AMEDEO BOCCHI

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LE QUOTAZIONI di Amedeo Bocchi

Artista di grande rinomanza sia a Parma che a Roma per le incantevoli scene dipinte all’aperto. I prezzi delle sue opere spaziano da 5.500 a 10.500 euro e oltre per i quadri che presentano composizioni intricate e coinvolgenti.

I bozzetti, invece, sono quotati tra i 600 e i 2.000 euro.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Amedeo Bocchi.
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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE AMEDEO BOCCHI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela medie 5.500 – 10.500 Euro
Bozzetti medie 600 – 1.200 Euro
Record di vendita medie 8.072 Euro
Opere grafiche 1.000 – 2.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI AMEDEO BOCCHI

Amedeo Bocchi
Amedeo Bocchi

Nato a Parma nel 1883 e sostenuto dalle influenze artistiche paterne, Amedeo Bocchi intraprende i primi passi nel mondo dell’arte affiancando il padre, ma ben presto decide di arricchire la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti di Parma. È qui che si fa guidare dalle sapienti lezioni di Cecrope Barilli, ma è anche durante questo percorso che stringe un legame indissolubile con il giovane scultore Renato Brozzi, che diventa il suo compagno di corso e un’importante figura di riferimento.

Nel 1902, all’età di soli diciannove anni, Amedeo Bocchi decide di trasferirsi a Roma per perfezionarsi presso la Scuola Libera del Nudo. La città eterna, infusa di stimoli artistici, lo accoglie a braccia aperte, soprattutto dopo aver fatto la conoscenza di eminenti figure come Giulio Aristide Sartorio, Camillo Innocenti e Antonio Mancini, che alimentano ulteriormente la sua passione creativa.

Nonostante la sua nuova vita romana, Amedeo Bocchi mantiene saldi i legami con Parma e con la ricca tradizione pittorica legata a Cecrope Barilli. Anche dopo il definitivo trasferimento nella capitale nel 1915, il suo attaccamento alla città natale non si affievolisce. In effetti, è proprio l’amicizia con il connazionale e coetaneo pittore Latino Barilli a tenerlo ancorato idealmente a Parma, mantenendo vivo il legame con le sue radici.

I PRIMI VIAGGI:

La primissima produzione artistica di Amedeo Bocchi a Roma si lascia profondamente influenzare dal realismo intriso di principi socialisti. Il tema della lotta di classe, della sofferenza degli ultimi e degli emarginati, accompagna e allo stesso tempo risveglia nelle primissime opere dell’artista un’intensa curiosità nei confronti del ritratto femminile.

Parallelamente, Bocchi si dedica con passione a una serie di affascinanti decorazioni nell’area di Parma, rivelando già in quel periodo una propensione verso una pittura bidimensionale e improntata alla secessione artistica. Il simbolismo fa timidamente capolino in alcuni dei suoi ritratti, che insistono sempre sull’uso raffinato ed espressivo di tonalità piatte e vibranti.

Nel frattempo, la sua attività espositiva si concentra principalmente nella prestigiosa cornice della Biennale di Venezia, nelle mostre degli Amatori e Cultori di Roma, nonché nelle rinomate esposizioni a Roma e Firenze.

Un’importante fase della vita artistica di Amedeo Bocchi si sviluppa nel periodo in cui egli trascorre lunghi periodi a Terracina e nelle Paludi Pontine durante gli anni Dieci del Novecento. I paesaggi e le scene di vita campestre fanno irruzione nel suo repertorio artistico, mantenendo sempre tratti simbolisti e una particolare attenzione nei confronti della figura femminile.

LE AMICIZIE CON SARTORIO E DE CAROLIS:

All’inizio della prima guerra mondiale, Amedeo Bocchi stabilisce la sua dimora nella sontuosa Villa Strohl-Fern, in compagnia di Brozzi. In questo periodo, il suo legame con Sartorio si rafforza ulteriormente e stringe amicizia con l’eclettico Adolfo De Carolis. Le sue opere decorative adornano pareti tanto a Parma quanto a Roma, ottenendo numerosi riconoscimenti nelle esposizioni.

Nel 1921, partecipa con entusiasmo a una mostra collettiva presso la prestigiosa Galleria Pesaro, e nel 1925 viene insignito del titolo di Socio Onorario dell’Accademia di San Luca. Durante questi anni, Bocchi, attento alla luce e all’atmosfera dell’incantevole Agro Pontino, continua a dedicarsi alle raffigurazioni delle scene rurali e ai dipinti di figura.

Un’aura di suggestioni simboliste permea gran parte delle sue opere, e questo si protrarrà fino agli anni Sessanta. Rimane attivo fino all’ultimo, lasciando questo mondo a Roma nel 1976, dopo aver ricevuto la prestigiosa medaglia d’oro dei benemeriti della cultura e dell’arte dalle mani del Presidente della Repubblica.

IL VERISMO NELLE TELE DI BOCCHI:

Nei suoi primi passi nella scena artistica romana, Amedeo Bocchi si avvicina intimamente alla cultura simbolista della Capitale, trovando un equilibrio tra il realismo e i ritratti che riflettono un’ascendenza simbolista, ma la sua attenzione si concentra principalmente sulla questione sociale. La figura umana, con la sua rappresentazione bidimensionale, affascina profondamente l’artista, che dipinge con una sensibilità straordinaria verso la luce e le armonie cromatiche.

I dipinti che appartengono ai primi anni del Novecento affrontano tematiche sociali importanti, come si può notare in opere come:

  • Battesimo;
  • Abbrutimento;
  • Cassoniere;
  • Pulitore di pennelli;
  • La rivolta.

Il ritratto fa la sua apparizione all’Esposizione di Milano del 1906, quando Amedeo Bocchi presenta l’affascinante “Ritratto di signorina”. Alla Biennale di Venezia del 1910, invece, invia opere come “Violinista” e “Notturno”, quest’ultima un omaggio alla splendida Villa Borghese.

Appartiene a questi anni una serie di ritratti dai forti toni simbolisti, che risentono del clima artistico internazionale che Bocchi incontra alle Esposizioni veneziane. Ne sono esempio Ritratto della moglie, Ritratti di Latino Barilli e Ritratto di Angela Isola.

Nel 1912 Le tre Marie viene premiato con una medaglia d’oro all’Esposizione di Milano. Il dipinto, nella sua forte accezione decorativa, attraverso l’assenza di profondità e l’importanza della linea di contorno, dimostra chiare ascendenze secessioniste, come poi avverrà per gran parte delle opere di Bocchi.

LE OPERE CHE CELEBRANO LE PALUDI PONTINE:

Tra il 1911 e il 1919, e successivamente anche durante gli anni Venti, Amedeo Bocchi si immerge in prolungati soggiorni estivi a Terracina. Inevitabilmente, entra in contatto con la cruda realtà agricola della campagna romana e si avvicina nuovamente al tema del lavoro attraverso le sue tele dedicate alle Paludi Pontine.

Tuttavia, ciò che cattura la sua attenzione è anche la luce, che egli modula con maestria, seguendo le sottili variazioni atmosferiche e temporali, sempre in grado di illuminare volti e corpi femminili. In questa ricerca, esprime una dimensione forse intima, persino quando ritrae le fatiche e le attività quotidiane. Esempi di ciò si possono trovare in dipinti come “Tramonto nella campagna romana”, “Cavalli sulla spiaggia di Terracina” e “Capanne nella Palude Pontina”.

L’ARTE MURALE E LE OPERE PITTORICHE: L’EPOCA DELLA SECESSIONE:

La prima esperienza di decorazione pubblica di Amedeo Bocchi risale al lontano 1910, quando collabora a Padova con l’eclettico artista Achille Casanova, esponente del movimento liberty, per adornare l’abside della maestosa chiesa del Santo. Questo momento si rivela cruciale per la sua carriera futura, poiché è proprio qui che Bocchi assorbe gli elementi distintivi della decorazione preraffaellita.

Appena dopo, il talentuoso artista si lancia in una nuova impresa. Si dedica infatti alla restauro della straordinaria Sala d’Oro del Castello di Torrechiara, nei dintorni di Parma, in collaborazione con i pittori Daniele de Strobele Brozzi. In questo contesto, Bocchi sfoggia tutta la sua maestria artistica e conoscenza tecnica, creando una decorazione che incarna pienamente lo stile liberty.

Risale invece al 1915 la preziosa decorazione della Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio di Parma. Qui, Bocchi dipinge affreschi sulle pareti che raffigurano La Ricchezza, Il Risparmio e La Protezione, intervallati da pannelli ornati con affascinanti sciami d’api dorati, che richiamano fortemente l’estetica simbolista.

L’IMPETO SECESSIONISTA SI MANIFESTA:

L’intero programma decorativo, insieme all’arredamento, rivela una chiara impronta secessionista, che si riflette anche nelle contemporanee opere pittoriche di Bocchi. Un notevole esempio di questa tendenza si trova nel trittico delle Tre Sorelle, datato al 1916: tre figure slanciate e sinuose, rappresentando l’intellettuale, la pazza e la saggia, caratterizzate da un marcato stile illustrativo e da una suggestiva espressività.

Nel 1921, presso la Galleria Pesaro, partecipa a una mostra collettiva presentando trentasette opere. Tra di esse spiccano:

  • Nel Parco;
  • Estate;
  • Villa Strohl-Fern;
  • Bufali delle Paludi Pontine;
  • Nel giorno della Madonna di Terracina;
  • Sole d’inverno.

Nel 1924, partecipa alla Biennale con:

  • Mattino d’estate;
  • Malaria;
  • Ragazza nuda.

Alla Quadriennale romana del 1931 espone opere come:

  • Ritratto della sorella;
  • Ritratto della figlia;
  • Il viaggio dell’anima.

tutte caratterizzate fino all’ultimo dal forte utilizzo del colore e da una particolare attenzione alla luce.

 

Amedeo Bocchi - La colazione del mattino
Amedeo Bocchi – La colazione del mattino

 

Amedeo Bocchi - Giorno della madonna a Terracina
Amedeo Bocchi – Giorno della madonna a Terracina

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