ALFREDO MULLER

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LE QUOTAZIONI di Alfredo Muller

Le opere del rinomato pittore Alfredo Muller sono oggetto di quotazioni che oscillano in media tra i 2.500 euro e i 5.500 euro, quando si riesce a rintracciarne solo poche. Tuttavia, è importante sottolineare che le tele dell’artista provenienti dal suo periodo parigino godono di un valore superiore.

Vi ricordiamo che il valore di un dipinto dipende dalla combinazione di diverse variabili come, l’anno, i soggetti raffigurati, lo stato di conservazione dell’opera.

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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ALFREDO MULLER

 

Tipologia scultura Quotazione
olio su tele 2.500 – 5.500 Euro
olio su tele – periodo parigino oltre i 2.500 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ALFREDO MULLER

Alfredo Muller
Alfredo Muller

Alfredo Muller nato il 30 giugno del 1869 e morto il 7 febbraio del 1939. è stato un pittore franco-italiano e incisore di nazionalità svizzera.

Muller è nato a Livorno da una ricca famiglia svizzera impegnata nel commercio internazionale del cotone e del caffè. All’età di 15 anni, inizia a studiare arte a Firenze con i maestri Giuseppe Ciaranfi e Michele Gordigiani dell’Accademia di Belle Arti. Divenne amico per la vita di Edoardo Gordigiani, figlio di Michele, ed Egisto Fabbri, un toscano-americano.

Come pittore livornese, potrebbe appartenere al gruppo dei Postmacchiaioli, insieme a Mario Puccini, Oscar Ghiglia, Plinio Nomellini, Ulvi Liegi, Giovanni Bartolena e altri, ma è discepolo del ritrattista fiorentino Michele Gordigiani. Come incisore francese, era vicino a Francis Jourdain, Manuel Robbe, Richard Ranft, Théophile Steinlen.

Nel 1886, da giovane pittore, partecipa alla Prima Esposizione di Belle Arti di Livorno, insieme a pittori affermati come Giovanni Fattori e Silvestro Lega.

Nel 1889 espose due dei suoi dipinti all’Esposizione Universale di Parigi, dove scoprì l’Impressionismo. Questo momento rappresentò un punto di svolta nella carriera del giovane pittore, poiché si preoccupava sempre dei colori e delle vibrazioni della luce. Dopo il suo ritorno in Toscana, i suoi dipinti, che ora riflettono l’influenza dell’Impressionismo, suscitarono il dibattito per il loro carattere eccessivamente francese.

Nello stesso momento, il fallimento della Banca di Livorno provocò la rovina della casa di suo padre, e pochi anni dopo Muller emigrò a Parigi, stabilendosi infine a Montmartre. Fece amicizia nella cerchia sociale di artisti, scrittori e musicisti, familiarizzandosi in particolare con Renoir, ma anche con Pissarro e Cézanne, che considerava il suo maestro, e divenne un noto incisore di colori. Tra i suoi amici italiani a Parigi, troviamo il suo parente Leonetto Cappiello e Libero Andreotti.

IL RIENTRO IN ITALIA E LA FASE DECO’:

Nel 1914, all’inizio della guerra, il pittore si vede costretto a fare ritorno in Italia, immergendosi sempre di più nella suggestiva pennellata di stile cézanniano. Si stabilisce dapprima a Taormina e successivamente a Settignano, alternando la sua presenza tra lo studio di Firenze e le nuove residenze. Prende parte con fervore alle più prestigiose mostre fiorentine e nel 1922 regala al pubblico una personale mostra presso la rinomata Galleria Pesaro di Milano, presentando più di cento opere d’arte.

Sposò Marguerite, nel 1908 e successivamente espose 12 dipinti alla Seconda Secessione. A causa della guerra, si trasferì inizialmente a Firenze per un breve periodo, ma finì per restare per 18 anni. La coppia ha trovato una casetta sulle colline che guardano Firenze, a Settignano. Muller dipingeva spesso, lavorando sempre sul movimento della luce.

Continua a partecipare alle diverse edizioni della Biennale di Venezia fino al 1930, rimanendo però distante dal clima di ritorno all’ordine che pervade gli anni Venti. Al contrario, se si vuole individuare una svolta nell’evoluzione artistica di Alfredo Müller, essa si trova senz’altro nell’abbraccio al movimento déco, soprattutto nel contesto della sua produzione di incisioni.

TRASFERIMENTO A PARIGI:

Nel 1930, decide di trasferirsi nuovamente a Parigi, dedicandosi principalmente alla collaborazione con alcune riviste di rilievo, come ad esempio “Le Courier Français”. Purtroppo, è proprio nella città delle luci che il pittore trova la fine del suo cammino nel 1939, all’età di settant’anni.

È il fratello maggiore del campione del ciclismo Rodolfo Müller, che ha partecipato al il primo Tour de France e il cognato del campione americano di ciclismo e Gus Lawson che ha sposato la sorella minore Marie. Discende da Lewis Evans un geometra, geografo e amico intimo di Benjamin Franklin, la cui figlia Amelia era sposata con il capitano d’Irlanda David Barry, era la bisnonna del nonno di Alfredo Charles Eugène Schintz , chirurgo a Livorno.

Realizza oltre 200 incisioni create a Parigi tra il 1896 e il 1906 e circa 100 disegni.

Gran parte del suo lavoro in questo periodo era dedicato alle arti decorative, in cui poteva esprimere il suo fascino per il teatro e la sua magia. Dopo che la situazione politica peggiorò, tornò in Francia nel 1932, dove trascorse i suoi ultimi anni. Morì a Parigi nel 1939.

IL POST IMPRESSIONISMO:

Dopo aver appreso le tecniche artistiche da Ciaranfi e Gordigiani, Alfredo Müller inizia il suo percorso pittorico immergendosi nel mondo della pittura storica. Fa il suo debutto a Livorno nel 1886 con opere come “L’aspettativa”, “Moschettiere”, “Michelangelo bambino” e alcune vedute dallo stile macchiaiolo, come “Pressi di Pistoia”.

Con il trasferimento a Parigi, inevitabilmente, il pittore si avvicina alle espressioni del tardo impressionismo, anche se frequenta gli atelier di due maestri dell’accademismo come Flameng e Duran. Nonostante ciò, continua a esporre in Italia, dimostrando gradualmente l’evoluzione del suo linguaggio artistico verso una linea e un uso del colore influenzati dal post impressionismo.

 

Alfredo Muller
Alfredo Muller

 

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