ACHILLE VERTUNNI

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BIOGRAFIA ACHILLE VERTUNNI

Achille Vertunni
Achille Vertunni

Achille Vertunni è nato a Napoli nel 1826 e deceduto a Roma nel 1897, era un pittore italiano.

Vertunni era un nobile napoletano che inizialmente studiava giurisprudenza sotto Roberto Savarese, sebbene la sua famiglia lo avesse destinato a diventare architetto, e lo iscrisse a studiare matematica sotto Ferdinando de Luca. Vertunni tuttavia gravitava verso le arti visive, causando una frattura con suo padre, che non avrebbe tollerato che suo figlio lavorasse come artista squattrinato e alla fine diseredò Achille.

Iniziò a studiare pittura di paesaggio sotto Salvatore Fergola, e dopo appena otto mesi diventa apprendista sotto il pittore storico Giuseppe Bonolis, e alla fine con Francesco De Sanctis. Si dice che sia stato influenzato da Gabriele Smargiassi.

Il Concorso all’Accademia:

Dopo aver completato il suo apprendistato presso la Scuola di Paesaggio dell’Accademia napoletana, Achille Vertunni fa il suo debutto artistico nella prestigiosa Mostra borbonica del 1851. In quell’occasione, presenta un’opera paesaggistica di sua composizione, la quale si distingue tanto da meritargli un riconoscimento insieme a Palizzi. In quegli stessi anni, Vertunni realizza una serie di suggestivi paesaggi che narrano eventi storici o tratti tratti dalla finzione letteraria, aggiungendo un tocco di narrativa ai suoi dipinti.

Partecipò al concorso annuale dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, ma i giudici non riuscirono ad accordarsi su un singolo vincitore per il primo premio, optando invece per l’assegnazione di una medaglia d’argento a testa, ex equo , a Vertunni e Filippo Palizzi, compagno di scuola di Bonolis, si diceva che fosse il favorito dei giudici, a causa dei suoi legami con l’Accademia.

Come parte del loro premio, i due artisti ricevettero uno stipendio per studiare a Roma e nel 1853 Vertunni si trasferì lì, dipingendo la Santa Margherita da Cortona per l’Esposizione di Firenze del 1861. Nello stesso anno dipinse “La Pia de Tolomei” e “Dante nella foresta“.

Ha affrontato con difficoltà la vendita di quest’ultimo, come un dipinto innovativo che ritrae Pia non in un ritratto classico, ma in un paesaggio maremmano; Nonostante alcune difficoltà finanziarie, Vertunni perseverò e divenne un pittore prolifico.

I Paesaggi della campagna romana:

Sbarcato a Roma nel 1853, è ancora focalizzato sulla corrente della prospettiva storica. Alla Mostra degli Appassionati e Cultori del 1857 presenta un dipinto ispirato alla letteratura, Pia de’ Tolomei – un paesaggio di composizione. Quest’opera gli procura un notevole successo critico e di pubblico, consentendogli gradualmente di diventare interprete del paesaggio nella sua specificità, non solo come sfondo di scene storiche.

La svolta avviene nel 1856, quando crea La campagna romana, un dipinto successivamente esposto a Firenze nel 1861, insieme a Le paludi pontine. L’agro romano diventa il luogo prediletto di Achille Vertunni per le sue peregrinazioni artistiche.

Le colline, le pianure e le paludi della campagna circostante a Roma sono imprimi, insieme alle rovine del passato, ai tratti degli acquedotti e alla vivida luce del sole romano, in paesaggi di forte impatto emotivo. Egli diventa interprete di una pittura ricca di variazioni cromatiche estremamente accurate rispetto alla realtà, che attraggono numerosi collezionisti stranieri.

Nel 1862 a Torino, Achille Vertunni espone Le paludi pontine (la serenità dopo la pioggia), mentre l’anno successivo a Napoli presenta Spiaggia romana. Degli anni Settanta si ricordano Castel Sant’Angelo e il Vaticano, nonché alcuni paesaggi con richiami partenopei come Veduta di Baja (Napoli) e Veduta dell’isola di Capri.

Nel 1879 realizza Paesaggio di Maccarese, uno dei luoghi più frequentati dall’artista. In seguito, vengono ricordati Pineta in maremma, Caccia in palude, Grotte di Nettuno e Veduta del lago di Nemi.

All’Esposizione internazionale di Roma del 1883 presenta Al bosco, Sul lago, Minaccia di temporale e Nelle paludi. In particolare, quest’ultima tela rappresenta un vero e proprio aggiornamento del linguaggio vertunniano secondo gli stilemi europei. La tecnica diventa più fluida e il preciso realismo dei paesaggi precedenti lascia spazio a una certa nebbia che sembra aderire alla pittura impressionista.

Le onoreficenze:

Più tardi nella vita, fu nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, e professore onorario del Reale Istituto di Belle Arti di Napoli e dell’Accademia di Brera di Milano.

Achille Vertunni ebbe 13 figli dal suo matrimonio e il suo Atelier, nella via più nota per i suoi pittori, Via Margutta, divenne una destinazione alla moda per la nobiltà e per i ricchi mecenati nel loro Grand Tour Europeo. Famosi, così come gli artisti meno noti del periodo riuniti lì, a fianco della nobiltà e dei protetti del Papato, a Roma.

L’ampio spazio artistico dell’edificio in via Margutta 53 è completamente dedicato al suo studio, che risplende di esclusività. L’artista stesso gestisce personalmente le sue vendite, senza affidarsi ad intermediari commerciali, preferendo instaurare un rapporto diretto con i collezionisti. Accoglie i suoi preziosi ospiti nel suo affascinante atelier, un luogo in cui i suoi meravigliosi paesaggi dell’agro romano convivono armoniosamente con straordinarie opere d’arte antica. I sontuosi salotti che caratterizzano l’ambiente sono abbelliti da eleganti vasi di Murano, maestosi arazzi, tessuti finemente lavorati, pregiati tappeti orientali, preziose porcellane e mobili d’epoca.

Sebbene gradualmente il profilo dei visitatori domestici dell’Atelier si trasformò, e nel corso degli anni tra il 1868 e il 1870, Garibaldini e altri sostenitori dell’Unità d’Italia cominciarono a frequentare i regolari banchetti e serate in cui il Barone intratteneva le teste coronate d’Europa, famosi musicisti e anche come personaggi politici come il generale La Marmora.

La Malattia:

Tragicamente, l’uso costante di pigmenti a base di piombo, che, come molti pittori ha mescolato a mano, ha gradualmente avvelenato l’artista, che ha subito una paralisi progressiva negli ultimi 20 anni della sua vita. Sua moglie Guendalina e le sue due figlie più giovani, Giuseppina e Pia, si prendono cura del pittore fino alla sua morte, nel 1897. Tra i suoi allievi c’erano Pio Joris e Pietro Barucci.

Gli ultimi Periodi:

Nel 1870, presenta le sue opere d’arte a Londra, espone nel 1873 a Vienna, nel 1876 a Philadelphia e a Chicago, e nel 1878 partecipa all’Esposizione universale di Parigi. Poco dopo, viene onorato con la prestigiosa Croce della Legion d’Onore. A partire dal 1883, prende la decisione di non inviare più le sue creazioni alle esposizioni ufficiali, ma non smette di dedicarsi all’affascinante paesaggio di Roma, imprimendo un tocco impressionista al suo lavoro. La sua vita giunge alla fine a Roma nel 1897.

Tra le opere di Vertunni ci sono:

  • Paludi Pontine, (1861, Firenze, Esposizione Nazionale);
  • La Torre d’Astura, (1862, Milano, Esposizione Nazionale);
  • La Maremme, Rapimento di una donna di Capri;
  • Campagna Romana;
  • Incontro col Tasso con Marco Sciarra;
  • Manfredi con la sua famiglia ricoverati nel bosco dopo la presa di San Germano;
  • Un pensier mesto della madre cara;
  • Un desiderio di pace e di amore;
  • Spiaggia di Baia;
  • Il torrente la nera presso Borgo di Cerreto;
  • Tempesta nelle Paludi Pontine;
  • Roma Vecchia;
  • Approccio a Paestum;
  • Una Vetta degli Appenini;

 

Achille Vertunni I Templi di Paestum
Achille Vertunni – I Templi di Paestum

 

Achille Vertunni Paludi Pontine
Achille Vertunni – Paludi Pontine

 

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