PIETRO PAJETTA

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BIOGRAFIA DI PIETRO PAJETTA

Pietro Pajetta autoritratto
Pietro Pajetta autoritratto

Pietro Pajetta è nato il 22 marzo del 1845 a Serravalle di Vittorio Veneto e deceduto il 10 aprile 1911 a Padova, è stato un pittore italiano, principalmente di soggetti di genere.

Inizialmente aveva progettato di entrare in un ordine religioso per poter diventare un pittore, ma allo scoppio della Guerra d’indipendenza italiana nel 1860, nonostante avesse solo 15 anni, si arruolò nell’esercito. Uscito dal servizio ad Alessandria nel 1868, fu sposato.

Successivamente, il patronato del suo precedente comandante, il generale Cialdini, gli fece ottenere l’ingresso all’Accademia di Bologna. Sia il padre di Pietro, Paolo, e suo fratello Mariano Pajetta erano pittori. Le sue opere sono descritte come dotate di un’esuberanza di sentimenti. La sua posizione economica era sempre precaria.

Il Pajetta fu premiato all’Esposizione Regionale di Alessandria con medaglia d’oro, con una medaglia di bronzo a Treviso nel 1872, con medaglia d’argento a quella di Rovigo nel 1877 e in altri.

Partecipazioni alle mostre:

Nel 1872 partecipa alla Mostra di Treviso con un dipinto intitolato Bolle di Sapone e  Visita in città e al mattino.

Dipinse dipinti di soggetti di genere rustico e animali. Nel 1881 realizzò a Milano il Requies e I vagabondi; nel 1883, a Roma, La preghiera, e a Venezia, Unico patrimonio, nel 1884 al Crystal Palace Exhibition di Londra nel 1884, diverse opere che gli valsero una medaglia d’argento; nel 1893 a Milano, Ammalato, premiato con una medaglia d’oro, nel 1895, a Venezia, Interior of Stable.

Nel 1898 a Torino, Paesaggio e La gioia della famiglia, quest’ultimo vincitore del premio Levi; nel 1900 a Verona, Stalla di buoi; nel 1902 alla Quadriennale di Torino, espose: Stalla; Preghiera e Angelo custode; nel 1904, a Padova, lo schizzo di Follie e Testa di donna.

Nell’esposizione del 1906 tenutasi a Milano per l’inaugurazione del nuovo Passo Sempione, La preghiera e un ritratto del musicista Cesare Pollini di Padova nel 1908, a Milano, San Sebastiano e Al pascolo; nel 1909 a Monaco, Fiori selvatici, e lo stesso anno fu invitato ad esporre al Salone del Salone di Parigi.

Altre opere degne di nota: Sosta; Raggio di sole; Auto ritratto; Spirito e cose; Io vinti; Cantando la ninna nanna; L’odio; Madonna addolorata; Santa Barbara; Capo di Cristo; Ecce Ancilla Domini; Di Sant’Antonio morente all’Arcella; Estasi dei Francescani; Morte di Sant’Antonio; Apparizione alla Beata Margherita Alacoque; Adorazione del Ss. Sacramento; e Madonna con i santi Antonio e Francesco.

 

Tra le sue opere ci sono Genio e Povertà, Un viaggioin città e la Mattina.

I suoi più celebri dipinti sono:

  • Un costume del Settecento;
  • Troppa confidenza;
  • Il futuro conduttore di eserciti;
  • L’andata al mercato;
  • Mercato di buoi;
  • Il Prediletto.

 

Tra i suoi ritratti degni di nota: Caterina Boccaloni della famiglia Malaspina; il vescovo Callegari; monsignor Pietro Balan e l’astronomo Sacchi.

Pajetta decorò anche il soffitto del palazzo Camerini in Piazzola e il soffitto della chiesa di San Giovanni Ilarione sopra Vicenza: la decorazione della villa Valduga a Feltre, gli affreschi nel Duomo di Padova e in una villa di Vittorio Veneto.

 

Pietro Pajetta Il Guardiano
Il Guardiano

 

Pietro Pajetta Il nuovo nato
Il nuovo nato

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