ONORATO CARLANDI

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LE QUOTAZIONI di Onorato Carlandi

Le opere di Onorato Carlandi vantano un notevole successo a livello nazionale. I suoi dipinti paesaggistici di grandi dimensioni, che includono suggestivi panorami laziali e londinesi, sono caratterizzati da una qualità straordinaria e possono raggiungere valutazioni comprese tra 2.200,00 e 4.200,00 euro. Gli olii di medie dimensioni hanno prezzi indicativi che si collocano tra 1.200,00 e 2.200,00 euro, mentre i bozzetti e le piccole composizioni sono quotati tra 1.000,00 e 1.200,00 euro.

Da notare che l’artista ha anche dedicato parte del suo talento alla produzione di acquarelli, i quali potrebbero essere valutati tra 300,00 e 600,00 euro.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Onorato Carlandi.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ONORATO CARLANDI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – paesaggi grandi 2.200 – 4.200 Euro
Olio su tela medie 1.200 – 2.200 Euro
Bozzetti medie 1.000 – 1.200 Euro
Acquarelli medie 300 – 600 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ONORATO CARLANDI

Onorato Carlandi - Itri
Onorato Carlandi – Itri

Nel cuore di Roma, nella vivace piazza di Spagna, naque Onorato Carlandi nel lontano 1848. Fin dalla tenera età, il giovane abbracciò la passione per l’arte e si immerse nello studio con fervore. Nel 1866, animato da uno spirito volontario, si unì all’esercito garibaldino e si incamminò verso la maestosa regione del Trentino. Desiderava evitare il triste destino patito dal suo fratello, catturato mentre cercava di liberare Roma dalle grinfie del governo papale. Pertanto, trovò rifugio a Napoli, dove continuò a coltivare la sua abilità nel campo della pittura.

Dopo aver assistito al trionfante ritorno a Roma in seguito alla Breccia di Porta Pia, Carlandi divenne uno dei pilastri fondatori della rinomata Società degli Acquarellisti. Nel cuore di via Sistina 138, aprì le porte del suo primo studio, pronto ad accogliere la bellezza e a darle vita attraverso i suoi pennelli. Nel 1880, decise di intraprendere un viaggio epico verso la città di Londra, un crocevia cruciale per plasmare e definire la sua poetica artistica. Fu un’esperienza talmente significativa che Carlandi scelse di ritornarvi ogni anno, attratto dal successo che ottenne esponendo con orgoglio alla Royal Academy dal 1882 al 1889.

IL RITORNO A ROMA:

Ritornando alla sua amata Roma, Carlandi era un ospite abituale del rinomato Caffè Greco, un luogo di incontro per le menti creative e gli animi ribelli. Fu proprio qui che entrò a far parte dell’illustre associazione “In Arte Libertas”, fondata da Nino Costa. Con il passare del tempo, Onorato Carlandi si affermò come uno dei rappresentanti più rilevanti del Simbolismo italiano, tanto da lasciare un’impronta indelebile nell’illustrazione dell’opera “Isaotta Guttadauro” di Gabriele D’Annunzio nel lontano 1886.

Con zelo incrollabile, partecipò a tutte le prestigiose mostre organizzate da “In Arte Libertas” fino al 1899. Fu proprio in quell’anno che si distinse in un’esposizione indimenticabile alla III Biennale di Venezia, lasciando una traccia di ammirazione nel cuore di coloro che vi parteciparono. Nel 1933, la rinomata Galleria Antonina dedicò una retrospettiva esclusivamente a lui, onorando la sua brillante carriera artistica. Infine, nel 1937, gli fu conferito il titolo di Accademico di San Luca, un riconoscimento prestigioso che suggellava la sua indiscussa maestria nel mondo dell’arte. Purtroppo, solo due anni dopo, Onorato Carlandi lasciò questo mondo terreno, ma la sua eredità immortale continua a vivere nelle opere che ci ha donato, e Roma

si lembra con gratitudine del suo passaggio.

LA PITTURA STORICA:

Dopo aver completato il suo percorso presso il rinomato Collegio Romano, si dedica con fervore allo studio dell’arte pittorica, iscrivendosi all’Accademia di San Luca, dove ha la fortuna di essere allievo di Francesco Coghetti.

Tuttavia, la sua formazione non si limita al contesto accademico, poiché ha l’opportunità di frequentare anche lo studio di Guglielmo De Sanctis. È proprio grazie a quest’ultimo maestro che viene introdotto alla conoscenza approfondita e alla pratica della pittura storica. Tra le sue opere che si ispirano a questo genere, possiamo ammirare La barca dei fratelli Cairoli e i Prigionieri di Mentana.

Nel caso specifico dell’ultima creazione artistica menzionata, Onorato Carlandi riesce abilmente a combinare il tema patriottico dei garibaldini catturati dai francesi con la fedeltà ambientale in cui sono immersi. Si narra, infatti, che l’artista abbia dipinto dal vivo un gruppo di modelli nella pittoresca Vigna Ludovisi.

La tela in questione fa ora parte della preziosa collezione del Museo di Roma, che ne preserva il suo valore storico e artistico. Nel frattempo, a causa di circostanze economiche avverse, Carlandi si trova costretto a impegnarsi nel campo affascinante della scenografia. È in quest’ambito che dà vita al maestoso sipario del Teatro Politeama, un’opera che trae ispirazione da un esemplare di virtù tratto dalla storia antica: l’eroico Orazio Coclite mentre difende il ponte Sublicio.

Nel 1875 fu uno dei fondatori della Società degli Acquarellisti in Italia, insieme a Roesler Franz, Pio Joris e Cesare Biseo.

I VIAGGI E IN ARTE LIBERTAS:

Nel lontano 1880, il destemuto viaggiatore Onorato Carlandi intraprese un epico percorso verso la magnifica Londra, dove ebbe il privilegio di conseguire immediatamente trionfi e plausi con i suoi magici acquarelli, ritraendo gli incantevoli paesaggi romani. In questa meravigliosa città, gli si spalancò l’opportunità di immergersi nell’arte di John Constable e William Turner, oltre a incantarsi davanti alle bellezze della Scozia, dell’Inghilterra e del Galles, identificando queste terre come le autentiche culle del paesaggio moderno. Non a caso, all’Esposizione della prestigiosa Società degli Acquarellisti nel 1881, Carlandi stupì tutti presentando ben ventotto incantevoli acquarelli intitolati “Indimenticabili frammenti d’Inghilterra”.

Al suo ritorno nella sua amata Roma, Carlandi cominciò a frequentare assiduamente il celebre Caffè Greco, ove si immerse in stimolanti dibattiti con gli antiaccademici e coloro che si opponevano ai dominanti stili pittorici di Mariano Fortuny.

Nel suggestivo anno del 1886, Carlandi si unì con animo libero all’associazione artistica chiamata In Arte Libertas, partecipando con entusiasmo alla prima straordinaria mostra organizzata da questo stimato cenacolo di talentuosi artisti presso lo studio Giorgi. Fece mostra di sé con cinque splendidi paesaggi ad acquarello:

  • Il Paradiso dei Porci;
  • Il Tempietto di Diana a Villa Borghese;
  • Il Lago di Nemi.

veri capolavori che ritraevano le vedute autentiche di Roma e delle sue circostanti campagne.

Proprio nel fervore creativo del suo percorso artistico, all’interno dello studio del rinomato Alfredo Ricci, Carlandi ebbe l’incredibile opportunità di incrociare il cammino dell’illustre Gabriele D’Annunzio, partecipando all’edizione illustrata della sua raccolta di poesie intitolata “Isaotta Guttadauro”. In questa collaborazione senza pari, Carlandi creò un’illustrazione unica, accompagnando il componimento poetico “Ninfa Ludovisia” con un’immagine affascinante: una ninfa eterea che, come se fluttuasse, si ergeva all’interno di un paesaggio naturale carico di profonde valenze simboliche.

LE SUE OPERE:

Partecipa al magnifico evento artistico della terza esposizione organizzata da In Arte Libertas, che si è svolta a Londra come parte della prestigiosa mostra italiana a West Brompton. Successivamente, dopo aver apposto la sua firma sullo statuto della Società nel 1890, si presenta l’anno seguente al maestoso Palazzo delle Esposizioni con le opere intitolate “Alla luna”, “Et in Terra pax” e “In Primavera”.

Nel suggestivo anno 1910, l’importante Mostra Internazionale di Venezia dedica una personale all’artista, che riunisce più di sessanta capolavori aquarellati, racchiusi sotto il titolo evocativo di “Impressioni della Campagna inglese e della Campagna romana”.

Non a caso, grazie alla sua interpretazione del paesaggio intriso di profondi sentimenti e sublime bellezza, Onorato Carlandi si distingue come uno dei fondatori del prestigioso gruppo artistico chiamato i XXV della Campagna romana. La sua leadership lo porta a essere nominato presidente o, come si dice affettuosamente, “Capoccetta” nel 1911.

Nello stesso anno, all’Esposizione d’Arte di Roma, l’artista svela una delle sue opere più celebri: il trittico chiamato “Alba Nuova”. Questa creazione viene descritta da Ugo Fleres come uno dei paesaggi più rappresentativi e suggestivi della pittoresca campagna romana.

Dopo la sua scomparsa nel lontano 1939, la moglie di Carlandi ha generosamente donato al Museo di Roma un tesoro di inestimabile valore artistico, composto da oltre cento opere tra schizzi, aquarelli e dipinti ad olio.

Ha viaggiato in Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles dipingendo la campagna tra il 1880 e il 1891.

Questo viaggio ha prodotto opere come:

  • Fienile a Wingfield (1890s)
  • Campi di fieno – Campsea Ash (1880-1890)
  • Finestra di un’antica abbazia (1880-1890)
  • Villaggio di Bosham (1898)
  • Port of Holyhead (1907),
  • Paesaggi rustici (Montagne, 1907),
  • Wingfield Manor (1890s)

 

Dopo i suoi viaggi in Gran Bretagna, e studi di acquerellisti britannici come Peter de Wint (1784-1849), nel 1891 tornò in Italia. Nel 1904, collaborò con Augusto Bompiani, E. Ferrari e Alessandro Battaglia nell’illustrare un album donato al presidente in visita della Francia, Loubet. Fu quell’anno anche uno dei fondatori del gruppo dei XXV della Campagna Romana, pittori della campagna tra cui Enrico Coleman, Giulio Aristide Sartorio, Napoleone Parisani e Vittorio Grassi. Ha dipinto soggetti tra cui vedute di Roma dell’Agro Pontino e ha richiamato paesaggi dalla Gran Bretagna. Tra le sue opere ci sono:

  • Rovine di Roma, (1920-1930)
  • Arco di Settimio Severo e Colonna di Foca, (1920-1930)
  • Foro Romano, (1900-1910)
  • Fiori nella campagna romana, (1920-1930)
  • Il Tevere in piena, (1880-1890)
  • Villa Adriana, (1928-1930)

 

 

Onorato Carlandi Tivoli
Onorato Carlandi – Tivoli

 

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