GIORGIO MORANDI

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LE QUOTAZIONI di Giorgio Morandi

Tra le opere di Morandi più preziose e quotate troviamo i suoi dipinti, con le celebri nature morte che possono raggiungere valori compresi tra i 300.000 euro e i 3.000.000 di euro. Allo stesso modo, i paesaggi dipinti da Morandi sono altrettanto pregiati e possono essere quotati tra i 150.000 euro e i 1.200.000 di euro.

Le opere realizzate su carta, come i disegni ad acquerello, vantano anch’esse valori significativi, con quotazioni che oscillano tra i 30.000 euro e i 150.000 euro. I disegni a matita o a china, invece, possono essere valutati tra i 10.000 euro e gli 50.000 euro, a seconda della rarità e della qualità artistica.

Infine, le stampe, inclusi le acquaforti e le incisioni, hanno anch’esse un posto di rilievo nel mercato delle opere di Morandi, con valori che si attestano tra i 2.000 euro e i 15.000 euro, riflettendo la maestria e l’influenza duratura dell’artista nel mondo dell’arte.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Giorgio Morandi.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

QUOTAZIONI INDICATIVE GIORGIO MORANDI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
dipinti medie 300.000 – 3.000.000 Euro
paesaggi medie 150.000 – 1.200.000 Euro
acquarelli medie – grandi 30.000 – 150.000 Euro
matita o china medie 10.000 – 50.000 Euro
incisioni medie 2.000 – 15.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI GIORGIO MORANDI

Giorgio Morandi Pittore
Giorgio Morandi Pittore

Nel cuore della calda estate del 1890, il mondo vide la nascita di Giorgio Morandi. Non solo un giorno qualsiasi, ma il 20 luglio, quando il sole sembra danzare sulle terre italiane. Sebbene l’ultima pagina del suo racconto terreno sia stata girata il 18 giugno del 1964, i suoi pennelli hanno dipinto un’eternità di capolavori. Morandi non fu solo un pittore e un incisore, ma un mago che trasformava il banale in sublime attraverso la tela.

Il suo pennello danzava sull’ampia tavolozza della vita, catturando la delicatezza nascosta nelle cose più ordinarie. I suoi dipinti non erano semplicemente nature morte; erano sinfonie di forme e colori che raccontavano storie mute ma potenti.

Nel corso degli anni, Giorgio Morandi, nell’ambito accademico, ha stretto solidi legami con giovani talenti affini a lui: Osvaldo Licini, Severo Pozzati e Mario Bacchelli. Nel 1914, questo circolo di menti creative, insieme a Morandi, ha organizzato una mostra presso l’Hotel Baglioni, un evento che ha attirato l’attenzione e il plauso persino del musicista futurista Balilla Pratella.

I primi passi nell’arte

Bologna, la città delle torri e dei portici, vide il giovane Morandi crescere e fiorire. Nato da Andrea Morandi e Maria Maccaferri, Giorgio respirava l’aria dell’arte sin dalla sua infanzia. Le vie di Bologna erano il suo primo studio, e i vicoli stretti raccontavano le storie delle sue prime ispirazioni.

La famiglia Morandi si trasferì da Via Lame a Via Avesella, e ogni muro, ogni angolo di quella città antica era una lezione vivente di storia e creatività. L’Accademia di Belle Arti di Bologna divenne la sua seconda casa, dove i pennelli diventavano spade e le tele erano campi di battaglia per l’anima di un artista.

La metamorfosi artistica

Le influenze arrivarono come brezze profumate da terre lontane. Cézanne, Derain, Picasso: nomi che danzavano nei sogni di Morandi, plasmando la sua visione artistica in modi inaspettati. Firenze fu un incantesimo che lo avvolse, con i capolavori dei maestri rinascimentali che lo incantarono e lo spinsero a esplorare nuove frontiere artistiche.

E quando il dovere chiamò durante la Prima Guerra Mondiale, Morandi non rispose solo come soldato, ma come un osservatore silenzioso della tragedia umana. Le sue nature morte si trasformarono, riflettendo la purezza e la semplicità che la vita tanto spesso nasconde dietro il velo dell’orrore e del caos.

L’eredità di un genio

Ogni pennellata di Morandi è stata una poesia senza parole, un’ode alla bellezza nascosta nelle pieghe della realtà quotidiana. Sebbene le sue mani non dipingano più sulla terra, il suo spirito vive eternamente attraverso le opere che ha lasciato dietro di sé. Bologna, Firenze, il mondo intero: tutti portano il marchio indelebile del genio di Giorgio Morandi.

Un nuovo inizio si stagliava all’orizzonte dell’arte di Morandi quando, nel periodo compreso tra il 1918 e il 1922, intraprese una fase di pittura che poteva essere considerata metafisica. Questo periodo segnò una svolta significativa nel suo percorso artistico, poiché non solo rappresentava un cambiamento stilistico, ma anche un’immersione profonda in territori inesplorati della sua creatività.

Metafisica

Giorgio Morandi, artista emiliano dalle prospettive innovative, sperimenta una svolta cruciale nel suo percorso pittorico. L’occasione si presenta durante la lettura di articoli critici pubblicati sulla rivista bolognese “La Raccolta”. Questi pezzi riguardano la corrente artistica della Metafisica, un movimento che ha attirato l’attenzione di numerosi intellettuali del periodo. Tra i nomi citati spiccano quelli di Alberto Savinio, Giorgio De Chirico e Carlo Carrà, figure di spicco dell’arte contemporanea.

La metamorfosi era evidente: anziché restare ancorato a forme predefinite e convenzionali, Morandi si spinse verso l’esplorazione di sottili sfumature di tonalità e giochi di luce, immergendo gli oggetti della sua composizione in un’atmosfera eterea e avvolgente. Questo nuovo approccio avrebbe tracciato le linee guida per il futuro della sua espressione artistica.

Alla ricerca di un posto nel panorama artistico italiano

Le mostre del Novecento Italiano del 1926 e del 1929 offrirono a Morandi piattaforme cruciali per esporre il suo lavoro emergente. Tuttavia, fu verso la fine degli anni ’20 che iniziò a delinearsi un’associazione più specifica con il gruppo regionale Strapaese, noto per il suo legame con le tradizioni culturali locali e l’influenza fascista. Nonostante il suo sostegno al regime fascista in quegli anni, le sue relazioni con figure antifasciste gli procurarono alcuni guai con le autorità nel 1943.

Dal 1928 in poi, le sue opere furono esposte in varie mostre prestigiose, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale di Roma, confermando la crescente rilevanza della sua arte nel panorama artistico italiano e internazionale.

L’evoluzione di un maestro nell’insegnamento e nel riconoscimento

L’impegno di Morandi nell’arte non si limitava alla sua produzione personale. Dal 1930 al 1956, ha condiviso la sua conoscenza e la sua passione come professore di incisione all’Accademia di Belle Arti. Questo periodo non solo testimonia il suo impegno nell’istruire le generazioni future di artisti, ma anche il suo costante sviluppo nell’ambito della pittura.

Il riconoscimento ufficiale della sua maestria arrivò con il primo premio per la pittura alla Biennale di Venezia del 1948, confermando il suo status di figura di spicco nel panorama artistico mondiale. Successivamente, il gran premio alla Biennale di San Paolo nel 1957 ne sottolineò ulteriormente l’importanza e l’influenza.

La vita tranquilla di un visionario

Al di là del suo talento artistico, Morandi era noto anche per la sua personalità tranquilla ed educata, che lo rendeva una figura rispettata e ammirata nella sua comunità a Bologna. Viveva modestamente con le sue tre sorelle, trascorrendo i suoi giorni immerso nella creazione artistica e nella contemplazione della vita.

La sua dimora in via Fondazza a Bologna era il rifugio da cui tracciava le linee della sua visione unica del mondo. Anche se la sua presenza poteva essere enigmatica, la sua ottimistica disposizione lo rendeva un punto fermo nella comunità artistica locale.

Il tramonto di un genio

L’eredità artistica di Morandi perdura anche dopo la sua morte, avvenuta il 18 giugno 1964 a causa di un cancro ai polmoni. È sepolto nella Certosa di Bologna accanto alle sue amate sorelle, con un ritratto che testimonia la sua presenza duratura nel panorama dell’arte.

Il suo contributo alla pittura, con la sua dedizione alle nature morte e ai paesaggi, rimane un pilastro della storia dell’arte moderna italiana. Con una produzione di circa 1350 dipinti ad olio e 133 incisioni, il suo lavoro continua a ispirare e influenzare le generazioni future di artisti.

Un legato di purezza artistica

Morandi rimane uno dei pochi artisti italiani della sua generazione ad aver resistito alle influenze del Fascismo, sviluppando invece uno stile pittorico che si allontanava dalle correnti dominanti dell’epoca. La sua predilezione per motivi semplici e ripetitivi, unita a un uso misurato del colore e della composizione, lo ha reso un precursore del Minimalismo, anticipando le tendenze artistiche future con la sua visione unica e senza tempo.

Il Tributo Artistico di Federico Fellini

Nel suggestivo film “La dolce vita” del 1960, il celebre regista Federico Fellini ha reso un omaggio tangibile al talento di Giorgio Morandi. Le tele dell’artista sono state inserite nel contesto della trama, donando profondità e significato visivo alla narrazione. Questa collaborazione artistica ha trasformato l’opera di Morandi in un elemento iconico del cinema italiano, incantando gli spettatori di tutto il mondo con la sua bellezza senza tempo.

I Richiami Letterari di Sarah Hall e Don DeLillo

Nel romanzo “How to Paint a Dead Man” di Sarah Hall, uno dei personaggi principali trae ispirazione dall’essenza creativa di Morandi, trasportando la sua influenza nell’ambito della letteratura contemporanea. In modo simile, Don DeLillo nel suo libro “Falling Man”, ambientato nell’epoca tumultuosa dell’11 settembre 2001, inserisce dipinti di Morandi come elementi simbolici all’interno della trama, arricchendo il tessuto narrativo con una profondità emotiva unica.

L’Influenza Artistica di Morandi nel Mondo

Le opere di Morandi non si limitano alla sfera cinematografica e letteraria, ma si estendono anche al panorama artistico internazionale. Dai dipinti esposti nelle gallerie di New York ai musei di Bruxelles e Venezia, l’eredità artistica di Morandi continua a essere celebrata e ammirata in tutto il mondo. Il suo impatto transcende i confini geografici e temporali, rimanendo una fonte d’ispirazione per generazioni di artisti e amanti dell’arte.

Il Museo Giorgio Morandi a Bologna

Il cuore pulsante dell’eredità artistica di Morandi risiede nel Museo Giorgio Morandi a Bologna, un luogo sacro dove le sue opere sono custodite e celebrate con devozione. Grazie alla generosità della famiglia Morandi e alla dedizione della comunità locale, il museo rappresenta un tributo vivente alla straordinaria carriera del maestro dell’arte. Attraverso le sue sale, i visitatori possono immergersi nell’universo creativo di Morandi, scoprendo la sua visione unica del mondo attraverso i suoi dipinti e le sue incisioni.

Le Esposizioni

Dalle sale del Metropolitan di New York al suggestivo scenario del Centro per le belle arti di Bruxelles, le esposizioni dedicate a Morandi hanno catturato l’immaginazione del pubblico con la loro bellezza senza tempo. Ogni mostra rappresenta un’opportunità unica per gli amanti dell’arte di immergersi nell’universo creativo di Morandi, esplorando la sua poetica sensibilità attraverso una varietà di opere che spaziano dalla pittura alla grafica. Con ogni esposizione, l’eredità artistica di Morandi continua a brillare, illuminando il cammino per le future generazioni di artisti e spettatori.

 

 

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