MEDARDO ROSSO

Medardo Rosso è nato il 21 giugno del 1858 a Torino e deceduto il 31 marzo del 1928 a Milano, è stato uno scultore italiano. È considerato, come il suo contemporaneo e ammiratore Auguste Rodin, un artista che lavora in uno stile post-impressionista.


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BIOGRAFIA MEDARDO ROSSO

Medardo Rosso Autoritratto nel suo Studio
Medardo Rosso Autoritratto nel suo Studio

Medardo Rosso è nato a Torino, dove suo padre ha lavorato come ispettore della stazione ferroviaria, e la famiglia si è trasferita a Milano quando Rosso era piccolino. All’età di 25 anni, dopo un breve periodo trascorso nell’esercito, Medardo Rosso si iscrisse all’Accademia di Brera, dalla quale però sarebbe stato presto buttato fuori per aver litigato con uno studente che si era rifiutato di firmare una petizione che egli stesso aveva diffuso chiedendo l’utilizzo di modelli e parti del corpo dal vivo per le classi di disegno, visto che era una pratica comune nelle accademie italiane in quel periodo.

Dopo il 1881 a Milano, Medardo Rosso iniziò a realizzare busti in bronzo e figure che riflettevano in gran parte le influenze realiste, con opere come “I Teppisti” nel 1882 e Bacia sotto la lampada nel 1882.

Lo stile di Rosso cominciò a cambiare dopo il 1882, probabilmente a causa della scoperta dell’impressionismo, e molti dei suoi primi lavori in questo periodo, tra cui “Portinaia”  e “Carne altrui” iniziano suggerire una perdita di dettagli a favore di modellature abbozzate, piani appiattiti e superfici delicatamente modulate per ammorbidire il gioco di luci e ombre. Medardo Rosso non ha mai realizzato i disegni preparatori per le sue sculture, optando invece per lavorare direttamente con l’argilla dalla quale avrebbe poi realizzato un modello funzionante in gesso, che è stato poi utilizzato per creare lo stampo negativo in cui avrebbe fuso in bronzo usando il metodo della “cera persa”, e ha anche eseguito lavori in gesso e, molto più tardi, con un intonaco interno.

Alcuni storici dell’arte hanno suggerito che Rosso viaggiò a Parigi nel 1884 e lavorò nello studio dello scultore Jules Dalou, ma nessun documento storico lo ha confermato. A Milano, Rosso continuò a proiettare opere su piccola scala per tutta la metà del 1880, oltre a una serie di voci per monumenti pubblici, come un monumento funebre al critico Filippo Filippi.

Rosso si trasferì a Parigi nel 1889, dove avrebbe vissuto e lavorato fino a dopo la prima guerra mondiale. A Parigi, incontrò e impressionò un certo numero di personalità influenti, tra cui lo scrittore Emile Zola, che Rosso persuase di dire che possedeva un cast di Birichino , elevando così la statura dell’artista, così come l’ingegnere e protettore degli impressionisti Henri Rouart, di cui Rosso ha ritratto un ritratto in bronzo nel 1890.

Durante il suo periodo parigino, Rosso iniziò anche a sperimentare con la fotografia nel suo studio, e ha fotografato le opere in una varietà di condizioni di illuminazione, fuochi e composizioni per catturare diverse impressioni di queste opere tridimensionali, spesso manipolando ulteriormente il processo di stampa e ritagliando, piegando, graffiando o dipingendo le stampe fotografiche per creare scorci dei soggetti scultorei.

Come scultore, una delle principali preoccupazioni di Rosso era sottoporre la massa fisica della scultura agli effetti effimeri ed effimeri della luce. Quindi, per mezzo di una modellistica grezza e spontanea che avrebbe poi lanciato in bronzo, gesso o cera. Rosso mantenne uno studio a Parigi nel quale creò la propria fonderia, in un periodo in cui la maggior parte degli scultori inviava i loro stampi nelle fonderie professionali da fondere.

Questa libertà ha offerto a Rosso l’opportunità di manipolare le superfici delle sue opere in modi altamente non ortodossi, mantenendo spesso ciò che altri avrebbero considerato come “errori di fusione” ed ha scelto di non ripulire l’investimento di gesso che sarebbe stato lasciato su un’opera in bronzo dopo il casting. Per Rosso, questi interventi sono stati progettati per creare effetti visivi o ottici con cui la materialità della scultura, per quanto centrale fosse per la sua pratica, era subordinata all’impressione dello spettatore.

Medardo Rosso rimase nel suo studio a Parigi, dove espose le sue sculture e vendette opere a importanti collezionisti e musei. Divenne amico con Auguste Rodin, e i due artisti si scambiarono delle opere, anche se la loro amicizia finì quando, in seguito a un dibattito sull’influenza artistica nella stampa, un Rosso amareggiato sentì che Rodin non aveva riconosciuto il suo debito nei suoi confronti. Nel 1906, Rosso realizzò il suo ultimo soggetto originale con l’opera “Ecce puer“; Seguendo serie di tentativi infruttuosi di creare un ritratto di Alfred William Mond, un bambino di cinque anni, Rosso lo intravide in piedi dietro una tenda tirata, ispirando l’impressione trasmessa dal lavoro finito.

Un genere di lavori nel quale Medardo Rosso era bravissimo sono i suoi ritratti di bambini. Ardengo Soffici scrisse «Nessuno scultore, credo, dopo Donatello, ha capito ed espresso così cordialmente i lineamenti e lo spirito di quell’età acerba. Diversi artisti hanno realizzato ritratto dei fanciulli, ma nessuno ha saputo farlo con quella penetrazione che solo un vero amore può dare. L’opera più rappressentativa della purezza è l’Ecce Puer, statua di cui una copia è stata posta sua tomba, nel cimitero monumentale di Milano. Altre statue importanti sono le sculture: “Bambina che ride”, “Bambino malato”, “Bambino al sole”, “Bambino ebreo” e “Bambino alle cucine economiche”.

Negli ultimi venti anni della sua vita non ha creato nuovi soggetti originali, ma si è concentrato sulla rifusione delle opere precedenti in modi diversi. Verso la fine della sua vita, soffrì di diabete e morì dopo l’amputazione della gamba colpita nel 1928.

 

 

Medardo Rosso Malato all'ospedale 1889
Medardo Rosso – Malato all’ospedale – 1889

 

Medardo Rosso Ritratto di Monsieur Rouart 1886
Medardo Rosso – Ritratto di Monsieur Rouart 1886

 

Medardo Rosso bambino ebreo
Medardo Rosso bambino ebreo

 

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