ODOARDO TABACCHI

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BIOGRAFIA ODOARDO TABACCHI

Odoardo Tabacchi
Odoardo Tabacchi

Odoardo Tabacchi è nato a Valganna, 19 dicembre del 1836 e deceduto a Milano il 23 marzo 1905, fu uno scultore italiano.

Il 19 dicembre 1831, venne al mondo a Ganna, un piccolo borgo nel territorio di Valganna (Varese), un bambino destinato a fare la storia dell’arte. Bernardo, il padre, originario di Ardena, era un abile artigiano impegnato in svariate attività locali, quali la lavorazione del legno, la scultura e l’ornamentazione delle chiese. La madre, Teresa Arganini, invece, era nativa di Ganna. Era noto che aveva un fratello maggiore di nome Carlo Andrea Alessandro, nato il 31 marzo 1829, e una sorella minore chiamata Elisa. Nonostante fosse stato battezzato con i nomi di Battista Pasquale Edoardo, l’artista preferì sempre utilizzare il nome “Odoardo”.

La Vita a Milano

Dopo la prematura scomparsa del padre, la madre si trasferì con i figli dalla famiglia del fratello Pasquale, un capomastro residente a Milano. Qui, sostenendo e incoraggiando le doti artistiche del giovane Odoardo, la famiglia decise di iscriverlo, insieme al fratello, all’Accademia di Brera. Questo segnò l’inizio di un lungo percorso di formazione. Nel 1845, Odoardo fu accolto nella scuola di disegno ornamentale, mentre nel 1850 entrò nella scuola delle sculture e nella scuola del nudo; nello stesso anno ottenne una menzione d’onore per i suoi studi di estetica. Durante questo periodo, frequentò anche la scuola di scultura diretta da Benedetto Cacciatori, oltre a ricevere lezioni private da Abbondio Sangiorgio e forse da Pompeo Marchesi.

Successi Accademici e Viaggio a Firenze

Gli anni trascorsi all’Accademia di Brera videro Odoardo distinguersi in vari concorsi, sia nel 1850 per una scultura in rilievo che tra il 1852 e il 1854 per varie composizioni nella scuola del nudo. Finalmente, nel 1858, gli fu assegnata una borsa di studio triennale per continuare gli studi a Roma, anche se si recò nella città eterna solo verso la metà del 1860. Prima di questo, trascorse diversi mesi a Firenze, dove frequentò gli artisti che si ritrovavano al caffè Michelangelo e fu influenzato dai seguaci di Lorenzo Bartolini. Nel febbraio 1860 inviò a Brera il suo primo saggio obbligatorio, il Pianto degli angeli, da cui trasse l’ispirazione per realizzare il paliotto dell’altare maggiore della chiesa di S. Maria Assunta a Gallarate nel 1869.

Il Successo a Milano e l’Insegnamento a Brera

Il suo saggio finale, completato durante il periodo romano, dominato all’epoca dallo scultore Pietro Tenerani, fu il colossale gesso raffigurante Arnaldo da Brescia, inviato a Milano nel maggio 1861, dove vinse il primo premio per la scultura all’Esposizione annuale di Brera. In quella stagione, Odoardo trascorse un breve periodo di studio a Napoli, dove entrò in contatto con il pittore Filippo Palizzi.

Il Ritorno a Milano e le Collaborazioni

Rientrato definitivamente a Milano nell’estate del 1861, frequentò per un breve periodo lo studio di Pietro Magni, partecipando alla realizzazione dei modelli per le statue degli allievi di Leonardo destinate al monumento in piazza della Scala. Collaborò anche con Giovanni Strazza, anch’egli insegnante di scultura a Brera come Magni. Per conto dei fratelli Boni, attivi nella decorazione architettonica, creò le Cariatidi del palazzo su piazza Cavour, all’incrocio tra via Manin e via Turati.

Il Monumento a Cavour

Nel 1861, la sua proposta per un monumento a Cavour, composto da un ritratto bronzeo del politico a figura intera, vinse il concorso bandito dal Comune di Milano in parità con l’allegoria dell’Italia seduta di Antonio Tantardini. La commissione chiese ai due scultori di combinare le loro opere, e il monumento fu inaugurato nel 1865. Lo stesso modello, presentato senza successo da Odoardo nel 1861, fu successivamente richiesto per l’allegoria dell’Indipendenza nel concorso per il Monumento a Cavour a Torino.

Le Opere Milanesi

Durante quegli anni, furono realizzate varie sculture di rilievo, tra cui le statue di S. Maria Egiziaca e S. Dorotea per il duomo di Milano, il Busto di Raffaello per il padiglione reale della stazione, le statue di Lanzone e Dante per la galleria Vittorio Emanuele II. Il marmo raffigurante Ugo Foscolo, dopo il Trattato di Campoformio, fu esposto nel 1866 a Brera e nel 1867 all’Esposizione universale di Parigi, ottenendo plausi per il suo realismo e la sua tematica. Nello stesso anno, Eleonora Fonseca Pimentel fu esposta a Brera, su commissione di Francesco Turati.

La Collaborazione con la Famiglia Ponti

Con la realizzazione dell’Angelo della giustizia e dell’Angelo protettore per la cappella Ponti, eretta da Camillo Boito nel cimitero di Gallarate, iniziò una lunga collaborazione con la famiglia Ponti, una nota dinastia di imprenditori: questo includeva il restauro dell’altare maggiore di S. Maria Assunta, eseguito da Boito e Tabacchi nel 1868-70, Dante e Michelangelo, il Ritratto di Eligio Ponti.

Il Trasferimento a Torino

Nel 1868, Odoardo Tabacchi si trasferì a Torino, dopo aver vinto il concorso per la cattedra di scultura all’Accademia Albertina, un evento che causò notevoli polemiche, soprattutto dopo l’abbandono della stessa cattedra da parte di Vincenzo Vela. A Torino, Odoardo sposò Rosa Ballerini il 27 dicembre 1887, madre del suo figlio Odo. Per quasi quarant’anni, Odoardo svolse un ruolo chiave nell’ambito della scuola torinese di scultura, che era stata rivoluzionata da Vela, con un’enfasi sul realismo e l’accuratezza esecutiva, diventando un punto di riferimento per gli studenti dell’Albertina e per i committenti pubblici e privati.

I Monumenti Pubblici

Tra i numerosi monumenti pubblici, affidatigli per la sua rinomata fama, si ricordano quelli dedicati a Pietro Paleocapa, Giovan Battista Cassinis, Giuseppe Timmermans, Giacomo Leopardi e Annibal Caro, Filippo Brignone, il Genio della scienza per il Monumento al traforo del Cenisio, Vittorio Emanuele II, Alfonso Lamarmora, Arnaldo da Brescia, Giovanni Lanza, Garibaldi, Salvatore Pes di Villamarina, i Caduti per l’indipendenza, Amedeo di Savoia, Cristoforo Colombo, Giovambattista Bottero, Umberto I.

La Produzione Artistica di Tabacchi

Oltre alla sua produzione ufficiale e pubblica, caratterizzata da stilemi retorici e convenzionali, Odoardo Tabacchi si dedicò anche alla creazione di una serie più spontanea e diversificata di figure occasionali, spesso ritraenti donne e di dimensioni ridotte. Molti di questi lavori erano noti solo attraverso il titolo con cui erano esposti nelle mostre periodiche di Torino, Milano e Roma, oppure erano documentati tramite modelli in gesso o fotografie d’epoca. Alcune delle sue opere più celebri includono Peri (1870), Hypatia (1874), Tuffolina (1877, sia in marmo a Napoli presso il Museo Nazionale di Capodimonte che in bronzo a Trezzo sull’Adda, nella quadreria Crivelli; esposte all’Esposizione Universale di Parigi nel 1878), Vergine cristiana condannata al supplizio (1872), Al veglione, A mosca cieca, Cica cica, Super flumina Babylonis.

Il Filone Funerario

Un altro aspetto della sua produzione artistica riguardò il tema funerario, con opere realizzate in cimiteri come il Monumentale di Milano, il Vantiniano di Brescia, a Cuneo e a Oropa. Tuttavia, è nel cimitero Generale di Torino che lo scultore trovò le maggiori opportunità di espressione, soprattutto dagli anni Ottanta del XIX secolo in poi: qui lavorò su tombe come quelle dei Benech, Verasis di Castiglione, Rey, Baudi di Selve, Gattinara, Mazzonis, Spantigati, Janetti, Denina, fino ai più recenti monumenti Gastaldi, Sineo, Spinola, Mancio, Ottolenghi, De Amicis, Frisetti.

Successo Internazionale

L’opera di Odoardo Tabacchi ottenne un notevole successo in Sud America, dove molte delle sue figure femminili, replicate in numerose copie per il mercato internazionale, ebbero grande successo commerciale. A Buenos Aires, in particolare, l’artista realizzò la tomba dell’italo-argentino Luis Viale.

Riconoscimenti e Onorificenze

Durante la sua carriera, Odoardo Tabacchi ricevette numerosi riconoscimenti, tra cui l’essere divenuto socio onorario dell’Accademia di Brera (1862), dell’Istituto di Belle Arti di Urbino (1864), professore onorario dell’Istituto di Belle Arti di Napoli (1888), accademico di San Luca a Roma (1896) e consigliere della Promotrice di Torino dal 1869. Partecipò anche a diverse commissioni, come quelle per l’assegnazione del premio Principe Umberto a Brera (1873 e 1881), per le Esposizioni di Torino (1880, 1884, 1898) e Roma (1883), e per la selezione degli scultori per il nuovo Palazzo di Giustizia a Roma (1898). Ricevette onorificenze come commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1879), commendatore della Corona d’Italia (1880) e cavaliere della Legion d’onore francese (1879).

Ultimi Anni e Eredità

Alla fine di una lunga e fruttuosa carriera artistica, nel 1895 Tabacchi ricevette la nomina a presidente dell’Accademia Albertina, che però decise di declinare. Continuò comunque a esercitare un’influenza autorevole come decano del corpo accademico fino al 1904, anno in cui si ritirò con la moglie presso il figlio Odo, avvocato a Milano. Odoardo Tabacchi morì il 23 marzo 1905 a causa di un tumore allo stomaco e fu sepolto nel cimitero di Ganna, nella tomba che aveva predisposto l’anno precedente. Nel 1916, le spoglie della moglie Rosa furono collocate nella stessa tomba. Solo nel 1911 il comitato istituito presso l’Accademia Albertina poté inaugurare un ritratto commemorativo, realizzato da Giovanni Battista Alloati mediante un concorso tra gli allievi del defunto maestro.

Stile e Influenze

La formazione artistica ricevuta negli studi privati di Magni e Strazza, più che presso le scuole di Cacciatori o Sangiorgio, plasmò Tabacchi sviluppando uno stile presto improntato al romanticismo storico. Le sue opere si caratterizzano per un’accurata descrizione dei costumi, un gusto pittorico per il modellato e un’attenzione ben calibrata alla resa naturalistica degli effetti luminosi. In questo, lo scultore sembra essere stato influenzato in modo significativo da Vela, da cui ereditò il testimone alla cattedra torinese. Tabacchi guidò i suoi numerosi allievi verso gli sviluppi del gusto artistico internazionale della fine del XIX secolo, rimanendo estraneo alle crescenti richieste del verismo sociale e, solo timidamente, aprendosi ad alcuni aspetti del trattamento superficiale tipici del movimento “scapigliato”. Tra i suoi allievi più illustri figurano Giacomo Ginotti, Luigi Belli, Davide Calandra, Pietro Canonica, Edoardo Rubino, Cesare Reduzzi, Emilio Quadrelli e, per un breve periodo, Leonardo Bistolfi.

Eredità e Conservazione

Gli oggetti dello studio torinese di Tabacchi, rimasti per lungo tempo nelle mani degli eredi nella villa dello scultore a Ganna, furono acquisiti dal Comune di Gorla Maggiore alla fine degli anni Novanta del XX secolo. In collaborazione con la Fondazione Torre Colombera, il Comune destinò un’ala della sede municipale in fase di ristrutturazione alla gipsoteca intitolata allo scultore.

Odoardo Tabacchi si spense a Milano il 23 marzo 1905.

 

Odoardo Tabacchi Ugo Foscolo dopo trattato di Campoformio
Ugo Foscolo dopo trattato di Campoformio

 

Odoardo Tabacchi bimba
Bimba

 

 

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