ULISSE CAPUTO

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LE QUOTAZIONI di Ulisse Caputo

Ulisse Caputo: Opere d’arte dalle vivaci rappresentazioni muliebri e colori ispirati all’impressionismo francese

Se stai cercando opere d’arte uniche e coinvolgenti, le creazioni di Ulisse Caputo sono ciò che desideri. Questo artista è particolarmente ricercato per le sue rappresentazioni muliebri dai vivaci colori, che traggono ispirazione dall’impressionismo francese. Le sue opere di grandi dimensioni hanno un valore approssimativo compreso tra 5.000,00 e 15.000,00 euro.

Se invece preferisci tele di medie dimensioni, puoi trovare opzioni interessanti con una stima che va dai 2.500,00 ai 5.000,00 euro. Per le vedute di dimensioni più piccole, i prezzi si aggirano orientativamente tra 1.000,00 e 2.500,00 euro.

Oltre alle tele, Ulisse Caputo si dedica anche alla produzione grafica, che viene apprezzata e valutata tra 1.000,00 e 2.500,00 euro.

È importante tenere presente che il valore di un dipinto dipende da diversi fattori, come l’anno di realizzazione, i soggetti raffigurati e lo stato di conservazione dell’opera.

Se desideri una valutazione attuale delle opere di Ulisse Caputo, puoi allegare una foto compilando il modulo accanto o inviare i dettagli tramite WhatsApp al numero 348 2858142. In alternativa, è possibile inviare una mail all’indirizzo info@compro-antiquariato.it.

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N.B. Le valutazioni precedenti sono indicative e per una stima accurata e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ULISSE CAPUTO

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela grandi 4.500 – 8.500 Euro
Olio su tela medie 2.500 – 4.500 Euro
Olio su tela piccole 1.000 – 2.500 Euro
Opere grafiche 1.000 – 2.500 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ULISSE CAPUTO

Ulisse Caputo
Ulisse Caputo

Ulisse Caputo, nato a Salerno nel 1872 e spirato a Parigi nel 1948, si avvicina al mondo dell’arte attraverso le preziose lezioni paterne. Il padre, un abile decoratore e scenografo presso il Teatro Verdi di Salerno, gli insegna i primi rudimenti del disegno e della pittura. Successivamente, Ulisse si trasferisce a Cava dei Tirreni per studiare presso Riccardo Alfieri, per poi intraprendere un percorso accademico all’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Lì, incontra due maestri di grande rilievo: Stanislao Lista e Domenico Morelli. Tuttavia, il giovane artista frequenta anche lo studio di Gaetano Esposito, che lascia un’impronta indelebile sullo sviluppo del suo linguaggio artistico. Esposito, con il suo colorismo vibrante, radicato nella tradizione seicentesca, influenza profondamente la formazione di Ulisse Caputo.

L’esordio ufficiale del talentuoso salernitano avviene nel 1897, presso la Promotrice napoletana, dove espone due dipinti di genere con una personalissima interpretazione cromatica. Ma è nel 1899 che Ulisse Caputo parte per Parigi, desideroso di raggiungere gli amici pittori Pietro Scoppetta e Arnaldo De Lisio. Durante la sua permanenza nella città dell’amore, Ulisse visita l’Esposizione Universale del 1900, rimanendo affascinato dal linguaggio artistico moderno di due pittori in particolare: John Singer Sargent e Richard Miller.

LA FORMAZIONE TECNICA DI CAPUTO:

Proprio quest’ultimo diventa il suo mentore e inizia a impartirgli lezioni di pittura, attirandolo con il suo impressionismo onirico e luminoso. Da quel momento in poi, si delinea il linguaggio distintivo di Ulisse Caputo: pennellate libere e cariche di luce diventano la sua cifra stilistica. L’influenza di Miller si consolida sempre di più, nonostante il loro rapporto si interrompa bruscamente a causa di un litigio nel 1907.

Nel frattempo, Ulisse Caputo si mantiene a Parigi lavorando come illustratore di moda per stilisti, curando programmi di concerti e creando cartoline. Questa intensa esperienza grafica gli permette di diventare un osservatore attento e un interprete della vita moderna parigina, tra caffè, ristoranti e strade alla moda.

È inevitabile che questa sua abilità interpretativa e la capacità di cogliere l’eleganza e il fascino della quotidianità francese si riflettano anche nella sua produzione su tela. Ulisse si trasforma in un raffinato narratore della vita borghese parigina, utilizzando una tavolozza straordinariamente luminosa, che si allontana ormai dallo scuro chiaroscuro del Seicento napoletano.

L’ESPERIENZA A PARIGI:

Nella splendida città di Parigi, Ulisse Caputo si immerse nell’ambiente degli artisti, stringendo legami con personalità come Serafino Macchiati e, ancor più significativo, prendendo in moglie Maria Sommaruga, figlia di Angelo. Dopo aver diretto con successo “Cronaca Bizantina” a Roma negli anni Ottanta, Ulisse decise di trasferirsi nella capitale francese, dove intraprese una stimata carriera nel campo della mercatura d’arte.

Inizialmente, Ulisse Caputo non fu del tutto concorde con il linguaggio adottato nel suo ambiente parigino, ma dimostrò una notevole capacità di difendersi. Col passare del tempo, la sua fama si estese a Parigi e fu apprezzato dalla critica: partecipò a prestigiosi Salons, attirò l’attenzione dei mercanti americani e presentò le sue opere a Londra, Liverpool e in diversi paesi dell’America Latina.

Nonostante il successo internazionale, Ulisse continuò a esporre anche in Italia, dove ricevette lodi entusiastiche nel saggio del 1915 scritto da Vittorio Pica. L’apprezzamento non era tanto per le affascinanti scene della moderna Parigi, ma piuttosto per le malinconiche visioni della città sotto la pioggia o durante gli inverni rigidi.

L’ESPERIENZA IN MAROCCO:

Dopo aver trascorso un periodo di due anni nella regione bretone all’inizio del decennio del Novecento, Ulisse Caputo è investito dall’incarico governativo francese di intraprendere un viaggio verso il Marocco. Il suo arrivo viene accolto con solennità sia dal pascià che dal governatore di Fez, e persino dalla signora Longworth, moglie del governatore, la quale vedrà abbellita la sua dimora parigina grazie all’arte di Caputo.

È proprio in questa terra, inoltre, che l’artista inizia a dare vita a studi e opere che traggono ispirazione dalla vita orientale. La tavolozza, già brillante protagonista delle creazioni artistiche francesi, qui nel Marocco, accende ancor più i suoi colori sotto il sole mediterraneo.

Nei ruggenti anni Venti, si ritira nella pittoresca Provenza, dove stringe amicizia con la vedova di Cézanne e si dedica principalmente alla pittura di suggestivi paesaggi. Ormai considerato un pittore di fama mondiale, le sue personali vengono organizzate a Milano, Salerno e Napoli. Il suo genio creativo conquista le menti e i cuori di numerosi appassionati d’arte.

La sua luminosa carriera artistica giunge al termine nel 1948, quando Ulisse Caputo lascia questo mondo a Parigi, lasciandoci come eredità il suo immortale contributo all’arte.

ULISSE CAPUTO: UNO STRAORDINARIO STRUMENTO PITTORICO PER ESALTARE LA VIVACITÀ DELLA PARIGI CONTEMPORANEA.

Nel lontano 1897, Ulisse Caputo fece il suo ingresso trionfale sulla scena artistica. Fu alla Promotrice di Napoli che egli svelò al mondo le sue opere “Dopo la sonata” e “Andante appassionato”. Tuttavia, il destino aveva in serbo per lui una sorpresa: presto, soggetti parigini iniziarono ad affiorare sia nelle esposizioni italiane che all’estero. Il suo trasferimento in Francia si rivelò un’esperienza che lo condusse a immergersi completamente nella luminosità dei colori chiari, abbandonando le sfumature oscure.

Nonostante ciò, il realismo di Morelli e la profondità di Esposito rimasero saldamente radicati nel suo stile compositivo. La sua tavolozza, tuttavia, iniziò gradualmente a schiarirsi, trasformandosi in un impressionismo piacevole e luminoso. Attraverso l’influenza decorativa di Miller, Caputo si avviò a creare opere eleganti e di tendenza, diventando un affascinante interprete della vita quotidiana parigina.

Nonostante il suo trasferimento, Caputo non smise di contribuire alle mostre italiane. I suoi ritratti raffinati ed eleganti e le sue scene di vita quotidiana gli procurarono un immediato successo commerciale.

L’impressionismo decorativo di Caputo, tuttavia, non scadde mai nella monotonia, anzi, si mantenne sempre mutevole e singolare. Espose le sue opere al Cairo, a Buenos Aires e a Pittsburgh. “Provenza felice”, “Signora in azzurro” e “Pomeriggio” furono tra le opere presentate alla Biennale del 1920, continuando a incantare il pubblico con la loro bellezza senza tempo.

 

VIAGGIANDO TRA MAROCCO, PARIGI E PROVENZA, L’INCANTO SI MATERIALIZZA.

Nel lontano 1914, Ulisse Caputo intraprese un indimenticabile viaggio verso il Marocco, un’esperienza che avrebbe segnato profondamente la sua esistenza. In quel magico luogo orientale, egli si immerse completamente nella realtà quotidiana locale, trascinato dalla sua straordinaria ispirazione. La sua tavolozza, che già vantava una luminosità sorprendente, si arricchì di nuove sfumature sensuali e avvolgenti, risplendenti sotto il caldo sole marocchino. Esemplari di questa produzione artistica sono l’incantevole “Porta d’accesso al palazzo imperiale” e il suggestivo “Il giudizio del Pascià”, che si uniscono ad una serie di altre impressioni altrettanto affascinanti.

Il talento di Caputo non tardò a farsi notare, tanto che nel 1921 le sue opere fecero la loro comparsa nella vivace Milano. In quella città, egli espose con orgoglio capolavori come “La veste blu”, “Effetto di luce” e “Dopo il veglione”. L’anno successivo, alla Biennale del 1922, furono ammirate opere altrettanto straordinarie come “Heroica”, “Nastro giallo” e “La diva”. Nel frattempo, nel 1921, Caputo ebbe l’onore di tenere una personale presso la rinomata Galleria Pesaro, situata nel cuore di Milano. In seguito, nel 1928, fu la città di Salerno ad accogliere una sua mostra, seguita nel 1936 da un evento artistico a Napoli, presso la prestigiosa Compagnia degli Illusi.

Le opere di Caputo hanno conquistato un posto di rilievo nelle collezioni pubbliche e private italiane ed estere, ottenendo così un riconoscimento internazionale. Tra le prestigiose sedi che custodiscono le sue creazioni, possiamo citare la collezione Torlonia, in Italia, e il Museo di Lima, in Perù. Le sue opere hanno inoltre trovato dimora in Egitto e al Museo d’Orsay, arricchendo le collezioni di queste importanti istituzioni culturali.

 

ALCUNE SUE OPERE:

  • Piazzadell’Osservatorio del 1903;
  • Nello studio del 1905;
  • La straniera;
  • Quartiere latino del 1907;
  • Nel caffè del 1909;
  • Sera d’està del 1911.

Molte sue opere sono finite in collezioni private, tele caratterizzate da scene e figure della vita della metropoli.

Realizzò una produzione molto vasta e i suoi quadri parteciparono alle più importanti mostre, non solo italiane ma anche europee e oltre oceano come all’Esposizione di Belle Arti del Cairo, a quella di Buenos Aires del ’10, nelle quali Ulisse Caputo presentò:

  • Acquazzone;
  • Impressioni parigine;
  • Una prova.

dalla Mostra nazionale di Belle Arti di Milano del 1906, invece presentò:

  • La Senna dal Louvre;
  • Ai primi albori.

A Venezia nel 1907 presentò:

  • Alle prove;
  • Effetto di notte;
  • Un concerto all’aria aperta;
  • Le due sorelle.

Visse a Parigi fino alla morte sopraggiunta nel 1948.

 

Ulisse Caputo
Ulisse Caputo

 

La loge du théatre Ulisse Caputo
La loge du théatre

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