FRANCESCO NETTI

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LE QUOTAZIONI di Francesco Netti

Opere pittoriche di dimensioni contenute, valutabili tra i 2.000 e i 4.000 euro, sono oggetto di crescente interesse nel mercato dell’arte. Nel caso in cui si manifestino opere di grande formato con soggetti non legati all’arte pompeiana, il loro valore stimato può variare tra i 20.000 e i 40.000 euro. Esploriamo insieme questa affascinante collezione di dipinti, dove le dimensioni ridotte si traducono in un’esperienza artistica intima e accessibile, mentre opere di ampie proporzioni ci immergono in scenari suggestivi valutati in un ambito di prezzo più elevato.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Francesco Netti.

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Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

QUOTAZIONI INDICATIVE FRANCESCO NETTI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela piccole 2.000 – 4.000 Euro
Olio su tela – non pompeiana grandi 20.000 – 40.000 Euro

 


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BIOGRAFIA FRANCESCO NETTI

Francesco Saverio Netti (24 dicembre 1832 a Santeramo in Colle – 28 agosto 1894 a Santeramo in Colle) fu un pittore italiano. Primogenito di Nicola, ricco possessore terriero, e di Giuseppa Vitale, nativa di Conversano. A partire dal 1843, frequentò il collegio degli scolopi a S. Carlo alle Mortelle a Napoli, dove il rettore gli assegnò la realizzazione del primo dipinto per la cappella dell’istituto – oggi ancora custodito – raffigurante La morte di s. Giuseppe Calasanzio.

Conseguita la laurea in giurisprudenza, imposta dalla famiglia nel 1855, si iscrisse al Reale Istituto di belle arti di Napoli per un solo anno, dimostrando una certa insofferenza verso l’insegnamento accademico. Già da tempo coltivava lo studio della pittura, prima con Giuseppe Bonolis – il cui insegnamento aveva conquistato il favore di molti giovani artisti, tra cui Filippo Palizzi – e successivamente con Michele De Napoli e Tommaso De Vivo.

Esplorando Nuove Vie

Tra il 1856 e il 1859 trascorse un periodo a Roma in compagnia dell’amico Pasquale De Crescito. Al suo ritorno a Napoli nel 1860, frequentò l’atelier di Domenico Morelli e dipinse il Ritratto del fratello Antonio. Nel 1861, alla I Esposizione italiana di Firenze, presentò il dipinto Follia di Haidée, scegliendo di distaccarsi dall’influenza di Morelli per cercare una propria individualità.

Nel 1862 partecipò alla I Esposizione della Società promotrice di belle arti di Napoli con la tela Rimembranze del 15 maggio 1848, in cui voleva esprimere la rivoluzione non in campo di battaglia, bensì nella “dimensione domestica, operata da ogni cittadino”. Da quell’anno fino al 1866, fu presente in tutte le Promotrici napoletane e tra il 1862 e il 1864 frequentò la scuola di nudo di Filippo Palizzi. L’influenza dei macchiaioli toscani, in particolare di Adriano Cecioni, Marco De Gregorio e Giuseppe De Nittis, lo rese sensibile alle innovazioni artistiche.

Parigi e Nuove Prospettive

Alla IV Promotrice del 1866, ottenne grande successo con Una processione di penitenza al ponte della Maddalena durante l’eruzione del Vesuvio del 1794. Trasferitosi a Parigi nel 1866, dove già dimorava dal 1844 Giuseppe Palizzi, vi rimase fino al 1871, soggiornando a Grez-sur-Loing, piccolo borgo nei pressi della foresta di Fontainebleau, dal agosto 1869 al gennaio 1870. Qui ebbe modo di condividere esperienze con pittori barbizoniers e gli amici John Singer Sargent, Frank O’Meara e Arthur Heseltine.

Durante quel periodo, condusse una vita bohémien, dedicandosi alla pittura en plein air. Dipinse opere come Festa a Grez, mostrando sensibilità ai modi di Gustave Courbet, come evidente in L’onomastico. Nel 1870, allo scoppio della guerra franco-prussiana, fece ritorno a Parigi, prestando soccorso nella Croce rossa italiana. Ridusse notevolmente l’attività pittorica, realizzando poche opere, tra cui Barricata in una strada. Durante gli anni parigini dipinse Orgia e lavoro.

Ritorno a Napoli e Nuove Sfide

In quest’ultimo, completato nel 1872 dopo il ritorno a Napoli, riprese la tematica del carnevale, già trattata anni prima in Dopo la festa. L’accento moraleggiante, presente in tutti questi dipinti, emerge chiaramente in Orgia e lavoro, dove gli spazzini al lavoro al mattino sono in aperto contrasto con una comitiva di personaggi mascherati. Nel febbraio 1871, a malincuore, al termine della guerra, Netti fece ritorno a Napoli, dove le prospettive artistiche erano limitate.

Maturità e Raffinamento Artistico

Si dedicò intensamente alla preparazione del VII Congresso pedagogico, scrivendo un testo come rappresentante della Commissione speciale per il disegno, e all’attività giornalistica. Nel 1874 intraprese un viaggio di studio a Padova, Ferrara e Venezia, che documentò in A Venezia. Note e impressioni di viaggio, ispirandosi alle due redazioni di Suicidio nella calle nello stesso anno. Alla Promotrice napoletana espone La leggitrice, forse identificabile con La lettrice, argomento che trattò anche in Un angolo del mio studio e, in tono più leggero, in La lettura.

Nuovi Orizzonti e Cambiamenti

Nei primi anni del secondo soggiorno napoletano, dipinse alcuni paesaggi ispirati a Santeramo, come Sulla via di Santeramo, influenzato dalle esperienze francesi, e Sul sagrato della chiesa, ispirato ai modi di Marco De Gregorio. Tra il 1875 e il 1876 scrisse l’articolo Il Vesuvio e, nel 1876, ottenne la commissione di dipingere una pala d’altare per la cattedrale di Altamura, consegnata l’anno successivo. Tra il 1875 e il 1880, si dedicò soprattutto a quadri di soggetto antico, traendo ispirazione dal fregio dipinto raffigurante Danzatrici, scoperto nel 1833 nella necropoli di Ruvo di Puglia.

Cambiamenti Stilistici e Nuove Esplorazioni

Nello stesso anno, pubblicò l’articolo Note d’arte nell’Illustrazione italiana, sottolineando la necessità di cercare, nei soggetti antichi, l’aspirazione al tempo passato e soprattutto la rappresentazione di ciò che non muta mai. Nel 1880, all’Esposizione artistica nazionale di Torino, presentò il dipinto Lotta dei gladiatori durante una cena a Pompei, cambiando il suo interesse verso soggetti di storia contemporanea.

Viaggio verso l’Oriente

Tra questi, In corte d’assise, ispirato al processo Fadda del 1879, presentato all’Esposizione nazionale di belle arti di Roma nel 1883. Nel 1884 intraprese un viaggio verso l’Oriente, invitato in crociera da Giuseppe Caravita principe di Sirignano, personalità di spicco dell’ambiente napoletano. Insieme a Netti viaggiarono altri due pittori, Camillo Miola e Edoardo Dalbono.

Ritorno a Napoli e Riflessioni Interiori

Dopo la partenza da Bari ai primi di luglio sullo yacht del principe, i viaggiatori si fermarono ad Atene e successivamente a Therapia, sul Bosforo. Netti visitò Costantinopoli quasi ogni giorno, esprimendo stupore per la “grande città originale”. La Turchia, dove rimase per due mesi, gli ispirò una serie di disegni e acquerelli. Tornò in Italia via terra, passando per Bucarest, Budapest e Vienna. Tornato a Napoli, arredò e organizzò il suo studio in palazzo Capomazza all’Arco Mirelli, con influenze orientali, dipingendo vari oli, tra cui l’Odalisca.

Ultimi Anni e Commiato

Nel 1885 iniziò a utilizzare la fotografia, accentuando in pittura la resa di alcuni dettagli, definendo elementi in primo piano e sfumandone altri sullo sfondo. Dal 1886 al 1889-90 si dedicò al dipinto Le ricamatrici levantine. La genesi dell’opera coincise con la morte della moglie del fratello Luigi, ispirando all’artista, nel 1887, un dipinto analogo, La crisi, presentato nel 1887 all’Esposizione artistica nazionale di Venezia.

Negli anni della maturità, condusse una vita appartata, partecipando solo alla Promotrice napoletana del 1888. Pur riducendo l’attività di critico, continuò a studiare e scrivere, traducendo testi di Schiller e Goethe. Meditò più volte di trasferirsi a Santeramo, diventato il suo scenario preferito per dipingere scene agresti, sia su tela che attraverso la fotografia, sotto l’influenza di Francesco Paolo Michetti.

Gli ultimi anni

Dal 1890 fino alla sua morte nel 1894, si dedicò a una serie di quadri che avevano come protagonisti i mietitori. In queste tele, tra cui Riposo in mietitura e La messe, i temi sociali, ispirati agli Spaccapietre di Courbet o alle Spigolatrici di Jean-François Millet, erano trattati con un tono che “non è certo da interpretare come una denuncia o critica sociale”. Chiamato a Napoli nel 1891 dal principe di Sirignano, che gli aveva commissionato le decorazioni parietali della sala da pranzo del suo nuovo palazzo sulla Riviera di Chiaia, eseguì cinque cartoni per arazzi tratti dai dipinti di Horace Vernet, già a Capodimonte, ora dispersi.

Pur cercando sollievo da una malattia polmonare, trascorse la maggior parte del tempo a Santeramo, dove si spense il 28 agosto 1894.

 

Francesco Netti Nuda sul letto
Francesco Netti – Nuda sul letto

 

Francesco Netti - La fumatrice
Francesco Netti – La fumatrice

 

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