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LE QUOTAZIONI di Francesco Lojacono
N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una più corretta stima andrebbero visionate dal vivo dal nostro esperto in sede.
RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE FRANCESCO LOJACONO
Tipologia opere | Dimensione | Quotazione |
Olio su tela – tavola | piccole | 2.500 – 4.500 Euro |
Vedute palermitane | medie – grandi | 5.500 – 16.500 Euro |
Olio su tela – primo periodo | grandi | maggiore di 16.500 Euro |
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BIOGRAFIA FRANCESCO LOJACONO
Francesco Lojacono nacque a Palermo nel 1838, immergendosi fin dalla giovane età nel mondo della pittura. Il padre, Luigi, dipingeva piccole e variegate scene di battaglia.
La sua formazione si sviluppò principalmente a Napoli, dopo aver iniziato a studiare con Salvatore Lo Forte, un artista compaesano. Nel 1856, grazie a una borsa di studio ottenuta su consiglio paterno, si trasferì a Napoli.
Nel 1860, Francesco partecipò all’impresa garibaldina dei Mille insieme al padre e al fratello Salvatore. Due anni dopo, marciò con Garibaldi verso Roma, ma venne catturato sull’Aspromonte insieme a Menotti Garibaldi, figlio di Giuseppe ed Anita.
Esplorazioni in Sicilia
Dopo questa fase di attivismo politico, Lojacono si dedicò nuovamente alla pittura, esplorando la Sicilia e rappresentandone i luoghi caratteristici. Si stabilì ad Agrigento, dove conobbe Giuseppe e Francesco Sinatra, divenuti col tempo alcuni dei suoi principali mecenati e collezionisti.
Fin dalla gioventù, espose nelle più importanti mostre nazionali e internazionali, continuando questa pratica per tutta la vita. Venne considerato uno dei più grandi pittori paesaggisti dell’Ottocento in Sicilia e ricoprì numerosi incarichi accademici.
Nel 1872, fu nominato professore onorario di paesaggio presso l’Istituto di Belle Arti di Napoli, e nel 1896 divenne professore di “pittura di paesaggio e di marine” all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ruolo che mantenne fino al 1914. Nel 1909, il Circolo Artistico di Palermo celebrò i suoi cinquant’anni di carriera con un discorso tenuto dall’architetto Ernesto Basile, mentre il giornalista Francesco Colnago gli dedicò una dettagliata biografia.
Pittura storica e paesaggistica
Nei suoi anni di apprendistato in Sicilia, Lojacono produsse opere di soggetto storico, influenzato dal padre e rafforzato dal contatto con Lo Forte, che aveva studiato a Roma con Vincenzo Camuccini. Dipinse opere come “Ferruccio a Gavignana”, “Pia dei Tolomei” e “Giovanni dalle Bande Nere”. Tuttavia, abbandonò la pittura storica dopo il trasferimento a Napoli.
Paesaggio realista
A Napoli, entrò in contatto con il realismo di Filippo Palizzi e frequentò il suo studio, che segnò una svolta radicale nella sua arte. Specializzatosi in un trattamento innovativo e personale del paesaggio, Lojacono si abbandonò completamente alla rappresentazione realistica, interpretando tutte le sfumature della natura. Le prime opere napoletane, come “Vento in montagna” o “Alti pascoli”, erano ancora fortemente influenzate dallo stile di Palizzi. Successivamente, però, il suo linguaggio pittorico si arricchì di influssi provenienti dai Macchiaioli e dalle correnti realiste europee, con un contributo significativo dal siciliano Antonino Leto.
L’Impatto Siciliano di Francesco Lojacono
È nel vibrante contesto degli anni Settanta dell’Ottocento che Lojacono, dopo il suo coinvolgimento nelle gesta garibaldine, decide di stabilirsi in Sicilia. Tra le terre di Agrigento e Palermo, questo periodo segna il culmine del suo perfezionamento nell’arte di raffigurare i paesaggi siciliani.
La sua attenzione si concentra principalmente sulle marine e sui panorami urbani, superando le convenzioni artistiche tradizionali per sviluppare uno stile unico e personale. Le sue vedute sono colme di dettagli atmosferici e luminosi, trasformando le rappresentazioni in visioni chiare e ricche di vividi giochi di colori.
La sicurezza del suo tratto permette di catturare con precisione la pienezza autentica e schietta delle marine siciliane. Al tempo stesso, non trascura la raffigurazione emozionante della natura: la sua fermezza si sposa con un’espressione infinitamente mutevole e sentita.
Durante questo periodo, emerge il dipinto “Vento in montagna” (1872) e “Veduta di Palermo” (1875), evidenziando un’osservazione attenta e coinvolgente del paesaggio e un impegno autentico nello studio dal vero.
Le Coste Palermitane
Gli dipinti degli anni Ottanta e Novanta spiccano per un vedutismo luminoso e quasi fotografico. Opere come “Presso il Vesuvio”, “Sulla via di Romagnolo” e “Bassa marea” mostrano questa caratteristica. In “Golfo di Palermo” del 1885, Lojacono fonde magnificamente la natura con le figure umane.
Il mare appare sereno, il cielo e la terra si riflettono dolcemente nelle acque. I pescatori si radunano in riva, occupati con le loro lenze. Tutto è reso con una realtà commovente: la variazione della luce che sfuma nel rosa, il lavoro umano, la bellezza struggente del golfo palermitano.
Nelle opere successive, appartenenti all’ultima fase della sua produzione, emergono tonalità più oscure dipinte sulla tela con pennellate meno definite. Questi quadri evocano situazioni sospese e ispirate come “Sulle rive dell’Anapo”, “Palude” e “Sul fiume, al tramonto”.
Una Vasta Produzione Artistica
Durante gli anni di maturità artistica, Lojacono partecipa attivamente a numerose mostre in Italia e all’estero, grazie alla sua produzione continua e quasi inesauribile. Nel 1871, espone “La Valle dell’Oreto” all’Esposizione Internazionale di Vienna.
A Parigi, nel 1878, presenta “Veduta di Palermo” e nel 1883, all’Esposizione Nazionale di Roma, invia “L’arrivo inatteso”, opera particolarmente apprezzata dalla regina Margherita, che decide di acquistarla per la sua collezione al Quirinale.
Nei bienni 1891-1892, espone diverse opere all’Esposizione Nazionale di Palermo, tra cui “L’autunno”, “L’estate”, “L’Anapo” e “Veduta di Palermo dall’Ospizio Marino”. Quest’ultima fa poi parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il suo ultimo quadro conosciuto, “La raccolta delle olive”, viene datato al 1914 e viene dipinto per la collezione dei fratelli Sinatra ad Agrigento.
Lojacono muore a Palermo l’anno successivo, lasciando dietro di sé una vastissima e variegata produzione artistica. Molte delle sue opere si trovano in collezioni private. Una grande parte di esse rimane in Sicilia, divisa tra la Civica Galleria d’Arte Moderna e la collezione del Banco di Sicilia.
Alcuni dei suoi quadri sono custoditi anche nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e nella Pinacoteca di Capodimonte a Napoli. La ricca collezione dei fratelli Sinatra, composta da ottanta dipinti dell’artista, è stata donata interamente al Museo Civico di Agrigento.
Muore a Palermo nel 1915.
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