ALESSANDRO LA VOLPE

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LE QUOTAZIONI di Alessandro La Volpe.

Per i dipinti di grandi dimensioni con soggetto le grandi vedute i prezzi superano i 20.000 Euro, per i quadri di medie dimensioni la stima varia dai 4.000 ai 7.000 mila Euro.

 

QUOTAZIONI ALESSANDRO LA VOLPE

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela grandi oltre i 20.000 Euro
Olio su tela medie 4.000 – 7.000 Euro

 

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BIOGRAFIA DI ALESSANDRO LA VOLPE

Nato a Lucera nel 1820, Alessandro La Volpe sentì presto il richiamo delle arti e decise di trasferirsi a Napoli per coltivare la sua passione. Il giovane aspirante artista, desideroso di ampliare i suoi orizzonti, si iscrisse all’Istituto di Belle Arti, desideroso di imparare dalle menti creative che vi albergavano.

Durante il suo soggiorno a Napoli, trovò ispirazione nel corso di pittura tenuto da Gabriele Smargiassi, un maestro rispettato per la sua visione innovativa. Fu qui che La Volpe si immerse completamente nell’arte del paesaggio, trovando una nuova prospettiva che lo avrebbe guidato nel suo percorso artistico.

Esplorazioni e Specializzazioni

Nel rigido inverno del 1851, Alessandro intraprese un viaggio che lo portò prima in Sicilia e poi in Egitto. Accompagnato dal duca di Leuchtemberg, La Volpe si immerse nelle culture e nei paesaggi di queste terre lontane, trovando nuove forme di ispirazione per le sue opere.

Durante questo periodo di esplorazione, il suo occhio artistico si affinò ulteriormente, specializzandosi nelle vedute realistiche che catturavano l’essenza stessa dei luoghi che visitava. Questo talento per la rappresentazione accurata del mondo che lo circondava sarebbe diventato il tratto distintivo delle sue opere.

Una Breve Parentesi e un Nuovo Inizio

Tornato a Napoli, La Volpe aprì un negozio di moda nel tentativo di esplorare nuovi orizzonti professionali. Tuttavia, questa avventura imprenditoriale si rivelò breve e infruttuosa. Nonostante il fallimento, La Volpe non si lasciò scoraggiare e decise di proseguire il suo percorso artistico altrove.

Si trasferì a Firenze, una città rinomata per la sua ricca storia artistica, dove continuò a coltivare la sua passione per la pittura. Successivamente, si stabilì a Roma, il cuore pulsante dell’arte italiana, dove avrebbe trascorso il resto dei suoi giorni immerso nella creazione e nell’ispirazione che solo la Città Eterna poteva offrire.

Alessandro La Volpe: L’Ultimo Capitolo di un Maestro

Alessandro La Volpe trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma, circondato dalla bellezza e dalla grandezza dell’arte italiana. La sua presenza nell’ambiente artistico romano non passò inosservata, e le sue opere continuarono a ispirare e influenzare generazioni successive di artisti.

Nel 1887, La Volpe si spense, lasciando dietro di sé un legato duraturo nel mondo dell’arte. La sua vita e il suo lavoro rimangono un tributo alla perseveranza e alla passione che guidarono il suo viaggio artistico, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’arte italiana.

Il Giorno del Trasferimento

Quando Alessandro La Volpe giunge a Napoli, si ritrova immerso in una nuova realtà. Gabriele Smargiassi, un artista di fama, diviene il suo mentore. L’aspirante pittore si trova catapultato in un ambiente vibrante di creatività e apprendimento. Smargiassi aveva ereditato la cattedra di pittura nel lontano 1837, subito dopo la scomparsa del suo mentore, Antoon Sminck van Pitloo.

Il metodo di insegnamento di Smargiassi è celebre per la sua impronta pratica: portare gli studenti a dipingere dal vivo le incantevoli marine e i suggestivi paesaggi campani. L’accento cade principalmente sulla ricerca accurata della vita naturale, sia animale che vegetale, che popola queste scene.

La formazione artistica di La Volpe si plasma dunque seguendo il solco tracciato dalla Scuola di Posillipo, di cui diventa presto un membro attivo. Le sue opere catturano la bellezza autentica della “Campania felix” con una tavolozza vibrante e luminosa, giocando con tonalità che sfumano con grazia tra loro.

I Passi Verso il Successo

Tuttavia, secondo molti critici, il contributo di La Volpe alla Scuola di Posillipo appare meno significativo rispetto a quello dei suoi colleghi. Il suo successo iniziale sembra essere stato in parte il frutto dell’appoggio generoso del duca di Leuchtemberg, mecenate di spicco dell’epoca.

Le prime opere di La Volpe a Napoli sono ancora ricordate oggi: “Templi di Pesto” e “Grotta di Bonea”, presentate con orgoglio alla Biennale borbonica del 1848. Tra queste, spicca “Veduta del bosco di Persano con zattera sul fiume Sele”, in cui emerge un’atmosfera eterea, tinta di rosa e viola, tipica dello stile di Smargiassi e di altri maestri dell’epoca.

Le sfumature artistiche, fortemente influenzate da questi maestri, si possono apprezzare anche nei “Ruderi del teatro greco di Taormina”, un dipinto che evoca i ricordi del viaggio di La Volpe in Sicilia.

L’Arrivo a Firenze

Prima di fare il suo ingresso nella frenetica atmosfera artistica di Roma, Alessandro La Volpe decise di trascorrere un breve periodo a Firenze, partendo da Napoli all’inizio degli anni Cinquanta. Intorno al 1854, si immerse con fervore nel circolo artistico conosciuto come Scuola di Staggia.

Intraprese rapidamente unirsi al ristretto gruppo di pittori che si riuniva a Staggia, nelle campagne senesi, per catturare la bellezza dei paesaggi all’aperto. Il primo a riconoscere il potenziale artistico delle terre del Chianti fu Carlo Markò figlio.

Fin dal 1953, si dedicò alla rappresentazione dal vivo di quei luoghi incantevoli. Solo l’anno seguente, i pittori Andrea Markò, Carlo Ademollo, Serafino De Tivoli, Lorenzo Gelati diedero vita alla Scuola di Staggia.

Sotto la guida di Saverio Altamura, il gruppo fu orientato ad assimilare le tecniche e le tematiche della Scuola di Barbizon. Altamura, un pittore originario della Puglia poi trasferitosi a Napoli, aveva appreso le sfumature artistiche e i motivi della scuola francese grazie alla sua frequentazione con Filippo Palizzi.

Il fratello di quest’ultimo, Giuseppe, che si era recato in Francia nel 1844, aggiornava Filippo regolarmente sulle ultime tendenze paesaggistiche della Scuola di Barbizon attraverso le sue lunghe e dettagliate lettere. La breve permanenza di Alessandro La Volpe nel circolo di pittori toscani è commemorata dal dipinto intitolato “Il castello di Staggia”.

Gli Anni Finali a Firenze

Dopo questo trascorso in Toscana, Alessandro La Volpe decise di trasferirsi a Firenze, dove stabilì il suo studio in via dei Serragli. Qui, continuò a dipingere con fervore, trascorrendo ore a catturare la vita e i paesaggi urbani di Firenze.

La Volpe si immerse nella vivace comunità artistica della città, frequentando le accademie e i salotti letterari. Le sue opere iniziarono a ottenere riconoscimenti, e presto i suoi dipinti erano ricercati dai collezionisti fiorentini.

Influenzato dalla bellezza senza tempo della città e dalla maestria dei maestri del Rinascimento, La Volpe sviluppò uno stile distintivo che mescolava elementi classici con una sensibilità moderna. Le sue tele erano caratterizzate da una vivace resa dei colori e da una profonda introspezione emotiva.

Durante questi anni a Firenze, La Volpe coltivò anche la sua passione per la letteratura e la poesia, partecipando a dibattiti e incontri culturali. La sua arte divenne una celebrazione della vita e della cultura fiorentina, catturando l’essenza della città attraverso i suoi pennelli e le sue tavolozze.

La Vita a Roma

Dopo un periodo fecondo a Firenze, Alessandro La Volpe prese la decisione di spostarsi a Roma, attratto dalla vibrante scena artistica della capitale. Qui, stabilì il suo studio in una pittoresca strada vicino a Piazza di Spagna.

Roma si rivelò una fonte inesauribile di ispirazione per Alessandro La Volpe, che trovò nell’architettura maestosa della città eterna e nei suoi vicoli pittoreschi un continuo stimolo per la sua arte. Ogni angolo della città nascondeva una storia da raccontare, e La Volpe si dedicò con fervore a catturare queste storie sulle sue tele.

Il suo lavoro divenne sempre più conosciuto e apprezzato, e presto La Volpe si ritrovò al centro della scena artistica romana, circondato da collezionisti, critici e altri artisti. Collaborò con gallerie d’arte e partecipò a mostre prestigiose, guadagnandosi una reputazione come uno dei più promettenti talenti della sua generazione.

Ma nonostante il successo, La Volpe mantenne sempre una profonda umiltà e un’innata curiosità nei confronti del mondo che lo circondava. Continuò a esplorare nuove tecniche e nuove idee, spingendo sempre i confini della sua arte e lasciando un’impronta indelebile sulla scena artistica italiana del suo tempo.

 

 

Alessandro La Volpe Veduta
Veduta

 

Alessandro La Volpe Scena di Pesca 1866
Scena di Pesca 1866

 

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