GERARDO DOTTORI

Gerardo Dottori è nato l’11 novembre 1884 e deceduto il 13 giugno 1977 fu un pittore futurista italiano. Ha firmato il Manifesto del Futurismo di Aeropittura nel 1929.


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BIOGRAFIA DI GERARDO DOTTORI

Gerardo Dottori nel suo studio mentre realizza una sua opera
Gerardo Dottori nel suo studio mentre realizza una sua opera

È stato associato alla città di Perugia per gran parte della sua vita, vivendo a Milano per sei mesi come studente ea Roma dal 1926 al 1939. La principale produzione di Dottori fu la rappresentazione di paesaggi e visioni dell’Umbria, per lo più visti da una grande altezza. Tra i più famosi ci sono la primavera umbra e il fuoco in città, entrambi dei primi anni ’20.

Dottori è nato a Perugia da una famiglia della classe operaia. Sua madre morì quando lui aveva otto anni. Fu ammesso come giovane all’Accademia di Belle Arti di Perugia, e contemporaneamente fu assunto da un antiquario. Nel 1906 lavora come decoratore a Milano, dove è stato in grado di visitare musei e mostre. Riprese i suoi studi nel 1908, mescolandosi in circoli artistici d’avanguardia a Firenze. Nel 1910 inizia a collaborare con la rivista Defense dell’Arte.

Nel 1911 si recò a Roma dove incontrò Giacomo Balla e divenne un aderente al Futurismo. Nel 1912 entra a far parte del primo gruppo futurista in Umbria. Nel 1915 combatte nella prima guerra mondiale, scrivendo contemporaneamente Parole in libertà che pubblica con il nome di G. Voglio.

Nel 1920 fondò la rivista futurista Griffa!. Nello stesso anno ha avuto la sua prima mostra a Roma. Nel 1924 partecipò al Congresso futurista, dove aveva già acquisito una certa notorietà, presentando la sua tesi sul futurismo rurale. Nello stesso anno espone alla Biennale di Venezia, il primo futurista a farlo. Nel corso della sua vita ha partecipato a dieci Biennali.

Dal 1926 al 1939 visse a Roma, collaborando con varie riviste d’arte. Nel 1925 espose alla Permanente e nel 1927 alla Galleria Pesaro nella prima di una serie di mostre futuriste, tra cui una mostra personale nel 1931.

Il suo contributo principale al futurismo fu l’aeroplano. Fu uno dei firmatari del Manifesto Aeropittura del 1929, firmato anche da Benedetta Cappa, Fortunato Depero, Fillia, Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini e altri, che sono tra i suoi maggiori rappresentanti. Nel 1932 fu uno dei primi futuristi a dipingere soggetti sacri, seguendo il Manifesto del Futurismo d’Arte Sacra del 1931 firmato da Marinetti e Fillia. Il coinvolgimento del futurista nell’arte religiosa seguì la firma del trattato del Laterano tra il Vaticano e l’Italia fascista nel 1929.

Nel 1939 Dottori fu nominato alla cattedra di pittura a Perugia, rimanendo in quel posto fino al 1947. Nel 1941 scrisse il Manifesto dell’Aeropittura umbro in cui proponeva che l’essenza del suo Futurismo risiedesse nella rappresentazione di paesaggi misticamente inclinati.

Dottori realizzò numerose commissioni murali, tra cui l’Altro Mondo di Perugia e l’idrovia di Ostia. La pittura murale è stata abbracciata dai futuristi nel Manifesto del plastificazione murale in un periodo in cui la rinascita della pittura ad affresco era in discussione in Italia.

Dopo un silenzio postbellico intorno al Futurismo di Marinetti, il Dottori espone nel 1951 a Bergamini e alla Biennale d’Angelicum del 1953 e continua ad esporre negli anni ’50 e ’60. Nel 1989 una retrospettiva del lavoro di Dottori è stata presentata alla Galleria San Carlo.

L’aeropittura usata molto spesso dal Dottori fu una delle principali espressioni della seconda generazione del futurismo a partire dal 1926. La tecnologia e l’eccitazione del volo, sperimentate direttamente dalla maggior parte degli aeroplani, offrivano agli aeroplani e al paesaggio aereo nuovi argomenti.

L’aeropenna è stata variata in materia e trattamento, tra cui il realismo, l’astrazione, il dinamismo, i silenziosi paesaggi umbri, i ritratti di Mussolini come Il ritratto del Duce di Dottori, i dipinti religiosi devozionali, l’arte decorativa e immagini di aerei.

L’Aeropittura è stata lanciata in un manifesto del 1929, Prospettive di volo, firmato da Benedetta, Depero, Dottori, Fillìa, Marinetti, Prampolini, Somenzi e Guglielmo Sansoni.

Gli artisti affermano che “Le mutevoli prospettive del volo costituiscono una realtà assolutamente nuova che non ha nulla in comune con la realtà tradizionalmente costituita da una prospettiva terrestre” e che “Dipingere da questa nuova realtà richiede un profondo disprezzo per i dettagli e una necessità di sintetizzare e trasfigura tutto.”

Crispolti identifica tre principali “posizioni” nell’aeropittura: “una visione della proiezione cosmica, più tipica nell’idealismo cosmico di Prampolini; una” réverie “di fantasie aeree che a volte sfiorano la fiaba come per le opere di Dottori e una sorta di documentarismo aeronautico che si avvicina vertiginosamente alla celebrazione diretta dei macchinari che troviamo in Crali, ma anche in Tato e Ambrosi).”

 

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