PIETRO GAUDENZI

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LE QUOTAZIONI di Pietro Gaudenzi

Le opere di Pietro Gaudenzi possono essere valutate per i dipinti piccoli dai 600 ai 1700 euro mentre dai 2.200 a 3.200 euro per le opere di media dimensione.

Il record d’asta per un quadro di Pietro Gaudenzi è stato nel 2017 di 6.500 euro in una mostra internazionale. Gaudenzi è comunque un artista apprezzato da una parte piccola di collezionisti e storici.

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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE PIETRO GAUDENZI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
record d’asta medie 6.500 Euro
Olio su tela medie 2.200 – 3.200 Euro
Olio su tela piccole 600 – 1.700 Euro
Opere grafiche

 


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BIOGRAFIA DI PIETRO GAUDENZI

Pietro Gaudenzi
Pietro Gaudenzi

Pietro Gaudenzi è nato il 18 gennaio 1880 a Genova e deceduto il 23 dicembre 1955 ad Anticoli Corrado, vicino Roma, è stato un pittore italiano.

Figlio di Enrico, un musicista di origine bergamasca, e Rachele De Negri, una genovese. Fin dai primi anni ricevette una formazione artistica dal pittore F. Del Santo, che risiedeva a La Spezia. Successivamente, intraprese gli studi presso l’Accademia ligustica di belle arti, dove ebbe il privilegio di essere allievo di Cesare Viazzi. Un importante capitolo della sua vita artistica si aprì quando, nel 1899, ebbe l’opportunità di lavorare come redattore artistico per il rinomato quotidiano genovese Il Lavoro.

Le sue abilità artistiche non passarono inosservate e riuscì a vincere diversi premi indetti dal Comune di Genova. Nel 1903, si distinse particolarmente e si aggiudicò il prestigioso pensionato artistico Duchessa di Galliera, che gli garantì un soggiorno privilegiato a Roma per un periodo di cinque anni. Fu proprio a Roma, nel 1904, che decise di trasferirsi, affascinato dalla capitale e dalla ricchezza artistica che essa offriva.

IL SOGGIORNO A ROMA:

Durante il suo soggiorno nella città eterna, il nostro protagonista dedicò molto tempo allo studio dei grandi maestri del Rinascimento, in particolare Michelangelo e Raffaello. Tuttavia, non trascurò l’arte moderna e dimostrò un vivo interesse per artisti contemporanei come Giulio Aristide Sartorio, Antonio Mancini, Armando Spadini e Francesco Paolo Michetti. Curiosamente, molti di questi talentuosi artisti, compresi quelli citati, si unirono al nostro protagonista come collaboratori nella rivista Novissima, contribuendo a creare un’opera collettiva di grande valore artistico.

Durante il suo percorso artistico a Roma, il nostro protagonista ebbe l’opportunità di frequentare il noto Felice Carena, sotto la cui guida riuscì a perfezionare ulteriormente le sue abilità. Grazie a questa preziosa esperienza di apprendimento, il nostro artista fu in grado di sviluppare uno stile personale e unico, arricchendo ulteriormente il suo bagaglio artistico.

Nella città di Roma, il celebre Gaudenzi ebbe l’incontro fortuito con Candida Toppi, una giovane donna dall’illustre lignaggio, essendo figlia di un famoso modellatore di Anticoli Corrado e modella a sua volta. I due si unirono in matrimonio nel lontano 1909, dando alla luce i loro amati figli Leonardo e Ruggero, purtroppo scomparsi in tenera età, ma anche Enrico, destinato a seguire le orme paterne, e la dolce Giuliana.

Gli affetti familiari divennero il principale soggetto di ispirazione per l’artista nel corso degli anni Dieci, che dedicò gran parte della sua produzione a ritrarre la moglie, i figli e perfino la sacra figura materna.

LA NOTORIETA’:

La gloria del Gaudenzi raggiunse nuove vette con l’ultima sua opera, “I priori”, che gli valse la preziosa medaglia d’oro del ministero della Pubblica Istruzione nel 1910. L’opera venne presentata l’anno successivo all’Esposizione internazionale di Roma, dove riscosse grande successo e fu acquistata dal Comune per arricchire la prestigiosa Galleria civica d’arte moderna.

Questo fu solo il primo di una serie di trionfi per Pietro Gaudenzi, poiché nel 1913 conquistò la medaglia d’oro all’esposizione di Monaco di Baviera grazie al suo Torso di giovane donna, mentre due anni più tardi, a Milano, ricevette il prestigioso premio Principe Umberto per la sua maestosa opera intitolata la Deposizione, ora custodita presso la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma.

Nel 1916, durante l’esposizione della Società amatori e cultori di Roma, Pietro Gaudenzi stupì il pubblico con il suo commovente dipinto Affetti, esposto presso la Galleria comunale d’arte moderna e contemporanea di Roma. In quell’occasione, l’artista ebbe l’onore di far parte del gruppo che presiedette la solenne cerimonia d’inaugurazione della mostra.

IL PERIODO ACCADEMICO:

Le nomina a professore emerito delle prestigiose accademie di Genova e Parma costituiscono una conferma ufficiale che, già nel secondo decennio, supera i confini romani e si estende verso nuove sfere.

Le opere menzionate – alle quali si possono aggiungere, ad esempio, “L’uomo con il cappello verde” esposta nella rinomata Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, la successiva e affascinante Festa delle Croci e, per concludere questo primo periodo, I sacerdoti della Galleria d’arte moderna di Genova – si caratterizzano per una pittura tenebrosa e drammatica, con una ricchezza di colori vibranti, ancora legata all’autenticità del tardo Ottocento meridionale.

Questi tratti distintivi si trasformeranno gradualmente nel corso dell’evoluzione successiva dell’opera dell’artista. Rimasto vedovo, il G. si trasferì a Milano, dove trascorse gli anni Venti e parte dei Trenta. Successivamente, il matrimonio con Augusta Toppi, sua cognata, portò alla luce Iacopo e Maria Candida, consolidando così il legame dell’artista con Anticoli Corrado, dove si stabilì e partecipò all’istituzione della locale Galleria d’arte moderna nel 1935.

 

Se diversi dei ritratti prodotti durante gli anni Venti, inclusi quelli raffiguranti la Signora Albanese, Wally Toscanini, Padre Giovanni Semeria, il chierico Saule Radaelli e il Maresciallo Enrico Caviglia, confermano la predilezione per toni scuri ed evocativi e per colori succosi, alcuni pastelli e disegni contemporanei come:

  • Il giglio;
  • Luce;
  • Purità;

rivelano la tendenza verso una completa sintesi di ritmi e cromie, in un’atmosfera rarefatta e lirica, che si manifesta chiaramente nelle due opere “Maternità”, così come nell'”Arlecchino”.

LA PREDILEZIONE PER I TONI CHIAROSCURI:

Questa seconda fase si trova già delineata nel quadro “Sposalizio”, presentato nel 1932 alla XVIII Biennale di Venezia e frutto di un processo di elaborazione durato dieci anni, di cui sono rimasti numerosi studi, tra cui “La vecchia Lolli” conservata presso il Civico Museo d’arte moderna di Anticoli Corrado. Seguono altre composizioni di vasta portata e ispirazione religiosa, come il “Battesimo” del 1932, la “Cena in Emmaus” e la “Visitazione”. Con queste ultime due opere, il Gaudenzi partecipò nel 1934 alla II Mostra d’arte sacra a Roma, ricevendo un premio per la “Visitazione”.

Questi dipinti, così come “Modelli di Anticoli”, esposto nel 1935 alla II Quadriennale romana, “La mia scuola di Napoli”, poco successivo, e “Rinascita”, presentato al III Premio Cremona, sono opere caratterizzate da una severa metrica classica e un’imponente struttura, la cui aspirazione a una solenne eloquenza realistica e accademica ha fatto sì che il G. fosse considerato tra i sostenitori del movimento Novecento.

MOSTRE E PARTECIPAZIONI ARTISTICHE DI GAUDENZI:

Partecipante alle principali esposizioni artistiche contemporanee in Italia, Gaudenzi ha esposto personalmente alla galleria Pesaro di Milano (1921, 1931) e nel prestigioso palazzo ducale di Genova (1931). Nel 1935, ha ottenuto una cattedra di pittura all’Accademia di Napoli, seguita dal prestigioso premio Mussolini per le arti nel 1936. Nel 1939, è stato nominato membro delle accademie dei Virtuosi al Pantheon e di S. Luca, oltre all’adesione all’Accademia d’Italia, testimoniando il suo enorme prestigio nel panorama artistico italiano.

Dopo la guerra, Gaudenzi, escluso dalle mostre ufficiali, ha continuato a presentare personali a Genova. Il suo impegno nell’arte della decorazione murale, soprattutto in opere religiose, si è intensificato con la nomina a direttore della Scuola vaticana del mosaico. In questa fase, la sua arte ha sottolineato sottilmente il Novecentismo, apprezzato dai committenti di carattere religioso.

 

AFFRESCI E MOSAICI:

Creò splendidi mosaici destinati alla cattedrale di Messina, alla cripta del Duomo di Ascoli Piceno, alle sontuose absidi della Regina Apostolorum e della chiesa del Collegio americano di Roma. La sua maestria si espresse anche attraverso la realizzazione di affreschi senza pari, come quelli nel castello e nella chiesa di San Francesco a Rodi. Anche nella chiesa di Santa Vittoria ad Anticoli Corrado, e nella chiesa di Castel Porziano, vicino a Roma, anche se quest’ultimi rimasero incompiuti, lasciando un alone di mistero.

La sua preziosa eredità artistica è stata conservata nel corso dei secoli, testimoniando il suo immenso talento e la sua dedizione all’arte. Il Grande Maestro lasciò il nostro mondo il 23 dicembre 1955, a Anticoli Corrado, nella splendida cornice di Roma. La sua scomparsa lasciò un vuoto nel cuore di tutti coloro che avevano avuto il privilegio di ammirare le sue opere e di conoscere il suo genio.

 

 

Mamma e bambino di Pietro Gaudenzi
Pietro Gaudenzi – Mamma e bambino

 

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