ARMANDO SPADINI

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LE QUOTAZIONI di Armando Spadini

Questo artista ha goduto di grande fama nella Roma del primo secolo grazie alla sua affinità con la pittura impressionista di portata internazionale. Nel corso degli anni, tuttavia, le avanguardie iniziarono a guardarlo con crescente sospetto.

Le sue opere più ammirate sono caratterizzate da vibranti tonalità cromatiche e rappresentano la serenità della vita borghese. Nel 2019, una maestosa tela impressionista, ricca di figure, raggiunse un’asta di 24.000 euro. I dipinti ad olio di dimensioni ridotte, in generale, vengono quotati tra i 2.200 e i 4.200 euro, mentre i disegni oscillano tra i 350 e i 700 euro.

Nonostante non abbia avuto una produzione estremamente prolifica, molte delle sue opere sono state lasciate allo stato embrionale. Presso la nostra galleria, abbiamo il privilegio di trattare regolarmente con le opere di questo straordinario pittore romano.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Armando Spadini.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ARMANDO SPADINI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – piccole 2.200 – 4.200 Euro
disegni piccole 350 – 700 Euro
Olio su tela – impressionista grandi fino a 24.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ARMANDO SPADINI

Armando Spadini - Autoritratto
Armando Spadini – Autoritratto

Armando Spadini è nato Poggio a Caiano, nel 1883 e deceduto a Roma nel 1925 , è stato un pittore italiano nato a Firenze.

Ha lavorato come ceramista a Firenze e ha frequentato la scuola di nudo presso l’Accademia di Belle Arti, dove ha incontrato Ardengo Soffici, a partire dal 1900. Presentato alla rivista Simbolista Leonardo nel 1902, ha partecipato alla cinquantanovesima Esposizione Annuale della Società delle Belle Arti di Firenze nel 1906.

Studia i pittori del 500 e del 600, nei primi anni della sua vita artistica, e copia maggiormente dall’antico. Col tempo acquisendo man mano sicurezza nella tecnica pittorica, si avvicina da piccolo ad Adolfo De Carolis , diventando suo allievo.

Durante questi anni, riceve l’influenza da personaggi simbolice come Arnold Böcklin e Hans von Mareés, conosciuti a Firenze durante una visita. Nelle opere di Armando Spadini è possibile notare un tocco simbolista, ma anche un accento realistico e un tono cromatico tipico della corrente macchiaiola.

Nel 1902, partecipa al concorso Alinari insieme a De Carolis, Galileo Chini , Duilio Cambellotti , Alberto Zardo e altri ancora, per la realizzazione dell’illustrazione della “Divina Commedia”. Successivamente, frequenta circoli artistici e letterari, riuscendo anche a collaborare per la riviste “Leonardo“.

IL PERIODO ROMANO:

All’inizio del Novecento, Armando Spadini unisce i suoi destini a quelli di Pasqualina Cervone, una talentuosa pittrice conosciuta all’Accademia e destinata a diventare la musa ispiratrice dell’artista. Nel 1909, grazie al sostegno del Pensionato artistico, Spadini fa il grande passo e si trasferisce a Roma, una città che inizialmente accoglie con cautela ma che ben presto impara ad amare appieno. Durante questa fase della sua carriera, i suoi dipinti emanano una luce vivida e il colore diventa il massimo veicolo espressivo dell’artista.

A Roma, Armando Spadini stringe una stretta amicizia con il critico d’arte Emilio Cecchi, che lo considera uno dei più talentuosi pittori del nuovo secolo. Nonostante le Avanguardie e la Metafisica non esercitino un particolare fascino su di lui, Spadini si inserisce con successo nel contesto dell’Impressionismo novecentesco.

Sebbene non partecipi a numerose mostre, Spadini presenta le sue opere in alcune importanti esposizioni tra Roma e Firenze. Tuttavia, nel 1918, ottiene un riconoscimento speciale con una personale alla prestigiosa Casina Valadier. Il suo naturalismo classicista, orientato verso la rappresentazione del meraviglioso spettacolo della natura, ottiene grande apprezzamento dalla rivista “La Ronda”.

Nel 1924, alla Biennale di Venezia, un’intera sala viene riservata all’artista, ospitando ben trentasette delle sue opere. Tristemente, Spadini muore nel 1925 a Roma. Tuttavia, sei anni dopo, durante la prima Quadriennale romana del 1931, viene organizzata una retrospettiva in suo onore, commemorando così la sua eredità artistica.

IL PERIODO IMPRESIONISTA:

La pittura di Armando Spadini non può essere meramente inserita nel verismo di fine Ottocento. Contiene qualcosa di più personale e particolare: è un naturalismo appassionato e legato costantemente ai modelli dei Seicento italiano.

Elabora ritratti della moglie Pasqualina con un tocco assolutamente moderno, sempre però ricercandovi il piglio e l’eleganza dei maestri antichi. Innamorato della natura umana in tutte le sue sfaccettature, ne interpreta gli atteggiamenti più nascosti, con evidente semplicità.

Ne sono esempio dipinti quali La Signora Spadini, Il mio bambino, Villa Borghese, Bambino con cavallo e Famiglia, tutti presentati alla mostra della Secessione romana del 1915.

Il ragazzo con l’aragosta, Bambini e pesci e il famoso Mosè salvato dalle acque rappresentano un costante riferimento all’impianto compositivo della pittura seicentesca, reinterpretata con un colore luminoso, vivace, vibrante.

Dipinse vedute, ritratti e, dopo il 1920, scene di vita familiare, realizzati con tonalità morbide, che spaziano su toni grigio argentato, azzurre e violette, e da effetti di luce in movimento.

IL TRASFERIMOENTO A ROMA:

Si trasferisce in seguito a Roma dove dedica tutta la sua energia a ritratti e vedute di Roma. La sua partecipazione all’Esposizione Internazionale della Secessione iniziò con la prima nel 1913 per poi continuare glia anni successivi. Dopo la prima guerra mondiale venne additato come conservatore nella rivista Valori Plastici e questo gli causò non poche difficoltà.

I primi anni di studio di Armando Spadini sono incentrati verso la pittura del Cinquecento e del Seicento, ma anche verso la corrente Simbolista.
Come abbiamo già detto in precedenza diventa allievo e collaboratore di Adolfo De Carolis, realizzando xilografie e acqueforti di ispirazione liberty, alle riviste Leonardo e Hermes e attingendo soprattutto la forza dei valori rinascimentali e del gusto classico.

Alla Fiorentina Primaverile del 1922 presenta:

  • Viale di Villa Borghese”;
  • “Ritratto”;
  • Bovinella stalla e Paese”;
  • “Bambini con ventaglio”;
  • Due ragazzi”;
  • “Natura morta”;
  • Ritratto del pittore e della moglie”;
  • Donna addormentata”;
  • “La signora Spadini in giardino”;
  • Madre che bacia il bambino”.

La decisione della Biennale di Venezia di dedicare una stanza esclusivamente all’opera di Spadini alla XIV Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia del 1924 segnò la fine di questa ostilità e il successo definitivo della sua pittura.

Armando Spadini muore nel 1925 a Roma. Sei anni dopo, alla prima Quadriennale romana del 1931, viene presentata una sua retrospettiva.

 

Il Ventaglio
Il ventaglio – Eseguito da Armando Spadini per il Prof. Vittorio Craiara della Clinica oculistica dell’Università di Roma

 

Armando Spadini - Autoritratto
Armando Spadini – Autoritratto

 

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