Giuseppe Moricci è nato a Firenze nel marzo del 1806 e deceduti nel 1879, è stato un pittore italiano, principalmente di genere, vedute e eventi contemporanei.
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BIOGRAFIA DI GIUSEPPE MORICCI
La sua tecnica artistica si forma al seguito di Giuseppe e Luigi Sabatelli. Le sue prime opere, sono legate aa tematiche storiche, come evidenziano le tele presentate alle prime mostre e come si evince dal premio ricevuto nel ’28 presso l’Accademia di Firenze per il disegno storico.
Continua a realizzare quadri dal tema storico fino agli anni ’30, successivamente la sua pittura diventa più tendente al verismo lombardo e toscano aggiungendo nelle sue opere un tocco emotivo evidente ma anche intimo e profondo. Analizzando questo aspetto infatti spesso viene accostato alla pittura del bresciano nonchè coetaneo Angelo Inganni.
Inganni era anch’esso un vedutista molto bravo nel realizzare scene di vita quotidiane che hanno come protagonisti soggetti popolari e della strada, utilizzando molto spesso contrasti di luce e buio, aggiungendo nelle sue tele focolari o carboni ardenti, lampade e spiedi, per mettere in luce i personaggi e soggetti della tela riprodotta.
Questa tecnica che sia avvicina molto a quella neo fiamminga, viene utilizzata sia da Angelo Inganni che da Giuseppe Moricci, soprattutto quando dipinge tele rappresentanti feste notturne della tradizione toscana. Le sue tele sono piene di brio, animate e narrativa dove l’intimità domestica la fà da padrone, e che caratterizzano quasi tutte le opere Giuseppe Moricci, che espone presso la Promotrice fiorentina dal 1846 per circa 30 anni.
Verso l’inizio degli anni Settanta, il linguaggio del pittore, fino ad ora molto preciso sia dal punto di vista coloristico che disegnativo, si fa più approssimativo, più veloce e dinamico e poco attento alla resa naturalistica. Espone per l’ultima volta a Firenze nel 1878, muore l’anno successivo, a settantatré anni.
Divenne professore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Tra le sue opere è la Processione dell’Angiolino tutta la SS Annunziata di Firenze. Frequentò il Caffè Michelangiolo, con Enrico Pollastrini e stringe amicizia con i rappresentanti macchiaioli, come Telemaco Signorini e non è certo un caso, che negli anni ’60, abbraccia il realismo minuzioso e preciso, senza, però, mai utilizzare lo stile cromatico tipico della corrente macchiaiola.
Molte delle sue vedute sono disegni o incisioni che mostrano sezioni di Firenze prima del Risanamiento. La sua Lettera dal Volontario (soldato) è esposta nell’edificio del Senato a Roma.
I primi anni realizzativi di Giuseppe Moricci sono legati alla pittura storica, grazie agli insegnamenti ricevuti dai Sabatelli, suoi maestri. Nel 1828, ancora studente, riceve il premio per il disegno storico “Lazzaro resuscitato dal Salvatore”, mentre nel 1833 realizza la “Cacciata del duca d’Atene”.
L’anno successivo, già si nota nelle sue opere un genere diverso, vediamo scene umili e sentimentali come “Un arrotino ambulante” e “Un ragazzo spazzacamino” realizzato nel 1839.
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