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LE QUOTAZIONI di Giovanni Prini
Giovanni Prini è un rinomato scultore, particolarmente noto per le sue affascinanti rappresentazioni dei bambini, gode di grande apprezzamento. Le valutazioni di queste opere d’arte preziose oscillano tra i 1.000 e i 10.000 euro, con il record di asta raggiunto dall’artista fissato a 10.000 euro.
Le sculture in bronzo, molto richieste per la loro maestosità, possono valere tra i 2.000 e i 3.000 euro, aggiungendo un tocco di magnificenza a qualsiasi collezione.
D’altra parte, le ceramiche divertenti, soprattutto quando presentano colori vibranti, vantano valutazioni che oscillano attorno ai 1.000 euro, donando un tocco di vivacità ad ogni ambiente.
Le sculture in terracotta possono valere €500/2000.
La creazione d’arte di questo talentuoso scultore è una testimonianza di maestria e bellezza, e gli investimenti nelle sue opere sono altamente considerati nel mondo dell’arte. Se desiderate acquisire una di queste straordinarie opere d’arte, valutate attentamente il vostro budget e preparatevi a fare un investimento di valore.
N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una più corretta stima andrebbero visionate dal vivo dal nostro esperto in sede.
QUOTAZIONI INDICATIVE SCULTURE GIOVANNI PRINI
Tipologia di Sculture |
Dimensione | Quotazione |
Ceramica | medie | intorno ai 1.000 Euro |
Bronzo | medie | 2.000 – 3.000 Euro |
Bronzo – raffigurazione bambini | medie | 1.000 – 10.000 Euro |
Terracotte | medie | 500 – 2.000 Euro |
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BIOGRAFIA GIOVANNI PRINI
Giovanni Prini è nato a Genova nel 1877, Giovanni Prini intraprende il suo percorso artistico sin da tenera età, lavorando con uno scultore locale. La passione per l’arte plastica lo guida verso nuove sfide. Nel 1892, a soli quindici anni, varca le porte dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, approfondendo lo studio della scultura. Lì, inizia il suo viaggio artistico.
L’Esordio e l’Attività Espositiva:
Il debutto avviene nel 1896 alla Promotrice genovese, inaugurando una carriera espositiva che si rivelò lunga e fruttuosa. Negli anni seguenti, Prini sperimenta e si evolve, portando a Genova nel 1899 opere dalle suggestioni simboliste come “Rievocazione,” “Ritmo,” e “Sinfonia triste.”
Nel 1900, attratto da Roma, decide di trasferirsi in questa città intrisa d’arte e cultura. La sua nuova dimora è il palazzo sulla via Nomentana, gentilmente ospitato dalla famiglia Belsito. Insieme a Orazia Belsito, destinata a diventare sua moglie, e circondato da intellettuali e artisti come Ettore Ximenes, Duilio Cambellotti, Plinio Nomellini, Sibilla Aleramo e Giovanni Cena, Prini si avvia a diventare una figura chiave nella scena artistica romana. Questa atmosfera d’ispirazione e dibattito fu fondamentale per la sua crescita artistica.
L’Evocazione Sociale e la Scultura Verista:
In questo periodo, gran parte delle opere di Prini sono realizzate in bronzo e riflettono la sua profonda attenzione alle questioni sociali e al lavoro. Il mondo dei poveri, degli anziani e degli operai diventa il suo soggetto principale. La tensione sociale è evidente nella sua scelta di rappresentare le lotte quotidiane attraverso opere d’arte.
Il Successo Espositivo:
Nel 1909, Prini presenta le sue opere alla Biennale di Venezia, segnando l’inizio di un grande successo. Le sue sculture lo portano a esporre alla Secessione di Monaco e, successivamente, alle secessioni romane del 1913, 1914 e 1916. Durante questo periodo, le sue sculture in bronzo, spesso disposte orizzontalmente e caratterizzate da un forte realismo, si trasformano in opere di grande tensione spirituale.
Con le linee sinuose, il simbolismo e un’estetica secessionista, gli anni Dieci testimoniano un’evoluzione nell’arte di Prini. Le sue opere non sono più solo di piccole dimensioni, ma diventano gruppi e figure con un profondo significato simbolico. Il suo stile si allontana dall’impressionismo verso un decorativismo di ispirazione liberty. Prini dimostra la sua versatilità anche attraverso creazioni di arte applicata come lampade, suppellettili e giocattoli.
Il Primo Dopoguerra:
Dopo la Prima Guerra Mondiale, Prini continua a esporre regolarmente in importanti mostre nazionali. Parallelamente, matura la sua esperienza nel campo delle arti applicate e viene nominato direttore dello Stabilimento per la Fabbricazione Artistica del Giocattolo Italiano a Roma. Il suo contributo si riflette in giocattoli di legno e cartapesta, quali birilli e bamboline, che catturano l’essenza di un’epoca di rinascita.
La sua estetica segue il percorso dalla secessione al deco e, negli anni Trenta, si orienta verso un ritorno all’ordine.
Prini espone in varie mostre, tra cui le Sindacali fasciste, le Biennali veneziane e le Quadriennali romane. Durante queste esposizioni, crea numerosi fregi e sculture per edifici pubblici italiani. La sua arte si evolve verso una composizione sobria e solenne, abbracciando la tradizione italiana del primo Rinascimento.
Giovanni Prini: Dalla Vita Sociale alla Riflessione Spirituale:
La perdita dei suoi tre figli lo allontana gradualmente dalle esposizioni ufficiali e lo spinge verso tematiche sacre e spirituali che caratterizzano gli anni Quaranta e Cinquanta. Nel 1958, a Roma, Giovanni Prini si spegne all’età di ottantuno anni, lasciando un’eredità d’arte significativa. La sua carriera artistica attraversa diverse fasi, dalla rappresentazione della vita sociale all’esplorazione di temi più intimi e spirituali.
Qualche opera per ordine cronologico:
- Gli amici, (1902);
- Ritratto della signora Bertesi, (1903);
- II passerotto e Il solitario, (1904);
- I ritratti di Antonio Antonio Maraini, (1907) e Giacomo Balia, (1908);
- Le gemelle Azzariti, (1914);
- Ifigenia e Gli amanti, (1920);
- Madonnina dell’Offerta, (1930);
- Genitrice, (1935);
- Giovinetta;
- Serenella;
- Risveglio;
- Ragazza che si pettina;
- Giovane prete;
- Al balcone;
- Pietà.
Con alla moglie Orazia Belsito, apre le porte del suo studio agli esponenti più giovani della vita culturale della capitale, amici, intellettuali e artisti perchè voleva condividere le opere con loro.
Tra cui troviamo Duilio Cambellotti, Umberto Boccioni, Cipriano Efisio Oppo, Sibilla Aleramo, Gino Severini, Ettore Ximenes, Antonio Maraini, Giacomo Balla ospite frequente del salotto di casa Prini tanto da dipingerne l’ambiente nel quadro “Nello specchio“.
Giovanni Prini è morto a Roma l’anno 1958.
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