ADOLFO DE CAROLIS

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LE QUOTAZIONI di ADOLFO DE CAROLIS

Le quotazioni per le sue opere di ispirazione liberty realizzate dopo il 1897 suscitano un maggiore interesse, realizzati con tecniche miste su carta o ad olio su tela, sono considerati preziosi e valutati tra 3.500 e 6.500 euro.

Tuttavia, le composizioni raffinate e di alta qualità, soprattutto se si avvicinano al simbolismo, possono raggiungere cifre superiori a 22.000 euro. Ad esempio, nel 2000, un’opera di tre metri è stata venduta all’asta per più di 38.000 euro. In generale, le incisioni vengono valutate tra i 350 e i 660 euro.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.
Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

QUOTAZIONI INDICATIVE DI ADOLFO DE CAROLIS

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – carta medie 3.500 – 6.500 Euro
Olio su tela – simbolismo medie sopra i  22.000 Euro
Olio su tela grandi 3 metri oltre 38.000 Euro
Incisione medie 1.883 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ADOLFO DE CAROLIS

Adolfo De Carolis studio volto femminile
Adolfo De Carolis studio volto femminile

Adolfo De Carolis è nato a Montefiore dell’Aso nel 1874 e scomparso a Roma nel 1928, fu un notevole artista italiano che lasciò un’impronta significativa nel mondo dell’arte. La sua vita fu caratterizzata da un talento innato e da una passione indomabile per l’espressione artistica. Le sue opere sono state acclamate per la loro maestria e la loro capacità di trasmettere emozioni profonde.

De Carolis è stato un maestro nel creare composizioni che catturavano l’attenzione del pubblico e le sue creazioni sono state ammirate per la loro originalità e bellezza intrinseca. La sua eredità artistica è stata preziosa per il patrimonio culturale italiano e continua a ispirare generazioni di artisti e appassionati d’arte.

Inizia il suo percorso di formazione a Fermo e successivamente si sposta presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel corso degli anni Novanta, si trasferisce a Roma, dove è profondamente influenzato dal vivace panorama culturale legato al movimento artistico del Simbolismo, guidato da Nino Costa.

E’ stato un pittore, xilografo, illustratore e fotografo italiano. È generalmente associato allo Stile Liberty anche molte sue opere sono state identificate nel simbolismo.Il papà  era un medico e dopo  il 1889 inizia a studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Periodo all’Accademia di Belle Arti di Firenze:

Nel 1901, assume il ruolo di insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, combinando le sue doti pittoriche con la pratica incisoria. Dedica il suo talento alle più varie forme d’arte applicata, sperimentando la grafica pubblicitaria, l’ornamentazione di manufatti ceramici e la decorazione di prestigiosi edifici residenziali, abbracciando il suggestivo stile Liberty. La sua vita si spegne a Roma nel 1928.

A partire dal 1881, Adolfo De Carolis inizia la sua formazione artistica presso il Seminario di Ripatransone, situato a Fermo. Nel 1888, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha l’opportunità di apprendere sotto la guida di Domenico Ferri.

Grazie a una borsa di studio ottenuta nel 1892, si trasferisce a Roma per frequentare la prestigiosa scuola di Decorazione pittorica del Museo Artistico Industriale. È in questo contesto che ha il privilegio di assistere alle preziose lezioni di Alessandro Morani.

L’incontro con Morani e Costa:

La presenza di Alessandro Morani assume un ruolo di fondamentale importanza nella formazione artistica di Adolfo De Carolis. Fin da principio, lo introduce nel contesto del neorinascimentalismo, un movimento che trova ispirazione negli artisti del Rinascimento italiano, come Bellini e Tiziano, ma che attinge anche allo spirito di fratellanza dei preraffaelliti inglesi.

Nel 1897, Adolfo De Carolis si affilia alla comunità fondata da Nino Costa, denominata In Arte Libertas, rafforzando così il suo legame con questo movimento artistico. Durante il periodo che abbraccia la transizione tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, De Carolis dà vita a numerosi quadri caratterizzati da paesaggi evocativi, i quali richiamano l’estetica incantevole della Firenze del XV secolo.

Nel dipinto intitolato “Donna alla fontana”, presentato alla Biennale di Venezia nel 1899, emerge con chiarezza il linguaggio artistico assimilato dai preraffaelliti Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne Jones. Quest’opera ritrae una figura angelica, avvolta in abiti leggeri e semi-trasparenti, mentre scende le scale di una fontana situata in un suggestivo giardino all’italiana.

La tecnica Xilografica:

All’inizio del XX secolo, Adolfo De Carolis si addentra completamente nell’approfondimento e nell’applicazione dell’arte della xilografia. Attraverso questa tecnica affascinante, egli si dedica all’arricchimento visivo di vari romanzi e racconti di autori affini a lui e all’atmosfera del Decadentismo italiano.

Inizialmente, il suo impegno si concentra sull’illustrazione di Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio nel 1902, in seguito, per lo stesso autore, crea affascinanti xilografie per La figlia di Jorio, che viene pubblicato nel 1904.

Per quanto riguarda Giovanni Pascoli, di cui era divenuto amico nel 1900, De Carolis realizza suggestive illustrazioni per Myricae e per i Canti di Castelvecchio, oltre a numerose raccolte di odi e poemetti.

Parallelamente, collabora come illustratore con diverse riviste di prestigio, tra cui Leonardo ed Ebe.

Le sue incisioni si distinguono per un raffinato gusto che richiama l’estetica della Secessione viennese contemporanea, celebrando una decorazione elegante e sofisticata. Lo stile di Adolfo De Carolis appare meno angolare e più sinuoso, in particolare nelle linee, sicuramente influenzato dai modelli rinascimentali italiani.

Le sue Opere:

Durante questa fase altamente feconda, l’instancabile attività illustrativa dell’artista si combina armoniosamente con il suo impegno nella decorazione di spazi. Tra il 1897 e il 1904, si dedica all’ornamentazione della Villa Costantini Brancadoro a San Benedetto del Tronto, prefigurando così le future commissioni per l’abbellimento di altre residenze e edifici.

Nel 1906, insieme a Galileo Chini e altri artisti, realizza la prima Esposizione dell’Arte Toscana. L’anno seguente, decorò una sala del Palazzo del Governo ad Ascoli Piceno. Nel 1909 fu nominato Cavaliere nell’Ordine della Corona d’Italia e 2 anni dopo, inizia la decorazione del Palazzo del Podestà a Bologna.

L’anno successivo, con maestria, dipinge gli affreschi del sontuoso salone che ospita le riunioni del Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno, manifestando chiaramente la sua affinità con il linguaggio michelangiolesco attraverso l’ampio utilizzo di figure eroiche nude. Allo stesso tempo, dimostra di essere un eccezionale interprete dello stile Liberty, grazie all’uso vivace di colori accesi e alla presenza rigogliosa di una vegetazione lussureggiante e fiorita, che si armonizza splendidamente con le illusioni architettoniche.

Nel 1915 viene nominato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo la prima guerra mondiale, si trasferisce a Roma, dove realizza medaglie e certificati per il Ministero della Guerra.

Concentrando la sua opera decorativa sulle radici culturali del popolo piceno, al quale egli stesso appartiene, le pareti diventano un suggestivo affresco di allegorie e personificazioni che narrano le diverse attività svolte dai Piceni, sia in mare che nelle pastorali Montagne Sibillini.

Le fondamenta dell’epoca del Rinascimento:

Attorno alla figura della Sibilla si dispiega l’intero significato mitologico dell’ornamentazione, richiamando in maniera costante un’arte che affonda le sue radici nel Rinascimento e, soprattutto, nella tradizione nazionale. Non sorprende, dunque, che De Carolis abbia collaborato con Morani nel restauro della Sala delle Sibille di Pinturicchio nell’appartamento Borgia, situato all’interno del Vaticano.

Nel 1923 insegna all’Accademia di Belle Arti di Roma e lavora agli affreschi per il Consiglio Provinciale di Arezzo.

La prova di Ascoli costituisce un’anticipazione dell’impegno successivo di Adolfo De Carolis: la decorazione del Palazzo del Podestà a Bologna. Questo incarico lo ha impegnato fino alla sua morte, nonostante le molteplici difficoltà e altri committenti, tra cui la decorazione dell’Aula Magna dell’Università di Pisa (1916-20), andata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

Inoltre, De Carolis ha dedicato le sue energie alle pitture della sala del Consiglio di Arezzo (1922-24) e al Crocifisso per la collegiata di San Ginesio a Macerata. Nel 1921, ha continuato la sua attività di incisore, realizzando le xilografie per la collezione dei Poeti greci pubblicata da Zanichelli. In tutto ciò, ha dimostrato costantemente la sua inclinazione verso uno stile eclettico, ma temperato e maturato attraverso approfonditi studi sugli autori del passato.

Si ammala di cancro, si trasferisce a Parigi per affrontare le cura ma morì all’età di 54 anni. Nel 1950, i suoi resti furono trasferiti in una chiesa a Montefiore dell’Aso.

 

Adolfo De Carolis Esposizione Torino
Esposizione Torino

 

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