MASSIMO CAMPIGLI

Massimo Campigli è  nato a Berlino, il 4 luglio del 1895 e morto il 31 maggio del 1971 a Saint-Tropez, è stato un pittore e giornalista italiano.


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Massimo Campigli
Massimo Campigli

BIOGRAFIA DI MASSIMO CAMPIGLI

Nato a Berlino, ma trascorse gran parte della sua infanzia a Firenze. La sua famiglia si trasferì a Milano nel 1909, e qui lavorò alla rivista Letteratura, frequentando circoli d’avanguardia e facendo la conoscenza di Boccioni e Carrà. Nel 1914 la rivista futurista Lacerba pubblica il suo “Giornale + Strada – Parole in libertà“. Durante la prima guerra mondiale Campigli fu catturato e deportato in Ungheria dove rimase prigioniero di guerra dal 1916-18.

Alla fine della guerra si trasferisce a Parigi dove lavora come corrispondente estero per il quotidiano milanese Corriere della Sera. Sebbene avesse già prodotto alcuni disegni durante la guerra, solo dopo essere arrivato a Parigi, iniziò a dipingere. Al Café du Dôme ha collaborato con artisti come Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Gino Severini e Filippo De Pisis. Le lunghe visite al Louvre approfondirono l’interesse di Campigli per l’antica arte egiziana, che divenne una fonte duratura della sua pittura.

Le sue prime opere figurative hanno applicato disegni geometrici alla figura umana, riflettendo l’influenza di Pablo Picasso e Fernand Léger e il Purismo di “Il nuovo spirito“.

Nel 1923 organizza la sua prima mostra personale alla Galleria Bragaglia a Roma. Durante i cinque anni successivi le sue figure svilupparono una qualità monumentale, spesso con pose stilizzate e gli arti intrecciati in una solidità scultorea. L’importanza data all’ordine e alla tradizione, l’atmosfera di serenità e eternità erano in linea con la ricostruzione postbellica e con il programma degli artisti del “Novecento” con i quali Campigli esponeva frequentemente sia a Milano dal 1926-29 che all’estero dal 1927- 31.

A partire dal 1926, si unì agli “Italiani di Parigi” insieme a de Chirico, de Pisis, Renato Paresce, Savinio, Severini e Mario Tozzi. Nel 1928, anno del suo debutto alla Biennale di Venezia, fu molto preso dalla collezione Etrusca quando visitò il Museo Nazionale Etrusco a Roma. Quindi si staccò dalla rigidità compatta dei suoi precedenti lavori a favore di un piano dai toni sommessi e dalle forme schematiche ricche di arcaismi.

Durante un viaggio in Romania con la sua prima moglie, Magdalena Rădulescu, iniziò un nuovo ciclo di opere che ritraggono donne impiegate in compiti domestici e lavoro agricolo. Queste figure erano disposte in composizioni asimmetriche e ieratiche, sospese su un piano ruvido, ispirato all’affresco antico. Queste opere furono accolte entusiasticamente dalla critica alla mostra allestita nella galleria Jeanne Bucher, a Parigi, nel 1929 e alla Milione Gallery, a Milano, nel 1931. Durante gli anni trenta tenne una serie di mostre personali a New York, Parigi e Milano che gli ha portato un successo internazionale.
Nel 1933 Campigli torna a Milano dove lavora a progetti di vaste dimensioni. Nello stesso anno firma il Manifesto d’arte murale di Mario Sironi e dipinge un affresco di madri, donne di campagna, donne lavoratrici, per la V Triennale di Milano, che purtroppo è stata successivamente distrutta. Nei successivi dieci anni furono commissionati altri lavori: “I costruttori” per la Società delle Nazioni di Ginevra nel 1937; “Non uccidere” per i tribunali di Milano nel 1938, un enorme affresco di 300 metri quadrati per l’atrio, progettato da Gio Ponti, del Liviano, Padova, che dipinse durante il 1939.

Dopo il divorzio nel 1939, Campigli si risposò con lo scultore Giuditta Scalini. Insieme passarono gli anni della guerra a Milano ea Venezia, poi dopo la guerra divisero il loro tempo tra Roma, Parigi e Saint-Tropez. Nel 1943, suo figlio Nicola è nato a Venezia.

In una mostra personale alla Biennale di Venezia del 1948 ha esposto le sue nuove composizioni: figure femminili inserite in complicate strutture architettoniche. Durante gli anni sessanta le sue figure erano ridotte a segni colorati in un gruppo di tele quasi astratte. Nel 1967 una mostra retrospettiva fu dedicata a Campigli al Palazzo Reale di Milano. Morì di infarto nel 1971 a Saint-Tropez.

 

 

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