POMPEO BATONI

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BIOGRAFIA DI POMPEO BATONI

Pompeo Batoni, celebre artista italiano, vide la luce il venticinque gennaio del 1708, mentre il suo ultimo respiro fu compiuto il quattro febbraio del 1787. La sua maestria pittorica si rivelò nella ricca sapienza tecnica espressa nelle creazioni ritrattistiche, così come nelle numerose tele allegoriche e mitologiche che concepì.

I primi passi nel mondo dell’arte furono mossi sotto l’egida paterna, presso l’officina orafa di Lucca. Nel 1728, giunse a Roma, dove dedicò parte dei suoi studi all’antica scultura. Sebbene fu allievo di Sebastiano Conca per un breve periodo, il suo apprendimento fu principalmente autodidatta. I primi dipinti che creò furono prevalentemente emulazioni delle opere di Raffaello e Annibale Carracci.

L’elevato flusso di visitatori stranieri, che percorrevano l’Italia durante il loro Grand Tour e facevano tappa a Roma, conferì a Batoni la reputazione di maestro dei ritratti.

Le prime commissioni all’estero:

Roma offre un’infinità di opportunità che si spalancano dinanzi a lui: solitario, si dirige verso il Vaticano per immergersi nello studio delle opere di Raffaello e Michelangelo. Nelle maestose chiese, osserva con attenzione i capolavori di Domenichino e Maratta, tracciando schizzi ispirati dalle antiche sculture per i primi clienti stranieri.

Le prime attività di Pompeo Batoni si rivolgono quindi ai ricchi collezionisti inglesi, che non solo sono affascinati dalle sue riproduzioni di opere antiche, ma si interessano anche alle sue raffinate figure inserite negli idilliaci paesaggi dipinti da artisti come Pieter Van Bloemen.

Inizialmente, il pittore si sostenta grazie a piccoli incarichi di questo tipo, fino a quando, negli anni Trenta, realizza la sua prima pala d’altare per la chiesa di San Gregorio al Celio. Con questa opera, Batoni inizia a farsi riconoscere come una delle personalità artistiche più influenti del papato di Benedetto XIV.

Sotto l’influenza di Maratta e con la sua visione personale del classicismo, distante dai rigidi precetti di Winckelmann, Pompeo Batoni si posiziona in modo privilegiato nella rappresentazione di soggetti religiosi, mitologici e allegorici. Studia attentamente la cultura letteraria e visiva dell’antica Grecia e Roma, e con una concezione personale, senza seguire regole fisse, si avvicina al Neoclassicismo.

La fama internazionale:

Fu grazie alla clientela, composta principalmente da nobili britannici, che l’artista ottenne fama internazionale, immortalando molti di loro in affascinanti quadri, spesso ambientati in splendidi paesaggi italiani. Questi ritratti, noti come “Grand Tour” di Batoni, trovarono dimora nelle collezioni private del Regno Unito, contribuendo così a diffondere la popolarità di questo genere artistico in tutto il paese britannico.

Una generazione più tardi, Sir Joshua Reynolds avrebbe abbracciato con entusiasmo questa tradizione, emergendo come il principale maestro ritrattista dell’Inghilterra. Mentre Batoni era universalmente riconosciuto come il supremo artista italiano del suo tempo, le testimonianze dell’epoca menzionavano spesso la sua rivalità con Anton Raphael Mengs.

Oltre ad essere molto ammirato dalla nobiltà, i soggetti dei dipinti di Batoni includevano sovrani come i re e le regine di Polonia, Portogallo e Prussia, gli imperatori Giuseppe II e Leopoldo II del Sacro Romano Impero (un fatto che gli valse anche il titolo nobiliare), oltre a papi come Benedetto XIV, Clemente XIII e Pio VI, l’elettore Karl Theodor di Baviera e numerosi altri personaggi illustri. Batoni riceveva anche commissioni per dipingere altari nelle chiese italiane di Roma, Brescia, Lucca, Parma, e così via, oltre a dipinti a tema mitologico e allegorico.

Il suo stile:

Lo stile di Batoni attingeva ispirazione e incorporava elementi dell’antichità classica, del sontuoso rococò francese, del classicismo bolognese e delle opere di maestri come Nicolas Poussin, Claude Lorrain e soprattutto Raffaello. Grazie a questa fusione artistica, Pompeo Batoni è riconosciuto come un pioniere del Neoclassicismo.

Avendo conosciuto Jacques-Louis David durante il suo soggiorno a Roma, riconobbe il suo talento e tentò, senza successo, di persuaderlo a rimanere a Roma per continuare la sua carriera. Secondo la leggenda, avrebbe lasciato in eredità la sua tavolozza e il suo pennello a David.

Il legame col melodramma:

Pompeo Batoni, un appassionato dell’opera, nutre un profondo legame con il melodramma. Siamo a conoscenza dei suoi abbonamenti ai palchi di prestigiosi teatri come il Teatro Argentina, il Teatro d’Alibert e il Teatro del Valle. Per il pittore, lo studio dell’antico non è soltanto importante, ma va accompagnato dalla contemplazione della natura. La sua arte si distingue per una mimesis di carattere classico e lorrainiano, oltre che per la fedele rappresentazione delle emozioni, sia in contesti storici che mitologici.

Grazie alla sua profonda conoscenza filologica delle fonti antiche, Pompeo Batoni ha la libertà di selezionare episodi poco noti o addirittura inventati, evidenziando così due aspetti fondamentali della sua poetica: l’invenzione e l’originalità.

Uno dei punti salienti dell’arte di questo pittore lucchese consiste nel conferire vita alle emozioni umane, una prerogativa che richiede spesso molti anni di lavoro per dipinti di soggetto mitologico o storico, sfidando così la pazienza dei suoi committenti illustri, come Caterina II di Russia o Federico II di Prussia.

La sua ricerca artistica si basa sull’inusuale e sull’adattamento delle fonti originali, con la sua capacità inventiva di creare episodi che non necessariamente hanno una base storica, ma che sono frutto della sua fervida immaginazione. I committenti, nonostante le lunghe attese, rimangono sempre estremamente soddisfatti, apprezzando l’approccio erudito e innovativo di Pompeo Batoni.

Il pathos, la composizione ricercata e spesso complessa caratterizzano l’apice della pittura di Pompeo Batoni. La sua attività come ritrattista, soprattutto per i clienti stranieri, specialmente gli inglesi, è ciò che gli garantisce maggiore sostentamento e lo rende ancora oggi conosciuto al grande pubblico.

Solo Anton Raphael Mengs, un amico di Batoni, riesce a competere con lui nella reinterpretazione del classico nel contesto del ritratto moderno. In ogni caso, il pittore raggiunge un successo straordinario che perdura fino alla sua morte, avvenuta a Roma nel 1787.