MARIO PUCCINI

VALUTAZIONE gratuita dei dipinti di Mario Puccini

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LE QUOTAZIONI di Mario Puccini prezzi e opere:

Le opere del celebre pittore Mario Puccini sono altamente apprezzate nel mercato dell’arte. La valutazione dei suoi dipinti varia a seconda della qualità e della tipologia dell’opera. I disegni di qualità, gli studi e gli oli medi di Puccini sono generalmente quotati tra i 6700 euro e i 3.500 euro.

Tuttavia, sono i dipinti più significativi che raggiungono un valore maggiore. I capolavori di Puccini, che includono marine, moli con barconi, interni di stalle, paesaggi e nature morte, possono essere valutati tra 16.000 e 32.000 euro. In particolare, le opere più imponenti e di grande rilevanza possono raggiungere prezzi fino a 35.000 euro.

Se sei un appassionato d’arte o un collezionista, i dipinti di Mario Puccini offrono una vasta gamma di temi e stili, con opere che si adattano a diverse preferenze artistiche. Aggiungi un tocco di bellezza alla tua collezione con uno dei magnifici dipinti di questo talentuoso artista.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Mario Puccini.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE MARIO PUCCINI

 

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Disegni medie 600 – 3.500 Euro
Olio su tela medie 16.000 – 32.000 Euro
Olio su tela più imponenti grandi fino ai 35.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI MARIO PUCCINI

Mario Puccini - Bastimento a vela
Mario Puccini – Bastimento a vela

Nato nel 1869 a Livorno, Mario Puccini si avvia verso la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze a partire dal 1884, incoraggiato dal suo maestro e intimo amico Giovanni Fattori. Con il passare del tempo, Puccini emerge come uno dei principali protagonisti del movimento pittorico post macchiaiolo, prendendo spunto non solo da Fattori, ma anche dalle composizioni pure e solenni di Silvestro Lega.

Nel 1890 ottiene il diploma e a partire dal 1892 frequenta assiduamente la Scuola Libera del Nudo. Tuttavia, in quel periodo, affronta anche una dolorosa delusione amorosa che lo getta in una profonda crisi depressiva.

Le sue condizioni lo portano a essere ricoverato in un ospedale psichiatrico a Siena e, per un certo periodo, la sua attività pittorica subisce un brusco arresto. Durante i primi anni del Novecento, le informazioni sulla vita e l’arte di Mario Puccini sono scarse, probabilmente perché ritorna a Livorno per aiutare suo padre nella gestione della trattoria di famiglia.

Tuttavia, è certo che durante questi anni non smette di dipingere: crea piccole opere ispirate ai paesaggi livornesi e, nel frattempo, per sostenersi economicamente, realizza insegne su commissione per negozi. Svolge anche il ruolo di disegnatore per i ricamatori e si fa strada come mercante ambulante. La sua creatività continua a fiorire nonostante le sfide personali che affronta, dimostrando la sua determinazione e passione per l’arte.

GLI ANNI DELLA DEPRESSIONE:

L’incessante movimento concede a Mario Puccini l’opportunità di scrutare l’energia vitale che pervade il mondo circostante, e soprattutto di ritrarre con il pennello il panorama che quotidianamente lo accompagna nei suoi spostamenti. Al primo stadio, legato alla tecnica del pittore di macchia, si sovrappone un cromatismo vivido e talvolta impetuoso, di matrice espressionista.

Ristabilitosi completamente, nel 1908 intraprende le frequentazioni del Caffè Bardi di Livorno, dove crea anche una serie di pannelli decorativi. È in questo luogo che entra in contatto con i suoi principali mecenati, Angelo De Farro e Romolo Monti, che gli assicurano un sostegno finanziario mensile, permettendogli finalmente di condurre una vita dignitosa.

Tra il 1911 e il 1912, trascorre un periodo in Francia, raggiungendo il fratello che si esibisce come cantante. Decide di mutare il suo cognome in Pochein, allo scopo di farsi riconoscere dal pubblico francese che sembra apprezzare particolarmente i suoi ritratti e i suoi paesaggi dal respiro ampio. Di fatto, il suo soggiorno a Digne riporta la sua pittura a tonalità luminose e serene degli esordi, conferendo una freschezza incommensurabile alle sue composizioni paesaggistiche.

Ed è in questo senso che Mario Puccini può essere considerato uno dei più illustri successori, nel Novecento, della poetica macchiaiola. Nel 1914 si trasferisce in Maremma, interamente dedicandosi alla pittura dal vero, sempre unendo la tecnica della macchia alle tendenze artistiche europee contemporanee. Purtroppo, colpito dalla tubercolosi, si spegne a Firenze nel 1920, all’età di cinquantuno anni.

IL PERIODO MACCHIAIOLO E QUELLO ESPRESSIONISTA:

Nonostante la prematura scomparsa di Mario Puccini e la sua profonda crisi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del nuovo millennio, la sua produzione di opere dal vero si presenta come estesa e variegata. Il suo debutto avviene a Firenze, ancora giovane studente, nel lontano 1887, con uno studio dedicato alla testa. Successivamente, espone nuovamente nel 1888 e nel 1889, ma poi deve interrompere la sua attività a causa del suo ricovero in ospedale psichiatrico.

Nel 1901 lo troviamo tra i partecipanti alla prestigiosa Mostra di Livorno con la sua opera “Paese del Gabbro”, dove si manifestano già i primi sprazzi cromatici espressionisti sperimentati dopo la sua uscita dall’ospedale. A questo periodo appartengono anche alcune tavole che raffigurano “La valle del Serchio”.

Durante il suo soggiorno in Francia, dipinge:

  • Campagna a Digne;
  • Mercato di montoni;

La sua attività espositiva in Italia riprende nel 1912, quando partecipa alla Promotrice genovese con i dipinti :

  • Pescatori di Pozzuoli;
  • Scaricatori.

Fino al 1920, la sua produzione artistica si caratterizza per una fusione di paesaggi e nature morte di straordinaria intensità cromatica. Il collezionista Sforni si appassiona con fervore alle opere di Mario Puccini, che spesso vengono realizzate su commissione, evocando il suo amato borgo dei Cappuccini a Livorno.

Dopo il 1915, tuttavia, l’artista non partecipa più a mostre. Tuttavia, un evento di grande importanza sarà la mostra postuma organizzata alla Biennale di Venezia nel 1922. In questa esposizione compaiono oltre trenta dipinti che riassumono la breve ma intensa carriera di Mario Puccini: dai titoli si può dedurre la sua chiara affinità con lo stile macchiaiolo, ma anche le sperimentazioni più legate all’espressionismo europeo.

Tra queste opere troviamo esempi come :

  • Libeccio – Antignano;
  • Pagliai in Maremma;
  • Oliveta con contadinella e bufali;
  • Strada al sole;
  • Il passo delle bufale – Maremma;
  • Buoi all’aratro;
  • Viottola fra gli ulivi;
  • Case coloniche presso Orbetello;
  • Effetto di pioggia;
  • I funaioli.

 

Mario Puccini
Mario Puccini – La metallurgica

 

Mario Puccini Pascolo
Mario Puccini – Pascolo in maremma
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