GIORGIO BELLONI

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BIOGRAFIA DI GIORGIO BELLONI

Giorgio Belloni - Riflessi di Madreperla
Giorgio Belloni – Riflessi di Madreperla

Giorgio Belloni è nato a Codogno nel 1861 e deceduto a Azzano di Mezzegra nel 1944, riceve un’educazione presso l’Accademia di Brera, dove si istruisce sotto la guida di Giuseppe Bertini. Nel corso degli anni Ottanta, decide di trasferirsi a Verona per perfezionare ulteriormente le sue abilità artistiche. Qui, si immerge completamente nell’arte del dipingere paesaggi en plein air, con una particolare passione per le incantevoli vedute marine di Venezia.

L’arrivo degli anni Ottanta segna l’inizio di un nuovo capitolo nella vita artistica di Giorgio Belloni, un capitolo che si caratterizza per un linguaggio naturalistico autentico e vibrante. Affascinato dai giochi di luce sull’acqua, dedica un lungo periodo della sua carriera alla rappresentazione di marine venete, toscane e liguri. Ma non si limita a questo, perché intraprende anche avventure nel mondo dei paesaggi montani, ritraendo con maestria le vette e le campagne della Lombardia, del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Verso la fine degli anni Ottanta, Belloni trascorre un breve periodo a Pavia, dove stringe amicizia con due grandi artisti: Giuseppe Mentessi e Filippo Carcano. In particolare, quest’ultimo condivide con Giorgio Belloni una visione naturalistica ricca di lirismo e vitalità.

Non possiamo dimenticare di menzionare l’influenza di altri grandi maestri del paesaggio come Eugenio Gignous, nonché i piemontesi Lorenzo Delleani e i talentuosi artisti della Scuola di Rivara. Nel 1890, Belloni si trasferisce a Milano, ma da lì si sposta frequentemente tra le acque incantevoli del Lago di Como, le maestose vette del Monte Bianco e le Alpi Svizzere.

Le sue opere sono una rappresentazione di paesaggi, marine e suggestivi scenari notturni illuminati dalla luna. Incanta il pubblico con la sua capacità di catturare l’essenza della natura e di trasmettere emozioni attraverso la pittura.

Esposizioni e riconoscimenti:

L’eccezionale pittore Giorgio Belloni, dotato di una produttività senza pari, fece il suo debutto straordinario all’Esposizione di Belle Arti di Milano nel lontano 1881, aprendo le porte a una lunga e duratura carriera espositiva. Infatti, dalla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento fino agli anni Venti del Novecento, egli partecipò con costante regolarità a numerose importanti manifestazioni artistiche in Italia.

Dalle rinomate esposizioni di Torino e Genova, alle prestigiose mostre di Milano e Roma, fino ad arrivare alle affascinanti Biennali di Venezia, Belloni vi prese parte con una passione ardente e una precisione impeccabile. Le sue opere dipinte en plein air catturarono immediatamente l’attenzione critica, che rimase affascinata soprattutto dalle sue abili variazioni cromatiche e luministiche, che conferivano loro un fascino unico.

Durante la sua carriera, Belloni mantenne sempre uno stile naturalistico sereno e vibrante, caratterizzato da un’attenzione acuta alle variazioni atmosferiche e alle mutevoli caratteristiche dei paesaggi marini e montani. A tratti, la sua arte si tingeva di accenti simbolisti, aggiungendo ulteriori strati di significato alle sue opere.

Numerosi furono i premi che Belloni ottenne lungo il suo cammino artistico. Tra essi spiccavano la prestigiosa Medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione, le due Medaglie d’oro conquistate alle esposizioni di Vienna e Monaco, e il riconoscimento ottenuto nel 1900 all’Esposizione Universale di Parigi.

Nel 1920, inoltre, ebbe l’onore di ricevere il prestigioso premio Principe Umberto, che sancì l’apice della sua raffinata pittura paesaggistica. Belloni continuò a esporre fino al 1928, quando partecipò alla sua ultima straordinaria Biennale veneziana. Infine, si spense ad Azzano di Mezzegra, nei pressi di Como, nel 1944, lasciando un’eredità artistica senza tempo.

I paesaggi e le marine:

Nel suggestivo debutto artistico di Giorgio Belloni a Milano nel lontano 1881, non fu la maestosità di un paesaggio a fare la sua comparsa, come si potrebbe ingenuamente pensare, bensì una prospettiva del tutto diversa: il sontuoso coro di San Vittore, ubicato proprio nella città meneghina. Tuttavia, già nel 1883, l’artista si distingueva all’Esposizione di Belle Arti di Roma, inviando opere quali:

  • Primavera, Pavia;
  • Una monaca;
  • Sul Canal Grande a Venezia;
  • Estate.

Presto, l’incantevole atmosfera veronese e veneziana divenne il suo mondo, accogliendo una fervente passione per il genere marittimo. Nel 1887, Belloni partecipò all’Esposizione Internazionale di Venezia, svelando al pubblico dipinti suggestivi come “Vento”, “Ritorno della serenità”, “Settembre” e “Tempo triste”. Fu in quel momento che un lirismo singolare, con tonalità chiare e una poetica luminosità, iniziò a permeare la sua produzione artistica.

Nel 1893, a Roma, l’artista espose “Bosco di faggi”, mentre alla prima Biennale veneziana del 1895 sorprese con opere come “Tramonto sereno” ed “Il mare”.

Una pennellata ricca e vibrante, carica di intense sfumature di luce, si riversava in marine e paesaggi rustici e montani, donando alle composizioni una quiete e una serenità che conquistarono immediatamente il pubblico e la critica.

Sorprendenti note di colore e sfumature luminose si fusero armoniosamente per dare vita a dipinti quali “Sinfonia” e “Crepuscolo”, esposti alla Triennale di Torino nel 1896, suscitando emozioni in ogni osservatore.

Altre opere:

Alla prestigiosa Biennale del 1897, Giorgio Belloni stupisce il pubblico con le sue ardenti opere marine e un delicato dipinto di genere. Con grande maestria, narra la semplice e autentica quotidianità nei suoi quadri intitolati “Le furie del mare” e “Torna a fiorir la rosa”, quest’ultimo ispirato ad un verso di Parini. Attraverso la sua pennellata magistrale, le piccole anime e l’inclemente vento di Libeccio prendono vita alla Biennale del 1899, mentre il “Ritratto” e il “Sole riflesso” catturano l’attenzione dei visitatori alla mostra del 1903.

A partire dai primi anni del Novecento, il nome di Giorgio Belloni diventa inestricabilmente legato alle straordinarie e suggestive marine caratterizzate da una luce intensa e vibrante. In occasione dell’Esposizione di Milano del 1906, il pubblico rimane incantato davanti a “Riflessi di madreperla”, un’opera che ritrae una giovane fanciulla nuda che si abbandona alle acque marine, ricche di riverberi luminosi.

Nel 1914, durante la Biennale, Giorgio Belloni gode di una sala personale in cui espone ben trentadue opere.

Tra queste, emergono capolavori come:

  • Tempo grigio nel porto;
  • Sulle rive dell’Adige;
  • Libeccio;
  • Visione di pace;
  • Verso il tramonto;
  • Bosco di castagni;
  • Ricordo di Courmayeur.

Dai titoli stessi emerge un profondo interesse per i paesaggi alpini, dipinti con una partecipazione emotiva palpabile.

Dopo la guerra, nel 1919, Giorgio Belloni organizza una mostra personale presso la rinomata Galleria Pesaro di Milano, in cui espone oltre centotrenta opere. Tra queste, spiccano “Nella calma meridiana”, “Acque vive”, “Riflessi di sole”, “Dal porto di Genova”, “Vele al sole”, “Nubi in montagna”, “Laguna a Venezia”, “Tempo minaccioso” e “Mare mosso”. Queste opere rappresentano la magnificenza della natura e la maestosità del mare.

Belloni partecipa alla sua ultima Biennale nel 1928, presentando il dipinto “Estate al mare”, ma continua a dedicarsi alla pittura fino agli anni Quaranta del Novecento, lasciando dietro di sé un’eredità artistica di incommensurabile bellezza.

 

Giorgio Belloni Meriggio nel porto
Giorgio Belloni Meriggio nel porto

 

Giorgio Belloni
Giorgio Belloni

 

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