CESARE MACCARI

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LE QUOTAZIONI di Cesare Maccari

Cesare Maccari si distingue nel panorama artistico con prezzi che oscillano tra i 1.500 e i 6.000 euro per le sue affascinanti tele, raffiguranti scene di vita quotidiana immerse nel suggestivo contesto di Roma o ritratti di episodi biblici e storici. Le sue opere di dimensioni più imponenti possono raggiungere e superare i 12.000 euro. Pur essendo noto principalmente per il suo lavoro come decoratore e frescante, il suo repertorio da cavalletto è limitato sul mercato.

Tuttavia, se dovessero emergere opere monumentali di storia o di tema orientalista, i loro prezzi potrebbero facilmente superare i 25.000 euro, riflettendo la profondità e l’impatto delle sue creazioni. Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Cesare Maccari.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

QUOTAZIONI INDICATIVE CESARE MACCARI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – Scene di vita quotidiana medie 1.500 – 6.000 Euro
Olio su tela – ritratti storici grandi 12.000 – 15.000 Euro
Olio su tela – monumentali medie -grandi oltre i 25.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI CESARE MACCARI

Cesare Maccari - Studio per il senato
Cesare Maccari – Studio per il senato

Cesare Maccari è nato il 9 maggio 1840 e morto il 7 agosto del 1919, è stato un pittore e scultore italiano, famoso soprattutto per il suo dipinto Cicerone denuncia Catalina del 1888.

Il percorso artistico di Cesare Maccari, nato a Siena nel 1840 e spirato a Roma nel 1919, comincia con fervore giovanile nel contesto dell’Istituto di Belle Arti di Siena, dove si immerge nei corsi di scultura. L’indomito desiderio di esprimersi attraverso l’arte lo spinge presto a varcare la soglia dello studio di Tito Sarocchi, rinomato per la sua produzione scultorea di matrice accademica.

L’arrivo di Luigi Mussini nello studio di Sarocchi costituisce un momento di svolta nella vita artistica di Cesare Maccari. Le doti innegabili del giovane Maccari nel disegno catturano l’attenzione di Mussini, il quale lo incoraggia a intraprendere il cammino della pittura.

L’evoluzione artistica

L’imperativo di un maestro così illustre non può essere ignorato. Maccari, dunque, abbraccia con fervore la pittura su tela e gli affreschi, riscuotendo un immediato e clamoroso successo. I primi passi artistici di Cesare Maccari si svolgono sotto la guida di Mussini, e la sua produzione pittorica inevitabilmente risente delle influenze puriste. Le sue opere si immergono in rappresentazioni storiche, allegoriche e sacre, stabilendo un dialogo costante con il periodo del Rinascimento italiano.

Il periodo di studio

Nel 1866, Maccari ottiene il sostegno del Pensionato Biringucci, che gli consente di viaggiare prima a Perugia e successivamente a Roma. Durante questo periodo di formazione, le sue peregrinazioni lo portano a Firenze e poi a Venezia, dove si immerge nello studio degli antichi maestri. È qui che il giovane artista sperimenta il fascino del tonalismo veneto incarnato da pittori del calibro di Tiziano, Giorgione, Tintoretto e Veronese.

Tra tutti, però, è Giovanni Battista Tiepolo l’artista che lo affascina maggiormente per la leggiadria delle composizioni e l’uso vibrante del colore nelle opere monumentali. Nel frattempo, Maccari continua a inviare i suoi saggi di studio all’Accademia, dimostrando ad ogni occasione una crescente maturità artistica, in sintonia con gli altri grandi maestri che incrocia lungo il suo percorso creativo.

Un Nuovo Inizio a Roma

L’arte vivace di Tiepolo si manifesta in varie opere alla fine degli anni Sessanta, soprattutto nei dipinti che adornano diverse chiese di Roma, quando egli decide di stabilirsi nella Città Eterna. Nel corso degli anni Settanta, dopo aver terminato il suo apprendistato e sentendo la necessità di incrementare il proprio reddito, comincia a integrare la pittura su tela con gli affreschi.

Si volge verso il genere narrativo, che immediatamente trova accoglienza e apprezzamento presso la Maison Goupil, per la quale Cesare Maccari lavorerà per diversi anni. La sua pittura narrativa è caratterizzata da pennellate vibranti e da una tavolozza variegata e luminosa, che da un lato richiama gli stili di Mariano Fortuny e dall’altro l’approccio realista erudito di Domenico Morelli.

Predilige soprattutto temi esotici e legati a Pompei, con lo stesso fervore cromatico e formale di Morelli; tuttavia, questa pittura affascinante e sofisticata trae ispirazione anche dall’approccio tematico di Lawrence Alma Tadema, con il suo uso delicato del colore e le suggestioni simboliche.

L’Apice del Successo

Negli anni Ottanta, Cesare Maccari raggiunge il culmine del successo con un’opera presentata all’Esposizione di Torino del 1880, che gli frutta l’incarico di decorare la Sala del Senato a Roma. Durante gli anni Ottanta e Novanta, si dedica a diverse commissioni decorative, tra cui la decorazione della Sala del Risorgimento nel Palazzo Pubblico di Siena e la cupola della Basilica di Loreto, che diventa il suo più grande impegno degli anni Novanta e si protrae fino al 1907.

Purtroppo, due anni dopo, Cesare Maccari subisce una grave paralisi che lo costringe ad abbandonare la sua attività pittorica, lasciando incompiuta la decorazione dell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia a Roma. Muore nel 1919, all’età di settantanove anni.

Gli Esordi e l’Incipit Creativo

Le prime tracce pittoriche rilevanti di Cesare Maccari risalgono al lontano 1863, quando emergé con la sua opera su Leonardo Da Vinci, immortalando la Gioconda e conquistando il prestigioso premio Triennale dell’Accademia, avvalendosi delle prime acclamazioni.

Catturò immediatamente l’attenzione di vari mecenati senesi, come Ferdinando Pieri Nerli, che lo commissionò per la realizzazione dell’affresco raffigurante i Quattro Evangelisti nella cappella omonima a Monteroni d’Arbia, nelle vicinanze di Siena. Quest’opera si distinse per una purezza formale che richiamava gli stilemi di Beato Angelico.

Nel 1865 realizzò il bozzetto di Battista in carcere, acquistato anch’esso da Pieri Nerli e poi trasformato in un affresco nel Duomo di Siena, nella cappella di San Giovanni.

Il successivo anno vide Maccari ottenere una borsa di studio grazie alla celebre tela Gli ultimi istanti di Lorenzo il Magnifico, lodata dalla giuria, tra cui figuravano Antonio Ciseri e Enrico Pollastrini.

In qualità di borsista, il pittore senese inviò a Firenze la sua Vittoria Colonna meditante, ispirata da un madrigale di Michelangelo. Successivamente, si trasferì a Roma e Venezia, dove assimilò le tecniche cromatiche che caratterizzeranno tutta la sua produzione.

Il Colorismo Veneto e le Opere per la Maison Goupil

Dopo aver assimilato la ricca tavolozza del Veneto e ispirato soprattutto dalla rapidità esecutiva e dalla grazia tiepolesca, Cesare Maccari trovò la sua firma artistica. Pur mantenendo un legame con la purezza formale, il suo pennello diventò rapido e deciso, con una tavolozza vivida e luminosa.

Il suo primo dipinto in questo nuovo corso fu un Episodio della vita di Fabiola, seguito dall’affresco del David e Mosè nell’abside di Santa Francesca Romana a Roma. È proprio in questa città che si stabilì negli anni Settanta, periodo in cui iniziò a creare dipinti di genere molto popolari, come Un lampo del passato, Fumatore di pipa arabo e Battesimo improvviso, presentati con successo alla Mostra Nazionale di Napoli del 1877.

Scene di Vita Pompeiana e il Trionfo a Torino

Successivamente, dipinse varie scene di vita pompeiana, seguendo lo stile di Alma Tadema, con una tavolozza luminosa e accattivante. Tuttavia, fu La deposizione di Papa Silverio, presentata a Torino nel 1880, a confermare definitivamente la sua reputazione.

Le espressioni vivide, la composizione dinamica e l’equilibrio artistico gli valsero il primo premio e, soprattutto, la commissione per decorare il Senato a Roma.

Il Maestro Decoratore

Dal 1882 al 1888, lavorò a Palazzo Madama, realizzando imponenti e armoniose allegorie accademiche. Di particolare rilievo sono le scene di storia romana, come Appio Claudio cieco condotto in Senato, La partenza di Attilio Regolo da Roma, Cicerone contro Catilina, Incorruttibilità di Curio Dentato e L’atto audace del gallo.

Inoltre, al Palazzo Pubblico di Siena, completò nel 1887 il Plebiscito di Roma e Il trasporto della Salma di Vittorio Emanuele II al Pantheon. Successivamente, si dedicò alla sua più grande impresa decorativa, la decorazione della cupola e del tamburo della Basilica di Loreto, con La Glorificazione della Vergine e Il Dogma dell’Immacolata nella storia del culto di Maria.

Morì a Roma nel 1919.

 

Cesare Maccari Appio Claudio Cieco in Senato
Cesare Maccari – Appio Claudio Cieco in Senato

 

Cesare Maccari - Cicerone accusa Catilina in Senato
Cesare Maccari  – Cicerone accusa Catilina in Senato

 

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