VINCENZO CABIANCA

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LE QUOTAZIONI di Vincenzo Cabianca

VALUTAZIONE: Le pitture ad acquerello che raffigurano scene monastiche, altamente ricercate tra gli appassionati del movimento macchiaiolo, possono raggiungere prezzi fino a 20.000 euro; gli oli su tela che ritraggono paesaggi animati da figure umane e animali, anche se di dimensioni ridotte, vanno dai 12.000 ai 40.000 euro; le opere più complesse dal punto di vista compositivo superano la soglia dei 120.000 euro.

Nel 2007, all’asta di Bloomsbury Auctions a Roma, un dipinto ad olio su tela intitolato “Marmi di Carrara Marina” del 1861, ha stabilito un record vendendosi a un prezzo straordinario di 490.000 euro.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Vincenzo Cabianca.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE VINCENZO CABIANCA

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – periodo Macchiaiolo medie fino a 20.000 Euro
Olio su tela – paesaggi -figure e animali piccole 12.000 – 40.000 Euro
Olio su tela – opere più complesse medie -grandi sopra i 120.000 Euro
Record d’asta medie 490.000 Euro

 


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BIOGRAFIA VINCENZO CABIANCA

Vincenzo Cabianca
Vincenzo Cabianca

Origini e Formazione

Nato il 20 giugno 1827 a Verona da Giovanni, originario di Vicenza, e dalla veronese Maria Pipa, il nostro protagonista trascorse tre anni presso il ginnasio del seminario vescovile di Verona. Successivamente, si trasferì all’Accademia Cignaroli della stessa città, dove dal 1842 ebbe come maestro G. Caliari. Caliari lo avviò allo studio della figura secondo i tradizionali e rigorosi metodi accademici, aggiornati con sensibilità “purista”. Nutrì stima e affetto per Caliari, tanto che alla sua morte nel 1860, decise di litografare il suo ritratto.

Gli Anni Travagliati

Il 13 novembre 1845 si iscrisse all’Accademia di Venezia, sebbene frequentasse le lezioni in modo svogliato. Dopo una breve permanenza a Bologna durante la guerra del 1848 per evitare la coscrizione austriaca, fece ritorno a Verona nel 1849. Qui rimase fino al 1853, ad eccezione di un viaggio a Milano nel 1851, durante il quale potrebbe aver incontrato Domenico Induno. Nel 1853, desideroso di aggiornarsi, si recò a Firenze con lettere di raccomandazione per G. Bianchi e G. Signorini, padre di Telemaco. Conobbe Odoardo Borrani e strinse amicizia con lui e con Signorini, entrando a far parte del gruppo del “caffè dell’Onore” a Borgo La Croce, che successivamente si trasferì al caffè Michelangelo nel 1855 e divenne noto come i macchiaioli.

Evoluzione Artistica

Prima di giungere a Firenze, il nostro protagonista si era concentrato su dipinti di genere, ritratti e occasionalmente vedute, mantenendo uno stile legato alla tradizione accademica pur con influenze “sensiste”. Le sue opere, caratterizzate da scene di vita quotidiana e da un cromatismo tradizionale, mostravano una sensibilità verso i problemi di luce. Tuttavia, giunto a Firenze, aggiornò il suo stile per adattarsi ai nuovi gusti e alla cultura artistica locale.

Esposizioni e Nuovi Orizzonti

Alle esposizioni artistiche di Firenze, il nostro protagonista presentò diverse opere, principalmente ritratti e dipinti di genere, senza paesaggi fino al 1855. Tuttavia, dopo il 1855, dipinse numerosi paesaggi all’aria aperta con gli amici del caffè Michelangelo, specialmente con Cristiano Banti. Insieme esplorarono la Toscana e arrivarono fino a Napoli. Dopo la battaglia di Solferino nel giugno 1859, si spinsero a San Martino, dove presero appunti che furono solo parzialmente sviluppati in studio.

Gli Anni a La Spezia

Nel 1859, il nostro protagonista si trovava a La Spezia in compagnia di Banti e Signorini. Nello stesso anno, partecipò alla mostra della Promotrice, presentando quattro nuove opere. Queste, insieme a dipinti di soggetto storico e di genere, riflettevano i suoi recenti viaggi tra i boschi: “Ricordi vicino a S. Martino” e “Resti della chiesa di S. Pietro a Portovenere”.

Il Percorso Innovativo

Il nostro protagonista si distinse per essere all’avanguardia, soprattutto nel gruppo degli artisti del caffè Michelangelo. Fattori e gli altri amici riconobbero il suo coraggio nel pionierismo dei dipinti “alla macchia”, come il celebre “Maiale nero contro il muro bianco” del 1859. Veniva descritto come un vero “macchiaiolo”, senza esitazioni o rimpianti, libero dai canoni della bellezza formale. La sua arte era diretta e senza compromessi, catturando la realtà senza cercare di idealizzarla.

L’Evolvere dello Stile

Le prime opere, risalenti al 1855, mostravano un approccio nuovo al paesaggio e ai costumi, sebbene ancora con alcune aggiunte scenografiche. Tuttavia, già un paio d’anni dopo, il nostro artista sorprendeva con una rappresentazione immediata e senza fronzoli, caratterizzata da forti contrasti luminosi, tipici del suo stile intorno al 1860. Anche se il suo focus principale rimaneva sul paesaggio, in quegli anni e oltre, dipingeva anche soggetti di genere, spesso concentrati su singole figure, influenzati dalla letteratura tardo-romantica.

Un Viaggio a Parigi

Nel 1861, accompagnato da Banti e Signorini, il Cabianca si avventurò verso Parigi. Silvio, suo figlio, annotò in una biografia dedicata al padre che questo viaggio non ebbe effetti straordinari; l’artista rimase affascinato soprattutto da Decamps, ma al suo ritorno a Firenze, proseguì per la sua strada. Presentò alcuni paesaggi alla I Mostra nazionale di Belle Arti nello stesso anno, tra cui Ferriera nella Versilia, ma passarono inosservati. Tuttavia, a Torino, un dipinto ottenne un certo successo, che replicò negli anni successivi: Le monachine. Anche se espose cinque dipinti alla Mostra fiorentina del 1863, tra cui Barca a rimorchio, Mattino nei dintorni di Firenze e Crepuscolo, non ebbe grande fortuna. La sua pittura era veloce e sintetica nei bozzetti, ma tendeva all’eccessiva descrizione nei quadri finiti.

Trasferimento a Parma e Stabilimento a Roma

Nel 1863, il C. si trasferì a Parma, dove fu ospite del pittore C. Barilli, già conosciuto a Firenze. Alla fine del 1870, insieme alla sua famiglia, che si era nel frattempo formata nel 1864, si stabilì definitivamente a Roma, accogliendo l’invito di Nino Costa. Qui ebbe modo di immergersi nell’ambiente artistico legato a Costa e successivamente entrò in contatto con O. Carlandi, E. Roesler Franz, M. De Maria e G. A. Sartorio, con i quali, su suggerimento di Costa, fondò il gruppo “In arte libertas”.

L’Acquarello e le Esposizioni Internazionali

Da tempo il C. si dedicava all’acquarello, che divenne la sua tecnica preferita anche perché permetteva di esporre i suoi dipinti in Inghilterra, dove l’acquarello era molto apprezzato. Partecipava regolarmente a mostre collettive in città inglesi e organizzava mostre personali a Londra, Glasgow ed Edimburgo, oltre ad esporre in altre città europee come Parigi e Amsterdam, e anche in America. Sebbene sviluppasse abilmente scene di vita e costumi locali, col tempo le sue opere divennero più convenzionali.

Soggiorni a Castiglioncello e Ultimi Anni

Tra il 1881 e il 1888 il C. trascorse molto tempo ospite da D. Martelli a Castiglioncello, da cui emersero ancora opere di valore. Nel 1893, pur rimanendo parzialmente paralizzato, continuò a esporre le sue opere nelle mostre, e all’inizio del 1902 venne allestita a Roma una sua personale presso la Società degli amatori e cultori di Belle Arti, con numerose opere. Morì a Roma il 22 marzo 1902.

Tra gli altri suoi lavori troviamo :

  • Il bagno fra gli scogli;
  • Sant’Angelo all’Isola di Giudecca;
  • Reminiscenze del mare;
  • Gondola bruna;
  • La neve in Ciociaria;
  • Le mura del convento;
  • Sotto il portico dei barattieri a Venezia;
  • Piccola via;
  • La neve;
  • Una casa ad Anacapri;
  • Reminiscenze d’Amalfi;
  • Rocca di Papa;
  • Il caligo a Venezia;
  • Sul far del giorno;
  • La pace del Chiostro;
  • Una sera sulla laguna.

Molti dei suoi dipinti raffigurano monache; un esempio ben noto è “Le monachine“. Le opere degli ultimi anni di Vincenzo Cabianca mostrano l’influenza dei simbolisti e dei preraffaelliti.

Morì a Roma il 21 marzo 1902. Le collezioni con opere di Vincenzo Cabianca comprendono la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il Museo di Brooklyn.

 

Vincenzo Cabianca Le monachine
Vincenzo Cabianca Le monachine

 

 

Vincenzo Cabianca San Pietro a Porto Venere
Vincenzo Cabianca – San Pietro a Porto Venere

 

Vincenzo Cabianca Lungomare
Vincenzo Cabianca – Lungomare

 

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