ENRICO COLEMAN

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LE QUOTAZIONI di Enrico Coleman

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Naturalmente, l’arte di Enrico Coleman si svela attraverso l’analisi delle quotazioni delle sue opere. Ecco perché esplorare queste cifre può rivelare molto sulla sua carriera artistica. Tuttavia, per comprendere appieno il suo mondo pittorico, dobbiamo scavare più a fondo.

La Diversità delle Quotazioni di Enrico Coleman

Le quotazioni di Enrico Coleman per le sue opere sono davvero eterogenee. Si spazia da € 1.500 a ben oltre € 10.000, un intervallo che, però, non riflette soltanto la vasta gamma di prezzi, ma anche la diversità delle sue creazioni. Ogni opera di Coleman è come un capitolo unico e prezioso nella sua storia artistica.

Le Diverse tipologie delle sue opere

Per capire perché si verificano tali variazioni nei prezzi, dobbiamo esaminare attentamente due elementi fondamentali: la qualità e le dimensioni delle opere stesse. In altre parole, è la maestria e l’ambizione delle sue creazioni a dettare il loro valore sul mercato.

L’Influenza Tecnica

Tuttavia, è importante sottolineare che la tecnica utilizzata dall’artista non è il principale driver dei prezzi delle sue opere. Questo perché, nella stima complessiva di un’opera finita di Coleman, la tecnica è solo una parte del quadro generale. Quindi, a causa di questa sfumatura, anche le opere meno tecniche possono essere molto preziose se contengono un messaggio o una visione profonda.

Una Scarsità Ricercata

È interessante notare che le opere ad olio su tela di Coleman sono davvero rare e, di conseguenza, spesso più ambite. Questa rarità, in sintesi, si traduce in valori più elevati sul mercato. D’altro canto, gli acquarelli sono più diffusi e accessibili.

Il Fascino della Campagna Romana

Le opere che ritraggono la pittoresca campagna romana e, per esempio, scene di cavalli in corsa, sono particolarmente apprezzate dagli acquirenti. Questi dipinti catturano l’essenza della vita e della cultura locali in modo straordinario.

La Conclusione

In conclusione, le quotazioni di Enrico Coleman rappresentano un mondo artistico intrigante e in continua evoluzione. La sua capacità di catturare l’anima di Roma attraverso le tele è sorprendente, e i prezzi delle sue opere riflettono non solo il valore economico, ma anche il valore emotivo e culturale che esse portano con sé. Dopo di che, è importante sottolineare che il record di vendita di Coleman, attestato a circa €40.000, testimonia l’apprezzamento crescente per il suo lavoro e la sua influenza duratura nel mondo dell’arte.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.


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BIOGRAFIA ENRICO COLEMAN

Enrico Coleman
Enrico Coleman

Enrico Coleman nato il 21 giugno 1846 morto il 14 febbraio 1911, è stato un pittore italiano di nazionalità britannica.

Era il figlio del pittore inglese Charles Coleman e fratello del meno noto pittore italiano Francesco Coleman. Dipinge, negli oli e negli acquerelli, i paesaggi della Campagna Romana e dell’Agro Pontino; era un collezionista, un coltivatore e un pittore di orchidee. A causa della sua presunta aria orientale, era conosciuto dai suoi amici come “Il Birmano”.

Enrico Coleman era il quarto figlio del pittore inglese, che era venuto a Roma nel 1831 e vi si stabilì definitivamente nel 1835, e di una famosa modella, Fortunata Segadori, che aveva sposato nel 1836.

Coleman è stato inizialmente allievo di suo padre, e ha studiato successivamente all’Accademia di San Luca a Roma. Ha esposto un dipinto naturalistico di una mandria di bufali nelle paludi pontine, presso il Club Internazionale degli Artisti nel 1872,  secondo quanto riferito, iniziò a dipingere soggetti di genere nella maniera dell’elegante Mariano Fortuny, sebbene non siano note opere che mostrano l’influenza del pittore spagnolo.

L’influenza di Nino Costa:

Su istigazione di Nino Costa, ritornò presto alla raffigurazione di persone, animali e paesaggi della Campagna Romana e dell’Agro Pontino. Un album di acquerelli di questo periodo giovanile (1871-1875) fu recentemente riscoperto e presentato a Roma nel 2004.

Enrico Coleman era un amante delle orchidee, che dipingeva, collezionava e coltivava. Un famoso album di 88 orchidee,  in acquarello, dipinto nel 1890 e intitolato Orchidea Birmana fu venduto a un inglese, è stato riscoperto negli anni ’80 e pubblicato in facsimile.

Un acquerello di orchidee del 1894 è nella Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Coleman possedeva una notevole collezione di orchidee indigene, che coltivava in scatole speciali nella sua casa in via Valenziana 6. Il botanico Fabrizio Cortesi ha intitolato un’orchidea in suo onore.

Nel 1875, Coleman fu tra i membri fondatori della Società degli Acquarellisti, la società romana degli acquarellisti; partecipò alla prima mostra della società nel 1876 e continuò a esporre con loro fino al 1907. Nel 1878 fu eletto membro onorario della società reale belga di acquerelli, con la quale partecipò al Salone di Parigi nel 1879. Da quel momento in poi iniziò ad esporre regolarmente. Ha inviato dipinti alla 4ª Esposizione Nazionale di Belle Arti, e alla mostra nazionale d’arte di Torino nel 1880, e a quella di Milano l’anno successivo, ha esposto opere a Londra nel 1882 e a Roma nel 1883.

Il gruppo In Arte Libertas:

Nel 1885, Enrico Coleman fu tra i membri fondatori del gruppo In Arte Libertas, di cui Nino Costa fu la forza guida e gli altri membri fondatori furono Vincenzo Cabianca, Onorato Carlandi, Giuseppe Cellini, Alessandro Castelli, Cesare Formilli, Giuseppe Raggio, Alfredo Ricci, Mario de Maria e Gaetano Vannicola. Coleman aveva sei dipinti nella prima esposizione del gruppo, che si svolse dal 10 al 28 febbraio 1886, in uno studio di un pittore dilettante di nome Giorgi, in via S. Nicola da Tolentino 72.

Ha partecipato in qualche misura a tutte le successive mostre annuali. Dal 1895 al 1899 il gruppo espose collettivamente all’Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia, che sarebbe poi diventata la Biennale di Venezia; Coleman ha continuato a esporre in tutte le edizioni fino al nono del 1910.

Poco dopo la morte di Costa, nel 1903, In Arte Libertas fu trasformata in una nuova società, la “XXV della Campagna Romana”. Il XXV nacque nella trattoria “Il Pozzo di San Patrizio” sulla via Nomentana, la sera del 24 maggio 1904. Coleman fu eletto “capoccetta”, “piccola testa” o presidente, a vita.

Gli altri membri comprendevano Giuseppe ed Ettore Ferrari, Onorato Carlandi, Giulio Aristide Sartorio, membri del precedente gruppo, a cui si unirono Cesare Pascarella, Arturo Noci, Lorenzo Cecconi, Vittorio Grassi, Carlo Montani, Amedeo e Virgilio Simonetti, e altri.

La vita di Coleman:

Enrico Coleman non si è mai sposato. Tuttavia, ha mantenuto la sua nazionalità britannica per tutta la vita, ma non ha mai visitato la Gran Bretagna. In altre parole, l’unica grande città che ha mai visto era Torino. Dopo di che, secondo Diego Angeli, a parte quell’unico viaggio, non è mai andato più a nord del Monte Soratte, né più a sud di Terracina. Soprattutto, oltre alla pittura e alle orchidee, amava il tiro e l’alpinismo.

Fu tra i primi membri del Club Alpino Italiano, a cui si unì nel 1881 e di cui divenne membro onorario a vita nel 1906. Il club pubblicò il suo panorama sul Gran Sasso d’Italia nel 1884 e gli assegnò una medaglia d’oro all’Esposizione Alpina, o esibizione di alpinismo, a Bologna nel 1888.

Morì a Roma di pleurite nella notte del 14 febbraio 1911 perché fu sepolto nel cimitero non cattolico di Testaccio; la data sulla sua lapide è calcolata dalla fondazione di Roma. Più tardi nello stesso anno, fu l’unico artista ad avere un’intera stanza a lui dedicata all’Esposizione internazionale d’arte di Roma, in cui quarantanove sue opere, sia a olio che a acquerelli, furono appese da un gruppo di suoi amici.

Per esempio, nelle mostre di Castel Sant’Angelo per i 50 anni dell’Unità d’Italia, i suoi acquerelli di paesaggi montani fanno parte della mostra del Club Alpino Italiano. Nell’anniversario della morte di Coleman, trenta delle sue opere dalla collezione di sua sorella Giorgina sono state esposte allo Studio Jandolo al 52a, in via Margutta, a causa dell’iniziativa di Onorato Carlandi, Diego Angeli, Arturo Lancellotti e Jandolo stesso.

 

 

Enrico Coleman Cavalli bevono nella fontana
Enrico Coleman – Cavalli bevono nella fontana

 

Enrico Coleman cavalli al pascolo
Enrico Coleman – Cavalli al pascolo

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