Piero Marussig è nato 16 maggio 1879 e morto il 13 ottobre del 1937, fu un pittore italiano.
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BIOGRAFIA DI PIERO MARUSSIG
Nacque a Trieste il 16 maggio 1879 da Pietro e da Erminia Dissopra, quarto di cinque figli, in una famiglia benestanti commercianti, gestori di un negozio di abiti confezionati. Il padre era inoltre un attento collezionista d’arte; e il nonno paterno, Piero, un pittore dilettante.
A Trieste importante snodo culturale ed economico Europeo, Marussig apprese i primi rudimenti della pittura sotto la guida di E. Scomparini, insegnante di disegno e arti decorative alla scuola industriale della città e pittore e decoratore a Treviso.
I primi dipinti che realizza Piero Marussig sono ritratti e autoritratti, tra i quali il “Ritratto della sorella minore Eugenia” del 1898, dove l’intensità psicologica è moltiplicata dalla semplificazione e dalla resa luminosa dei piani.
Nel 1900 il Marussig viaggiò per l’Europa stabilendosi brevemente a Vienna e poi a Monaco, dove partecipò all’Accademia fino alla primavera dell’anno dopo.
Prese parte alla “secessione“, stringendo anche un legame molto forte con F. von Uhde, ed con M. Liebermann, L. Corinth, G. Klimt e F. von Stuck. La frequentazione con questi pittori importanti dell’epoca fu determinante per la formazione artistica di Piero Marussig. Rientrato a Trieste, studiò e analizzò le esperienze fatte migliorando i toni cupi e gravi dello “Jugendstil” nell’intimismo sintetico dei Nabis, corrente monacense di quel periodo.
Nel 1903 convolò a nozze con Rina Drenik con la quale si trasferì a Roma fino al 1905. Qui frequentò gli ambienti divisionisti, studiando la pittura classica, e realizzando la sua predilezione per “Tiziano“. Sempre in quell’anno visse a Venezia per un breve periodo, successivamente a Parigi.
A Parigi si confrontò con artisti quali, P. Cézanne, V. van Gogh, P. Gauguin, G. Seurat e M. Denis ed ebbe molto probabilmente contatti con H. Matisse. Grazie a queste conoscenze modificò la propria personale interpretazione del postimpressionismo. Rientrato a Trieste nel 1906, comprò una vecchia villa padronale con giardino sulla collina di Chiadino.
Questa dimora diventò per parenti e amici, un rifugio in cui meditare e praticare con impegno prolungato la tecnica “en plein air”. Il giardino, infatti, il panorama verso le colline di Muggia e quello dalla terrazza verso la città, furono per il Marussig, nel tempo, fonte d’ispirazione per molti suoi dipinti.
Nel 1907 partecipò a Milano alla mostra organizzata per l’inaugurazione del traforo del Sempione.
Tra il 1907 e il 1908, ultimato il periodo dei viaggi a scopo formativo, si immerse intensamente nella pittura e, raramente, anche all’incisione, realizzando in particolar modo figure in atteggiamento rilassato o pensieroso, nelle quali mescola luce e colori post-impressionisti avvolti da linee nervose di provenienza secessionista. Verso il 1910 utilizza sempre più i colore di chiara connotazione espressionista.
Lavorò a Trieste dal 1898 al 1918, e a Milano dal 1919 al 1937. Dipinse in uno stile espressionista rappresentativo, raffigurante scene di genere, vedute e ritratti. Fece parte di un gruppo di artisti milanesi noto come il Novecento Italiano che espose alla Permanente di Milano nel 1926 e nel 1929 e comprendeva Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Ubaldo Oppi e Mario Sironi. Il gruppo aveva tendenze fasciste ed era stato accompagnato da Lino Pesaro, gallerista, e Margherita Sarfatti, scrittrice e critica d’arte che sarebbe diventata l’amante di Mussolini. Piero ha fondato intorno al 1930, una scuola a Milano insieme a Funi e Bortolotti.
Ammalatosi di cirrosi epatica, Piero Marussig morì, dopo una lunga malattia, a Pavia il 13 ottobre del 1937.
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