macchiaioli, poeti e intellettuali.

IL GRUPPO LABRONICO TRA TRADIZIONE POST-MACCHIAIOLA E AVANGUARDIA:

Nell’incalzare degli anni Venti, Renato Natali entra a far parte del Gruppo Labronico di Livorno, accanto a Gino Romiti, Plinio Nomellini, Giovanni Zannacchini, Ulvi Liegi, Giovanni Lomi e molti altri ancora. L’obiettivo di questo collettivo è di portare all’estremo gli insegnamenti lasciati da Giovanni Fattori nella scuola pittorica di Livorno, mescolando tradizione post-macchiaiola e avanguardia.

Prosegue la sua attività artistica durante l’intero decennio dei Trenta, dedicandosi soprattutto alla rappresentazione di marine, scenari portuali e vedute quotidiane della sua città, dando voce anche alle sue sfumature più oscure. Durante il secondo conflitto mondiale, Natali è testimone della caduta di Livorno sotto i bombardamenti, evento che ispira un ciclo di dipinti dolorosi e toccanti. Rimane attivo nelle mostre d’arte fino alla metà degli anni Sessanta e infine, nel 1979, si spegne nella sua amata città, all’età veneranda di novantasei anni, lasciando dietro di sé un’eredità indelebile.

LE SUE OPERE:

Come precedentemente menzionato, Renato Natali fa il suo debutto a Firenze nel 1903 con il dipinto intitolato “Sera presso il pozzo”, che gli frutta un prestigioso riconoscimento. Alla Mostra d’Arte di Venezia del 1905 emerge già un suggestivo paesaggio notturno dedicato a Livorno, intitolato “Mezzanotte sulla costa”.

La sua pittura, al momento attuale, è certamente influenzata dall’eredità della tecnica sfumata, ma viene espressa in modo sicuramente espressionista, con cromie vivaci e pennellate rapide e concise. “Vizio” fa la sua comparsa alla Biennale del 1907, mentre “Ombre” viene esposta in quella del 1910.

Il viaggio a Parigi porta a un significativo cambiamento nella pittura di Renato Natali, innanzitutto perché il tratto di contorno diventa più definito, chiaramente influenzato da Modigliani e dalle tendenze dell’Art Nouveau. Tornato a Livorno, nel 1920 partecipa alla Biennale di Venezia con il dipinto “Dramma”, mentre nel 1922 ottiene una sala personale alla Mostra Primaverile di Firenze.

Esibisce opere come “Ponte”, “Melodia campestre”, “Sereno”, “Borgata”, “Allegria campestre”, “Carabinieri”, “Case” e una serie di incisioni e litografie. Il tratto nitido e chiaro, insieme all’uso di colori all’avanguardia, si collegano alla partecipazione di Renato Natali al Gruppo Labronico. “Melodia campestre” viene nuovamente presentato alla Biennale nello stesso anno, insieme al paesaggio notturno “Sera”.

Si tratta di scene della Livorno segreta, quella dei locali da ballo e delle piazze di notte, in cui la vita esplode tra colori vivaci e luci abbaglianti. “Ombre e suoni” e “Luci nell’ombra” vengono esposte dal pittore alla Biennale del 1924, ottenendo un grande successo sia tra il pubblico che tra la critica.

Nel 1924 partecipa con una mostra personale alla Mostra del Gruppo Labronico, presentando quindici opere, tra cui:

  • Teatro;
  • Alberi;
  • Presso la sorgente;
  • Bagni notturni;
  • Rissa;
  • Furioso mare;
  • Sera luminosa.

Sempre presso la Galleria Pesaro, ma nel 1928, espone nuovamente con il Gruppo opere come:

  • Contadine in movimento;
  • Vecchia Livorno;
  • Alterco;
  • Festino;
  • Paesaggio notturno;
  • Livorno al mare;
  • Scena colorata;
  • Illuminazione;
  • Salto mortale.

vengono esposti alla Biennale di Venezia del 1930, mentre l’ultima mostra con il Gruppo Labronico risale a due anni dopo. Qui espone “Livorno dimenticata”, “Attori notturni”, “Circo equestre”,”Donne presso la sorgente”, “Vento”, “Scialli”, “Movimento campestre” e “La ronda”.

Negli ultimi anni, il tratto e il colore di Renato Natali diventano sempre più veloci e sintetici, sempre accompagnati da una tavolozza composta da accostamenti onirici e vibranti. Emergono questi paesaggi notturni misteriosi e luminosi come “Notturno di pioggia”, presentato a Genova nel 1964.

 

 

Renato Natali Alla ribalta
Renato Natali – Alla ribalta

 

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