LUIGI NONO PITTORE

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LE QUOTAZIONI di Luigi Nono

Dipinti, Bozzetti, Disegni e Acquerelli di Favretto: Valutazioni e Mercato

I dipinti di Favretto presentano valutazioni medie comprese tra i 11.000 e i 42.000 euro, mentre i bozzetti vengono stimati tra i 3.000 e i 5.500 euro. I disegni e gli acquerelli, invece, hanno quotazioni che oscillano tra i 1.200 e i 2.500 euro.

Le opere di maggior valore sono spesso rappresentate dai capolavori dell’artista risalenti agli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, che si avvicinano stilisticamente ai modi di Favretto. Tali opere possono raggiungere cifre più elevate sul mercato.

La firma di Favretto ha un mercato prevalentemente concentrato nella regione del Veneto, anche se negli ultimi decenni si è registrata una flessione, come avvenuto per gran parte della pittura ottocentesca legata al gusto sentimentale aneddotico dell’epoca.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere diLuigi Nono.

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Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE LUIGI NONO

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela medie 11.000 – 42.000 Euro
Bozzetti medie 3.000 – 5.500 Euro
Disegni e acquarelli medie 1.200 – 2.500 Euro
Capolavori gandi oltre i 42.000 Euro

 


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BIOGRAFIA LUIGI NONO

Luigi Nono ritratto della Sig Pergolo
Luigi Nono ritratto della Sig Pergolo

Luigi Nono, originario di Fusina nel 1850, trascorse la sua infanzia a Sacile, un incantevole villaggio nella provincia di Pordenone. Sin da giovane dimostrò un talento innato per il disegno, facendo sfoggio della sua abilità con maestria.

Nel 1865, il padre, consapevole del suo potenziale artistico, lo iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove divenne allievo di Pompeo Molmenti. Terminati gli anni di formazione accademica, Nono ritornò a Sacile a causa della tragica morte prematura di suo fratello Igino, annegato in giovane età.

I VIAGGI:

I suoi viaggi formativi lo portarono ad esplorare diverse località, spostandosi frequentemente dal suo piccolo paese natale. Trovava ispirazione nelle campagne di Polcenigo, dove catturava la natura in tutte le sue affascinanti e poetiche sfumature, distintive della sua pittura.

Nel 1876, Luigi Nono decise di lasciare il Veneto per visitare e soggiornare in varie città italiane, tra cui Firenze, Roma e Napoli. Nel 1878 intraprese un viaggio oltre i confini della penisola, recandosi prima a Vienna e poi a Parigi, una tappa fondamentale per la sua crescita artistica. Qui, il linguaggio espressivo degli artisti della Scuola di Barbizon suscitò in lui un profondo interesse. Si sentì in sintonia con la loro rappresentazione toccante e sincera del paesaggio.

Dopo la morte del padre nel 1879, l’artista fece ritorno in Veneto, ma decise di stabilirsi a Venezia invece di tornare nella sua piccola città natale. Qui, si sposò e mantenne sempre il suo carattere riservato, evitando i riflettori, ma allo stesso tempo iniziò a esporre le sue opere in diverse Biennali. Col passare del tempo, ottenne il successo sperato, non solo in Italia, ma anche all’estero.

Nel 1888, Luigi Nono partecipò all’Esposizione di Berlino e nel 1895 a quella di Monaco. Nel 1899, divenne professore all’Accademia di Venezia, ma a causa della chiusura dell’istituzione nel 1917, decise di trasferirsi a Bologna per insegnare presso un’altra prestigiosa Accademia.

Purtroppo, dopo i primi mesi di permanenza nella città emiliana, Nono si ammalò e fu costretto a tornare a Venezia, dove morì nel 1918. La sua arte e il suo talento rimangono un’eredità duratura nella storia dell’arte italiana.

GLI ESORDI E IL RIENTRO IN PATRIA:

Dopo la scomparsa del genitore, avvenuta nel lontano 1879, l’artista fa ritorno alle terre venete, ma invece di rimanere nella sua piccola città natale, decide di allontanarsi per raggiungere la splendida Venezia. In questa città, egli contrae matrimonio e mantiene sempre intatto il suo carattere riservato, bramoso di evitare i riflettori, ma allo stesso tempo inizia ad esporre le sue creazioni in diverse edizioni della Biennale. Passo dopo passo, riesce a ottenere il tanto agognato successo, non solo in Italia, ma anche oltre i confini nazionali.

Luigi Nono partecipa con entusiasmo anche all’Esposizione di Berlino del 1888 e a quella di Monaco del 1895. Nel 1899, viene nominato professore presso l’Accademia di Venezia, anche se purtroppo questa istituzione chiude i battenti nel 1917. Di conseguenza, Nono prende la decisione di trasferirsi a Bologna, dove avrà l’opportunità di insegnare nella propria accademia artistica.

Tuttavia, dopo i primi mesi trascorsi nella città emiliana, il destino gli riserva una triste sorpresa: si ammala e, pertanto, decide di fare ritorno a Venezia, dove, purtroppo, perderà la vita nel 1918.

I primi passi di Luigi Nono nel mondo artistico sono segnati dal momento in cui, nel 1871, decide di presentare le sue prime opere all’interno dell’Accademia, in occasione della mostra degli esami finali degli studenti. Purtroppo, queste opere sono andate perdute nel corso degli anni, ma sia la “Scala d’Oro” nel Palazzo Ducale che il “Coro dei Frari” suscitano grande apprezzamento, tanto che persino l’intellettuale Camillo Boito le loda entusiasticamente nella prestigiosa rivista “Nuova Antologia”.

Quando fa ritorno nella sua terra natia, Luigi Nono inizia a dimostrare un vivo interesse per le sfumature più vivaci del paesaggio veneto. Si immerge in un percorso artistico che lo porterà ad interpretare la natura in tutta la sua autenticità, utilizzando tonalità suggestive e quasi poetiche.

LA VITA QUOTIDIANA E IL NATURALISMO:

Prontamente, Luigi Nono inizia a sbarazzarsi di ogni traccia accademica ereditata dal maestro Molmenti. Si libera completamente, immergendosi in una pittura che si avvicina notevolmente a quella di Guglielmo Ciardi, abbracciando un linguaggio ricco di dettagli intimi ed armoniosi.

Tuttavia, rispetto a Ciardi, si può notare in Nono un vivo interesse per le figure umane, inizialmente rappresentate come piccole macchie all’interno di paesaggi, per poi diventare sempre più rilevanti nei suoi dipinti, in cui l’attenzione per gli episodi della vita quotidiana diviene gradualmente più profonda.
La narrazione della quotidianità

È proprio in questo contesto che Nono richiama in parte la semplicità e l’intimità caratteristiche della pittura di genere, associandolo al veneziano Giacomo Favretto. Tuttavia, quest’ultimo, nelle sue leggere interpretazioni della vita di tutti i giorni, risulta più frivolo e meno coinvolto.

Luigi Nono non si limita a rappresentare episodi di vita quotidiana per il semplice piacere di narrarli, ma li avvolge in un’aura di riflessione e di malinconia, elementi che contraddistinguono tutte le sue opere. Questa meditazione profonda accompagna ogni singolo dipinto, conferendogli un carattere unico e personale.

I PAESAGGI TREVIGIANI:

Le campagne trevigiane offrono angoli incantevoli per ammirare i panorami mozzafiato che si dipanano davanti ai nostri occhi. La magia della luce si mescola con la presenza di agricoltori e contadine dalle espressioni eloquenti, creando un connubio affascinante. Tra le opere d’arte che meglio riescono a catturare queste caratteristiche, spiccano:

  • Il ritorno dalle distese;
  • Nel crepuscolo di Coltura;
  • La sorgente del Gorgazzo.

Questi capolavori hanno conquistato i visitatori dell’Esposizione di Brera nel lontano 1873.

Luigi Nono, nel 1881, presenta a Milano una sua opera intitolata “Il triste destino del pulcino” e, due anni più tardi, svela a Roma il suo quadro oggi celebre: “Rifugio dei peccatori”. Quest’ultima creazione viene inviata a Monaco, dove si aggiudica la prestigiosa medaglia d’oro, e attualmente è gelosamente custodita nella Galleria Nazionale di Roma.

A partire dal 1888, Nono si fa un nome nelle Biennali di Venezia, partecipando con regolarità e suscitando ammirazione. Le sue opere iniziano a varcare i confini nazionali, facendo incursioni anche all’estero. A Berlino, sorprende il pubblico con “I festosi festeggiamenti”, a Monaco emoziona con “L’Ave Maria”, mentre a San Pietroburgo presenta un gigantesco dipinto dal titolo “Il funerale di un innocente”, un’opera che conquista l’attenzione e l’acquisto dello zar Nicola II.

 

 Raccolta delle patate
Raccolta delle patate

 

Preghiera
Preghiera

 

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