RAFFAELE TAFURI

VALUTAZIONE gratuita dei dipinti di Raffaele Tafuri

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LE QUOTAZIONI di Raffaele Tafuri

Le valutazioni dei dipinti dell’artista Raffaele Tafuri variano da 2.500 a 3.500 euro fino a 6.500 euro. Alcune eccezionali opere del XIX secolo superano questi prezzi.

Il mercato di interesse per le opere di Tafuri è principalmente concentrato nelle regioni di Napoli e Veneto. I suoi dipinti spaziano tra vedute, scene di genere e interni.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Raffaele Tafuri.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE RAFFAELE TAFURI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela medie 2.500 – 3.500 Euro
Olio su tela grandi fino a  6.500 Euro

 


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BIOGRAFIA DI RAFFAELE TAFURI

Raffaele Tafuri - Canale Veneziano
Raffaele Tafuri – Canale Veneziano

Raffaele Tafuri è nato a Salerno, nel 1857 e deceduto a Venezia, nel 1929 intraprende il suo percorso formativo all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove si avvicina alla pittura. Durante gli anni Ottanta, emerge sulla scena artistica con la sua abilità nel creare opere di genere ricercate, che si ispirano alla tradizione della scuola napoletana.

Negli anni Novanta, decide di trasferirsi a Venezia, ampliando i suoi orizzonti artistici e dedicandosi non solo alla pittura di genere, ma anche al paesaggio dal vivo. Le sue rappresentazioni di Venezia o dei suggestivi borghi campani, realizzate con la tecnica dell’acquerello, sono particolarmente affascinanti. L’autore riesce a catturare l’essenza dei luoghi con una tavolozza di colori luminosi e una tecnica pittorica fluida.

Sia nelle scene di genere che negli scorci urbani e campestri, Raffaele Tafuri dimostra una profonda conoscenza del colore caratteristico di Napoli. Allo stesso tempo, riesce a reinterpretare le influenze veneziane di Giacomo Favretto, infondendo nelle sue opere l’energia vibrante degli interni ed esterni veneziani.

L’artista espone regolarmente in importanti città italiane come Milano, Genova, Torino, Verona, Roma, Napoli e Palermo, oltre a partecipare alle Biennali di Venezia a partire dal 1895. Negli ultimi anni della sua vita, concentra la sua attenzione principalmente sui paesaggi della campagna veneta, stabilendo il suo studio nei dintorni di Belluno. Nel 1929, Raffaele Tafuri lascia questo mondo a Venezia, lasciando dietro di sé un’eredità artistica preziosa.

LE PRIME OPERE A NAPOLI:

Dopo aver completato il suo percorso di studio presso l’Accademia napoletana, Raffaele Tafuri fa il suo debutto nel 1880 alla mostra Promotrice Salvator Rosa con l’opera “Il giovane proveniente dalla Sagrestia”. L’artista segue la tradizione partenopea della pittura di genere, caratterizzata da uno stile realistico, senza trascurare i vibranti valori cromatici che rispecchiano l’epoca del Seicento.

Nel 1881, viene presentato un nuovo dipinto di genere, intitolato “È partito”, che viene esposto insieme alla sua opera di studio “Un volto”. Mentre, l’anno successivo, vediamo opere come “Le nuove ospiti” e “Solitudine”, che rappresentano la fase iniziale della pittura dell’artista. Già in questi primi lavori, il colore viene trattato con una naturalezza e una luminosità straordinarie, come poi dimostrerà ancora di più durante la sua esperienza a Venezia.

I PAESAGGI VENEZIANI:

Quando Raffaele Tafuri si trasferisce nella città di Venezia, la sua tavolozza si illumina ancor di più, espandendosi con nuove sfumature. Egli si fa interprete di una ricca varietà di studi e panorami dal vivo, elaborati con sorprendente disinvoltura e vitalità cromatica.

Maestro dell’acquerello, riesce a catturare tramite questo medium affascinanti scorci urbani delle calli e dei canali veneziani, così come nostalgiche vedute del sud. Marina di Capri prende forma nel 1891, mentre nel 1892 Napoli accoglie le opere In piazza d’Erbe, Il Canal Grande di Venezia e Un canale interno a Venezia.

I paesaggi emergono con una raffinata maestria, curati in ogni dettaglio cromatico, dalla luce che si specchia nei canali all’ardente sole che accarezza i tetti. I suoi tagli sono incredibilmente moderni e distintivi, come si può ammirare in Rio vecchio, Venezia, un dipinto presentato nel 1897 a Genova. Nella Biennale del 1895, Raffaele Tafuri svela Ultimi raggi, mentre nella manifestazione del 1905 presenta Foglie secche e l’affascinante scena di genere intitolata Spia.

IL TRASFERIMENTO A PEDAVENA:

Completamente inserito nel contesto artistico veneziano, Raffaele Tafuri si lascia spesso influenzare dallo stile distintivo di Favretto, specialmente nelle rappresentazioni di scene quotidiane. Emergono aneddoti curiosi e un’atmosfera narrativa accattivante, come nelle divertenti scene de I falsari e In cucina di campagna, presentate a Firenze nel lontano 1906.

Alla Biennale del 1907, il pittore si divide tra incantevoli paesaggi veneziani e alcune opere di genere: la maestosità della neve, A Pedavena – Feltre, l’imminente incontro nel Convegno, il canto serale, l’automobile.

Dai paesaggi esposti, si può notare il recente trasferimento dell’artista a Pedavena, un piccolo borgo tra le montagne bellunesi, nelle vicinanze di Feltre. Da questo momento in poi, Tafuri presenterà principalmente vedute tratte dai luoghi che frequenta abitualmente. Baci del sole e Il frutteto risalgono alla Biennale del 1909, mentre nel 1910 emerge Dal mio studio di Pedavena e Ritorno dal mercato.

Nel 1918, a Milano, si tiene una personale dedicata all’eccezionale artista Raffaele Tafuri, con una selezione di centosette opere. Tra queste, troviamo quelle appartenenti all’ultimo periodo della sua carriera, come:

  • Una sera di sagra a Chioggia;
  • Cercando;
  • A merenda;
  • Sul torrente Colmeda a Pedavena;
  • Case campestri;
  • Ampezzo e A Pian d’Avena.

Tuttavia, nella mostra sono esposti anche paesaggi di una memoria nostalgica campana, come A Sorrento, Nel porto di Salerno, Le lavandaie, A Posillipo, Gadoni di Chiaia e Uliveto. Ogni opera racconta una storia unica e ci trasporta in un viaggio emozionante attraverso la bellezza e la diversità della nostra amata Italia.

 

 

Raffaele Tafuri
Raffaele Tafuri

 

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