GINO SEVERINI

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BIOGRAFIA GINO SEVERINI

Gino Severini è nato a Cortona, nel 1883 e deceduto a Parigi, nel 1966, intraprende un viaggio che lo conduce dalla sua città natale a Roma nel 1899, abbracciando nuove prospettive e aspirazioni. Durante il suo soggiorno nella capitale italiana, si avvicina alle ideologie socialiste, abbracciando la pittura e immergendosi in una profonda ricerca filosofica.

L’Incontro con l’Arte a Roma

Severini si trova circondato da un ambiente artistico stimolante, entrando in contatto con figure come Umberto Boccioni (1882-1916). Insieme a Boccioni, frequenta lo studio del maestro Giacomo Balla  e si addentra con entusiasmo nel mondo del Divisionismo, guidato dalle sagge parole del loro mentore.

Il Passo Verso Parigi: Un “Italien de Paris”

Nel 1906, Severini prende la decisione audace di trasferirsi a Parigi, immerso completamente nell’atmosfera artistica della città delle luci. Qui, stringe amicizia con illustri nomi come Pablo Picasso, Juan Gris, Amedeo Modigliani e Max Jacob. Inoltre, coronando il suo legame con le arti e la cultura, sposa la figlia del poeta Paul Fort e frequenta i salotti intellettuali del Closeries de Lilas.

L’Abbraccio al Futurismo e al Cubismo

A Parigi, Severini si avvicina al Futurismo, firmando persino il Manifesto della pittura futurista nel 1910. Questo periodo rivela un connubio eclettico tra il Futurismo francese con radici nel Divisionismo e un apprezzamento per il Cubismo.

È in questo periodo cruciale, impregnato di influenze artistiche intense, che Gino Severini sviluppa il suo stile unico. La realtà, sostiene, deve essere interpretata attraverso regole geometriche, le stesse leggi che governano la natura nella sua universalità.

L’Influenza della Guerra e la Riscoperta dell’Antico

Durante gli anni di guerra, il Cubismo e il Futurismo convergono, basati su una visione scientifica che trae ispirazione anche dalla frequentazione del matematico Raoul Bricard. In questo contesto, Severini riscopre il patrimonio artistico antico, abbracciando l’arte rinascimentale e le filosofie pitagoriche e platoniche.

Il Successo Artistico e la Maturità

Nel 1919, Severini firma un contratto con il rinomato gallerista Léonce Rosenberg, esponendo con successo alla Galleria l’Effort Moderne. Nel frattempo, stabilisce legami con gli artisti associati alla rivista “Valori Plastici” in Italia, condividendo la loro ricerca del ritorno al classicismo.

Il Passo dal Cubismo al Classicismo

Il 1921 segna l’uscita del suo saggio “Du Cubisme au Classicisme” e il suo ritorno in Italia. Qui, riceve commissioni artistiche private, permettendogli di sperimentare con successo la decorazione a fresco, sia in Italia che in Francia. Partecipa alle mostre del movimento Novecento, guadagnandosi il favore di Margherita Sarfatti. Durante questo periodo, Severini realizza anche opere murali in concomitanza con il Manifesto sironiano.

Gino Severini: Tra Futurismo e Cubismo nei Suoi Esordi

La frequentazione romana di Balla e Boccioni lo guida verso lo studio approfondito del Divisionismo, aprendo la strada al suo trasferimento a Parigi. Qui, approfondisce il pointillisme francese di Georges Seurat e Paul Signac, distanziandosi dall’approccio futurista italiano.

Influenzato dai cubisti, mescola abilmente le due avanguardie, creando un linguaggio artistico incentrato sulle leggi matematiche. Opere come “Cannoni in azione” e “Zingaro che suona la fisarmonica” rappresentano il suo talento in questo periodo.

L’Abbraccio al Classicismo e alle Proporzioni Geometriche

Il dipinto “Maternità” del 1916 segna un ritorno all’ordine classico per Severini. Un’arte nitida e formale, con richiami all’iconografia della Madonna col Bambino, riflette il trattato del 1912, sostenendo un ritorno alle proporzioni e alle regole auree dell’arte antica.

L’Arte Sacra e l’Umanesimo Toscano

Negli anni Trenta e Quaranta, Severini si avvicina all’arte sacra, forse influenzato dalla tragica morte del figlio. Il suo lavoro riflette l’Umanesimo toscano, con affreschi che richiamano l’arte di Piero della Francesca, Paolo Uccello e Cennino Cennini.

Il Muralismo e le Decorazioni Iconiche

Severini dedica il suo talento alla pittura murale, con riferimenti costanti ai pittori toscani del Quattrocento nella scelta dei colori e nella stesura. Decorazioni nella chiesa di Semsales a Friburgo, nella chiesa di Tavannes in Svizzera, e i mosaici della Via Crucis a Cortona testimoniano la sua abilità nell’arte murale.

In conclusione, Gino Severini ha lasciato un’impronta indelebile nell’arte del XX secolo, attraversando diverse fasi artistiche e abbracciando concetti innovativi, che spaziano dal Futurismo al Cubismo e al Classicismo, guidato da un costante desiderio di esplorazione e riscoperta. La sua eredità artistica rimane una testimonianza dell’evoluzione dell’arte moderna nel corso del Novecento.

 

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