LUIGI CONCONI

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BIOGRAFIA DI LUIGI CONCONI

Luigi Conconi insieme a Emilio Praga e Carlo Dossi
Luigi Conconi insieme a Emilio Praga e Carlo Dossi. Era un architetto e un pittore, nato in una famiglia borghese milanese, ha conosciuto gli ambienti letterari e artistici della Scapigliatura.

Luigi Conconi, nato a Milano nel 1852 e scomparso nel 1917, proveniva da una famiglia della borghesia. Pur avendo ricevuto un’educazione classica, decise di intraprendere un percorso diverso e nel 1872 si iscrisse alla prestigiosa Scuola Superiore di Architettura di Brera. Due anni dopo, nel 1874, ottenne la sua laurea.

Quest’uomo dalle molteplici passioni artistiche iniziò a unire la sua vocazione architettonica con quella pittorica. La sua sete di conoscenza lo portò ad avvicinarsi anche alla musica, all’arte dell’incisione e, non da ultimo, alla politica. La sua profonda curiosità intellettuale e il suo eclettismo lo condussero a scrivere per una lunga stagione sulla rinomata rivista milanese “Lotta di classe”, fortemente legata all’ambiente socialista.

Luigi Conconi fu un artista poliedrico e la sua influenza si estese in diverse direzioni. Durante gli anni trascorsi a Brera, strinse amicizia con i famosi architetti Luca Beltrami e Guido Pisani Dossi. Fu proprio grazie a questa amicizia che ebbe l’opportunità di progettare la straordinaria villa Pisani Dossi, situata nella pittoresca provincia di Como, dove il suo talento innovativo e fresco si manifestò in tutto il suo splendore.

La personalità di Luigi Conconi, aperta e versatile, insieme alla sua vasta cultura e genialità, gli aprirono le porte del circolo artistico della Scapigliatura milanese. Stringeva amicizia con Daniele Ranzoni e, soprattutto, con Tranquillo Cremona, con il quale condivise lo studio fino alla prematura scomparsa di quest’ultimo. Fu proprio in questo periodo che decise di unire definitivamente la sua attività di architetto a quella di pittore e, soprattutto, incisore.

 

L’EFFERVESCENTE CONNUBIO TRA SATIRA E POLITICA È UNA DANZA INTRIGANTE E PROVOCATORIA:

Nel lontano 1882, nasce dall’arduo sforzo di Luigi Conconi, insieme a Alberto Carlo Pisani Dossi, Carlo Borghi e Luca Beltrami, la famosa rivista illustrata chiamata “Guerin Meschino”. Questo straordinario settimanale, arricchito dalle stupefacenti creazioni artistiche di Conconi, avrebbe presto rappresentato un vero e proprio punto di riferimento per l’arte satirica del futuro.

È proprio in quel periodo che Luigi Conconi, con uno slancio di generosità, apre le porte del suo studio a Gaetano Previati. Insieme, decidono di intraprendere una straordinaria avventura commerciale, vendendo le loro opere. Tuttavia, questa iniziativa, per puro sfortuna, si rivelerà un fallimento inaspettato, consumandosi in un breve lasso di tempo.

Negli affascinanti anni Novanta, Conconi fa un salto di qualità nella sua vita personale: convola a nozze con Eugenia Dal Co e, contemporaneamente, si lascia travolgere dalla passione per la pittura, creando maestose opere d’arte dal sapore medievale. In questo stesso periodo, realizza una serie di ritratti che lo rendono protagonista delle Esposizioni di Brera e delle prime Biennali di Venezia.

Giunti alle porte del Novecento, l’impegno politico di Luigi Conconi si fa più profondo e sentito. Il talentuoso artista decide di condividere la sua vasta conoscenza insegnando storia dell’arte e disegno presso l’Associazione generale del Mutuo Soccorso degli Operai. Grazie alla sua dedizione, viene persino eletto consigliere comunale nella lista socialista, mettendo in campo il suo impegno culturale a sostegno della città di Milano.

Nel lontano 1916, il suo straordinario talento viene finalmente riconosciuto a livello internazionale, poiché Conconi si aggiudica il primo premio in una prestigiosa mostra tenutasi a Londra, organizzata dall’Associazione degli Acquafortisti e Incisori italiani. Tuttavia, un anno dopo, a causa di una malattia crudele che ha interrotto la sua fulgente carriera artistica, Luigi Conconi ci lascia per sempre, lasciandoci un vuoto incolmabile.

RIVOLUZIONARIA SCAPIGLIATURA, INCISORI E STRAORDINARIE ACQUEFORTE:

Appena Luigi Conconi si avvicina al mondo affascinante della Scapigliatura, si lascia sedurre dalla curiosità di esplorare le tecniche incisorie. Nel lontano 1876, dà vita alla sua prima opera incisa, intitolata “Palazzo Marino”, che viene esposta al prestigioso Salon parigino.

È proprio grazie al successo che ottiene in quell’occasione che la sua passione per l’arte dell’incisione si infiamma, e inizia a dedicare tutto il suo ingegno creativo e la sua intuizione allo studio e alla sperimentazione di questa forma d’arte.

Non a caso, insieme allo scultore Giuseppe Grandi, Conconi sviluppa un’invenzione rivoluzionaria: l’acquaforte monotipata. Questa nuova tecnica combina l’aspetto tecnico con la sensibilità nella scelta dei temi, caratterizzati da un’atmosfera gotica e perturbante tipica della corrente letteraria della Scapigliatura.

Nel 1880, Luigi Conconi partecipa all’Esposizione di Brera, presentando una serie di straordinarie acqueforti. Tra queste, spicca “La casa del mago”, un’opera dal titolo evocativo che raffigura l’antica chiesa di San Vincenzo in Prato, a Milano, ormai dismessa e trasformata in un deposito di prodotti farmaceutici e chimici dello scienziato Paolo Gorini.

Nello stesso periodo, l’artista realizza “Ebbrezza”, in cui una donna viene raffigurata in una posizione lasciva, circondata da una nuvola di fumo che si diffonde dalla sua sigaretta. In questa incisione, si può apprezzare la potenza espressiva del mezzo incisore, che permette di trasmettere contenuti al di fuori delle narrazioni ufficiali.

La tecnica del monotipo consente di dare vita a superfici vibranti, sensazioni palpabili e persino a elementi fugaci come il fumo di una sigaretta.

Un esempio emblematico è rappresentato dall’acquaforte monotipata “L’onda” del 1896, in cui una figura femminile dai capelli scuri e fluenti sembra immergersi in un sonno incantato, sospesa in una notte tersa abitata da un pipistrello e da un sottile lembo di luna.

Particolarmente intensi e straordinari sono anche i ritratti e gli autoritratti che Conconi realizza utilizzando la tecnica dell’incisione.

LA PITTURA NEL PERIODO DELLA SCAPIGLIATURA:

Nonostante una minore abilità nell’utilizzo dell’arte dell’incisione, Luigi Conconi dimostra comunque il suo talento nella creazione di una serie di opere ad olio. Questi dipinti, a loro volta, rendono giustizia alla sua straordinaria creatività e sensibilità artistica, offrendo una visione unica e affascinante.

A partire dalla fine degli anni Settanta, Conconi inizia a produrre dipinti come “Ragazzi in giardino” e “Il ritratto di Primo Levi”. Tuttavia, si dedica anche a opere su larga scala che rievocano temi medievali, come ad esempio “Il trono della bella Mantesca”, che fa riferimento ad una delle novelle del Decameron di Boccaccio.

Il pittore riflette costantemente sulla composizione delle sue opere attraverso una serie di bozzetti e disegni, spesso lasciati incompleti. Forse, questo medium pittorico non riesce a soddisfarlo tanto quanto l’arte dell’incisione.

I suoi dipinti, meravigliosi e in linea con la tradizione ribelle della pennellata rapida, caotica e sfumata, racchiudono un fascino unico. “La sorellina Annetta”, “Confidenze”, “La signora Mantegazza” e “Coppia danzante” sono solo alcune delle opere che si distinguono per la loro abilità nel fondere i due protagonisti della scena in un abbraccio danzante, confondendoli a loro volta nell’indefinito e vibrante spazio circostante.

L’ULTIMO PERIODO DI CONCONI:

Luigi Conconi, negli ultimi anni, ha accompagnato i suoi ritratti e le sue rappresentazioni di situazioni comuni con paesaggi suggestivi, che sono sempre stati intrisi di un’atmosfera romantica. Esemplari di queste opere sono, ad esempio, le “Variazioni di mezzanotte” del 1909 o la “Notte serena” del 1913, che però non saranno mai in grado di suscitare la stessa curiosità e incanto delle incisioni come il “Notturno”, in cui l’inchiostro, modulato in diverse sfumature, rivela un paesaggio dominato dall’oscurità misteriosa della notte. Le incisioni stesse si presentano come opere di grande fascino, con un senso di meraviglia che lasciano al loro passaggio.

LE DOTI ARTISTICHE E UMANE DI CONCONI:

Dotato di una sensibilità straordinaria, pronta ad accogliere ogni manifestazione di bellezza, così che nel Conconi si manifestava spontanea l’eleganza delle forme con cui rivestiva le sue concezioni mentali: versatile nelle sue attività, generoso nelle sue opere pittoriche eseguite ad olio, acquerello, pastello, affresco, matita, penna, acquaforte, carbone, miniatura su avorio. Attraverso la varietà di queste tecniche sempre personali, manteneva l’originale aristocratico e disprezzava ogni contatto o influenza straniera proveniente da terre oltreconfine, rifiutando le importazioni artistiche che cadevano vittime delle audaci avventure degli stilisti improvvisati. Oltre alla sua acuta ironia benevola, Luigi Conconi era autenticamente indifferente alle convenzioni imposte dalla pratica sociale. Senza dubbio, avrebbe lasciato un’impronta ancora più profonda del suo vivido ingegno, se l’abbondanza del suo temperamento estetico non l’avesse portato fin dalla giovinezza a dispersi e disperdere le sue innate e preziose energie mentali.

 

Luigi Conconi - Notturno
Luigi Conconi – Notturno

 

 

Luigi Conconi donna alla finestra
Donna alla finestra

 

Luigi Conconi La rosa
La rosa

 

Ritratto del pittore Carlo_Bellosio Mauro Conconi
Ritratto del pittore Carlo Bellosio Mauro Conconi

 

Luigi Conconi - Incisione
Luigi Conconi – Incisione

 

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