ALESSANDRO MILESI

VALUTAZIONE gratuita dei dipinti di Alessandro Milesi

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LE QUOTAZIONI di Alessandro Milesi

I dipinti ad olio sono valutati tra i 2.500 e i 4.500 euro se di dimensioni medie. Le opere che presentano figure a grandezza naturale, soprattutto del primo periodo, possono superare i 12.000 euro, come dimostra il prezzo ragguardevole raggiunto da una vivace scena datata 1889, aggiudicata per 36.000 euro nel dicembre 2022.

Le opere del Novecento, caratterizzate da uno stile impressionista, generalmente si posizionano intorno ai 5.500 euro. La firma dell’artista non è rara sul mercato, e il suo collezionismo si concentra principalmente in Veneto. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a una diminuzione delle quotazioni.Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Alessandro Milesi.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.

Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ALESSANDRO MILESI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela medie 2.500 – 4.500 Euro
Olio su tela – primo periodo medie oltre i 12.00 Euro
Olio su tela record medie 36.000 Euro
Olio su tele del Novecento impressioniste medie intorno ai 5.500 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ALESSANDRO MILESI

Alessandro Milesi
Alessandro Milesi

Figlio di Giovanni Maria, commerciante di granaglie, e della sua seconda moglie Lucia Viola, nasce a Venezia, nel 1856 e muore sempre a Venezia nel 1945. La modesta famiglia di commercianti, gli apre le porte dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studia dal 1869 al 1873.
Durante questo periodo, ha l’opportunità di apprendere dai grandi maestri Michelangelo Grigoletti e Napoleone Nani. In particolare, si sviluppa un rapporto privilegiato con quest’ultimo, tanto che decide di seguirlo a Verona quando Nani viene nominato direttore dell’Accademia nel 1873.

Grazie al prezioso sostegno del suo maestro, Milesi ottiene i suoi primi incarichi a Verona, ma nel 1876 fa ritorno a Venezia, dove la sua fama si è già diffusa tra le famiglie più agiate della città. Dopo aver realizzato i primi ritratti nella metà degli anni Settanta, il giovane pittore decide di trascorrere un periodo a Trieste, presso la famiglia Perpich, per dipingere i loro ritratti con autenticità e maestria.

I PRIMI SUCCESSI:

L’entrata in scena del pittore veneziano avviene alla prestigiosa Esposizione di Torino del 1879, ma è a Milano nel 1881 che giunge il vero trionfo. Le sue prime opere, un incantevole amalgama di ritratti e scenette di genere, che traggono ispirazione dallo stile di Giacomo Favretto (1849-1887), conquistano immediatamente il favore del pubblico e della critica.

Durante gli anni Ottanta e Novanta, Milesi può sicuramente essere considerato l’erede del piglio narrativo e aneddotico di Favretto, sebbene con una sensibilità più orientata verso il realismo e indubbiamente influenzato dalla delicatezza di Ettore Tito.

Nel 1887, il talentuoso pittore riceve l’onorevole nomina di Accademico di merito, mentre nel 1895 partecipa alla I Biennale di Venezia, evento al quale continua ad esporre con regolarità fino al 1932. I soggetti prediletti di Alessandro Milesi sono le affascinanti donne veneziane del popolo, i gondolieri e le scene intime della quotidianità umile e piacevoli episodi di vita.

Con l’avvento del Novecento, pur mantenendo le stesse ambientazioni, i dipinti di Milesi assumono un carattere più serio e meditativo, distanziandosi dal frivolo e orientandosi verso una narrazione critica della contemporaneità, affrontando i complessi problemi sociali del tempo.

La sua pennellata diventa libera e rapida, a tratti sintetica e luminosa, e con il passare degli anni si fa sempre più eterea, composta da una moltitudine di filamenti espressivi. Mentre inizialmente la sua tecnica era orientata verso un’osservazione minuziosa del particolare e una fedele rappresentazione della realtà.

IL NOVECENTO:

Nel corso degli anni Ottanta e Novanta, Alessandro Milesi ottiene il suo successo principalmente attraverso la produzione di opere appartenenti a vari generi artistici. Tuttavia, all’inizio del Novecento, il suo interesse si sposta verso la ritrattistica, a cui si era dedicato anche nei primissimi anni della sua carriera. Numerosi sono i ritratti realizzati per donne dell’alta società veneziana, nonché per politici e figure di spicco della cultura del periodo, come scrittori, poeti, musicisti, attrici e direttori della Biennale.

Attraverso un tratto libero ed efficace, Milesi riesce a creare ritratti di inestimabile valore e intensità espressiva, caratterizzati da una tavolozza vellutata e ricca di sfumature. Continua a ricevere commissioni e a partecipare alle prestigiose Esposizioni italiane fino agli anni Trenta, mantenendo la sua presenza nel panorama artistico.

Tuttavia, la sua visione subisce una progressiva perdita che, con il passare del tempo, lo costringe a interrompere gradualmente la sua attività pittorica. Giunto a un’età avanzata, negli anni Quaranta, Milesi si ritira definitivamente dalla creazione artistica. Nel 1945, a Venezia, l’artista ci lascia, raggiungendo l’anziana età di ottantanove anni.

LA TECNICA PITTORICA:

Come accennato in precedenza, nella poetica di Milesi si deve tener conto dell’influenza del maestro Napoleone Nani, un’ombra che si insinua in modo incisivo. Tuttavia, è innegabile la presenza vivace e aneddotica di Giacomo Favretto, tragicamente scomparso nel lontano 1887.

La maturità artistica di Alessandro Milesi, tuttavia, rivela anche la delicatezza cromatica e la maestria narrativa di Ettore Tito, con il suo tratto fluido e autentico. Il giovane pittore fa il suo esordio a Torino nel 1879 con l’affascinante “Racconto della nonna”, mentre nel 1881 a Milano espone “Il nonno offre” e “Venditrice di zucca”, i due dipinti che lo catapultano sotto i riflettori della critica.

Nel 1885, troviamo Milesi all’Esposizione di Firenze con “Il pescivendolo”, mentre con i suoi due dipinti leggeri e pieni di aneddoti, “Vorla montar?” e “In attesa”, prende parte alla prestigiosa Mostra Nazionale di Venezia del 1887.

Alcuni dipinti del Milesi:

Una serie di episodi della vita popolare compaiono nel corso degli anni Novanta:

  • La barca del papà alla Promotrice genovese del 1892;
  • Colazione del gondoliere all’Esposizione Nazionale di Roma del 1893;
  •  Fabbricatori di penitenze alla I Biennale di Venezia del 1895.

Famosi sono i leggeri e tecnicamente impeccabili dipinti presentati alle Biennali successive:

  • Pope!;
  • Sposalizio;
  • Sospiri;
  • Benedizioni;
  • i ritratti Don Lorenzo Pelosi, Signora F. e Signora.

LE SCENE DI GENERE E LA REALTA’ SOCIALE:

Alessandro Milesi, con grande dedizione, continua ad immergersi nelle affascinanti scene di genere, ma ora queste sono permeate da un’attenzione ancora più profonda verso la realtà sociale. Se in passato il pittore non rifiutava le ambientazioni spensierate e settecentesche, adesso il suo sguardo si posa con fervida passione sul presente, anche nella sua drammaticità, divenendo la sua principale preoccupazione. Questa trasformazione si manifesta in modo evidente attraverso le opere presentate nella sua personale alla Biennale veneziana del 1912.

Tra i moltissimi capolavori esposti, emergono dipinti come:

  • Gli orfani del gondoliere;
  • Mezza-Quaresima;
  • Papà non torna;
  • Pensierosa;
  • Ritratto della contessa Valmarana Franco;
  • Luigi Luzzatti;
  • Autunno;
  • La vedova;
  • Pio X;
  • Mia madre;
  • Giosuè Carducci.

Dopo l’interruzione causata dalla terribile esperienza della prima guerra mondiale, Alessandro Milesi riprende la sua attività espositiva negli anni Venti, continuando fino al 1932 alla prestigiosa Biennale di Venezia. Tra le molteplici opere esposte, spiccano numerosi e celebri ritratti, come quello di Barbara Marchisio e “L’omaggio di Venezia al generale Diaz”, “Mia figlia Lina Becker”, “P. G. Molmenti”, ma anche umili scene di vita quotidiana come “Papà lontano” o “Intimità”.

Il suo ultimo trionfo alla Biennale si celebra nel 1932, con opere indimenticabili come “La regata”, “Marta Abba in ‘Come tu mi vuoi’ di Pirandello”, “Giovanni Giuriati” e “Omero Soppelsa”. Non possiamo dimenticare i famosi ritratti delle magnifiche attrici Eleonora Duse, Emma Gramatica e Giselda Gasparini, che rappresentano autentiche gemme nel panorama artistico di Milesi.

Alessandro Milesi morì a Venezia nel 1945.

 

Alessandro Milesi Il rumore del ruscello
Il rumore del ruscello

 

Alessandro Milesi La partenza del marinaio
La partenza del marinaio

 

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