Antonio Basoli è nato il 1774 e deceduto nel 1848, è stato un pittore, interior designer, scenografo e incisore italiano, attivo principalmente a Bologna.
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BIOGRAFIA ANTONIO BASOLI
È nato a Castel Guelfo. Il suo primo insegnante fu suo padre, Lelio Andrea Basoli. La sua educazione è stata motivata da un interesse insaziabile e costante per l’arte classica, la letteratura classica e contemporanea, e le opere, le decorazioni e le iscrizioni di Piranesi. Ha lavorato spesso al fianco dei suoi fratelli, Francesco e Luigi Basoli. Nel 1803 fino alla morte divenne docente di ornamenti e l’anno successivo professore all’Accademia delle Arti di Bologna fino al 1826. Durante la sua permanenza all’Accademia sviluppò una stretta amicizia con i compagni pupilli Domenico Corsini e Pelagio Palagi. Ha lavorato per qualche tempo nello studio di Petronio Fancelli.
Nel 1801-1803 dipinse affreschi in alcune località del Friuli, tra cui la casa Muratori a Triesti e un palazzo a Spilimbergo.
Basoli ha lavorato come scenografo e sipario, nonché decoratore di vari teatri bolognesi come il Teatro Marsigli Rossi, il Teatro Comunale di Bologna e, in particolare, il Teatro Contavalli (1814). Purtroppo la maggior parte delle sue opere sopravvive solo attraverso riferimenti ad esse come schizzi di produzione dettagliati, acquerelli e incisioni, tra cui gli acquetati della Collezione di varie scene teatrali, iniziata nel 1821. Oltre alle sue decorazioni in questi teatri, ha anche decorato il Palazzo Rosselli del Turco, Palazzo Sanguinetti e Palazzo Ercolani.
A Basoli furono anche offerti incarichi per scenografie dai teatri di Roma nel 1815 e da Napoli, su richiesta di Gioacchino Rossini, nel 1818, entrambi i quali rifiutò. Tuttavia, nel 1818 decise di fare un viaggio a Milano, dove visitò la sala Sanquirico lo studio del più importante scenografo della Scala, da cui Basoli trovò ispirazione per la scenografia per l’opera Semiramide nel 1820, il set per una produzione di Edipo Rex al Teatro Contavalli nel 1822, e infine i dipinti di sfondo per le scene al Teatro dei Cavalieri dell’Unione a Santarcangelo di Romagna nel 1822. Durante questo stesso periodo ha prodotto, tra l’altro, importanti opere presso villa Marescalchi, e il Palazzo Baciocchi.
Tra le sue mostre all’Accademia di Bologna c’erano collezioni di tele romantiche con temi esotici. Ad esempio, nel 1842, espose una serie di 16 dipinti ad olio più affascinanti e immaginifici, raffiguranti: i quattro Colossi di Memnone in Egitto; il porto di Rodi; La Babilonia di Nabucodonosor, la famosa Statua equestre di Domiziano a Roma distrutta nell’antichità durante la sua dannazione. Dipinti raffigurati in quattro parti del globo: Europa, Asia, Africa e America; e cinque famosi antichi templi: tra cui Osiride e Iside in Egitto, Tempio di Foo in Cina, Zeus ad Olimpia, Diana ad Efeso. Presero anche una città di Pegù, ora Birmania, una tomba araba, la grande sala di Carlo Magno e il palazzo magico della maga Alcina.
Tipico dei suoi disegni, fondendo arte ed erudizione, ha poi creato 26 composizioni di vignette, raffiguranti un alfabeto archeologico in forma di acquerelli, chiamato Alfabeto pittorico.
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