NICCOLÒ CANNICCI

Niccolò Cannicci è nato il 1846 e deceduto nel 1906, fu un pittore italiano, che dipinse vedute urbane e rurali, spesso raffigurando l’intersezione del paesaggio urbano e industriale con quello rurale e pastorale.


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Niccolò Cannicci Autoritratto
Niccolò Cannicci – Autoritratto

BIOGRAFIA DI NICCOLÒ CANNICCI

Niccolò fu introdotto per la prima volta alla pittura da suo padre, il pittore Gaetano Cannicci. Dal 1862 al 1865 studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto Pollastrini, frequentando occasionalmente le classi di disegno nudo di Antonio Ciseri. Dopo il 1868, andò a vivere a casa di suo padre a S. Gimignano a causa di problemi di salute. Fu lì che il suo stile personale di pittore iniziò a fondersi con il suo innegabile allenamento accademico in combinazione con la sua naturale inclinazione all’osservazione della natura. Cannicci dipinge rigorosamente dalla vita reale. Le colline intorno a Siena erano il suo studio; dipingeva la campagna al sole, con una tavolozza delicata e moderata.

Nel 1875 visitò Parigi con il suo migliore amico Francesco Gioli, insieme a Giovanni Fattori ed Egisto Ferroni. Niccolò non fu mai molto vicino ai Macchiaioli e solo marginalmente un membro del gruppo. Si distingue per una ricerca più personale e ampia. Nel 1889 fu chiamato come uno degli artisti toscani invitati all’esposizione universale di Parigi, dove ricevette un premio per il suo dipinto “Ritorno da una festa”. Niccolò aveva uno studio a Firenze dove si ritirava con l’arrivo della stagione delle piogge. Portava le sue opere lì e si riuniva con i suoi amici Fattori, Signorini, Diego Martelli, Francesco e Luigi Gioli.

Alla fine del 1891 fu ammesso all’ospedale psichiatrico di Siena per un lungo periodo di tempo. Una volta guarito, nel 1893, scelse di vivere a Montemuccioli, vicino a Volterra, dove i suoi amici vennero a vederlo spesso. Ha visitato Diego Martelli a Castiglioncello e Francesco Gioli a Fauglia. In questi anni dipinse il suo “Album con i ritratti dei malati di mente”, che in seguito donò a Martelli in dono, e numerose opere che enfatizzano la sua preferenza per la solitudine e la contemplazione. Niccolò fu introdotto per la prima volta alla pittura da suo padre, il pittore Giacomo Cannicci.

Dal 1862 al 1865 studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze, sotto Pollastrini, frequentando occasionalmente le classi di disegno nudo di Antonio Ciseri. Dopo il 1868, andò a vivere a casa di suo padre a S. Gimignano a causa di problemi di salute. Fu lì che il suo stile personale di pittore iniziò a fondersi con il suo innegabile allenamento accademico in combinazione con la sua naturale inclinazione all’osservazione della natura. Cannicci dipinge rigorosamente dalla vita reale. Le colline intorno a Siena erano il suo studio; dipingeva la campagna al sole, con una tavolozza delicata e moderata.

Niccolò Cannicci Le gramignaie al fiume
Niccolò Cannicci – Le gramignaie al fiume

Nel 1875 visitò Parigi con il suo migliore amico Francesco Gioli, insieme a Giovanni Fattori ed Egisto Ferroni. Niccolò non fu mai molto vicino ai Macchiaioli e solo marginalmente un membro del gruppo. Si distingue per una ricerca più personale e ampia. Nel 1889 fu chiamato come uno degli artisti toscani invitati all’esposizione universale di Parigi, dove ricevette un premio per il suo dipinto “Ritorno da una festa” (di ritorno da una celebrazione).

Niccolò aveva uno studio a Firenze dove si ritirava con l’arrivo della stagione delle piogge. Portava le sue opere lì e si riuniva con i suoi amici Fattori, Signorini, Diego Martelli, Francesco e Luigi Gioli. Alla fine del 1891 fu ammesso all’ospedale psichiatrico di Siena per un lungo periodo di tempo. Una volta guarito, nel 1893, scelse di vivere a Montemuccioli, vicino a Volterra, dove i suoi amici vennero a vederlo spesso. Ha visitato Diego Martelli a Castiglioncello e Francesco Gioli a Fauglia. In questi anni dipinse il suo “Album con i ritratti dei malati di mente”, che in seguito donò a Martelli in dono, e numerose opere che enfatizzano la sua preferenza per la solitudine e la contemplazione.

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