GIACOMO GROSSO

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BIOGRAFIA DI GIACOMO GROSSO

Giacomo Grosso Ritratto dell'onorevole avvocato Cesare Sarfatti
Giacomo Grosso Ritratto dell’onorevole avvocato Cesare Sarfatti

Giacomo Grosso (1860 a Cambiano – 1938 a Torino) è stato un pittore italiano.

Dopo aver trascorso l’infanzia al seminario di Glaveno, Giacomo Grosso si iscrisse all’Accademia Albertina di Torino nel 1873, grazie a una borsa di studio assegnata dal Comune di Cambiano. Divenne allievo di Andrea Gastaldi e fece il suo debutto nel 1882 alla 24a Esposizione della Società di Incoraggiamento alle Belle Arti di Torino, completando i suoi studi l’anno successivo.

Nel 1880, durante l’Esposizione di Torino, si trova in contatto con le opere di Francesco Paolo Michetti, Giacomo Favretto e Giuseppe De Nittis. In particolare, l’influenza di Michetti, famoso per la sua pittura luminosa e delicata, evidente nel dipinto di ispirazione folcloristica intitolato “La festa delle Palme” o “Pescatori di rondini”, lo ispira a sviluppare una concezione personale e libera dell’arte pittorica. Questi elementi si manifestano già nel quadro “Abele colpito a morte”, che riceve un premio nel 1881 all’Accademia, e nelle opere presentate a partire dal 1882 alla Promotrice di Torino, come ad esempio “Il preferito” e “Aldo”.

Il contatto con la scena Parigina:

Nel 1884 partecipa all’Esposizione Generale Italiana di Torino con un dipinto ispirato a La storia di una capinera di Giovanni Verga. Dopo essere entrato in contatto con la scena artistica parigina attraverso i suoi numerosi soggiorni nella capitale francese, ha continuato a esibirsi assiduamente nella Promotrici di Torino, la Venezia Esposizioni Internazionali d’Arte della prima edizione nel 1895 (con una mostra personale nel 1912 ), e in altri spettacoli internazionali (Parigi, 1896, Monaco, 1899, San Francisco, 1915), dove è stato acclamato come ritrattista.

La maestria dell’autore siciliano si manifesta abilmente nel lavoro di Grosso, il quale utilizza combinazioni cromatiche e luminose di straordinario impatto. L’anno seguente, a Torino, presenta una serie di opere che comprendono “Un incontro con i malati”, “Alla villa”, “La gabbia delle bestie feroci” e un “Ritratto di una donna” che rivela una sensualità ardente, un tratto estremamente comune e ammirato in Giacomo Grosso.

Dal 1901, quando compì il suo primo viaggio in Sud America, iniziò a ricevere commissioni dall’Argentina e nel 1910, per l’Esposizione Internazionale del Centenario di Buenos Aires, realizzò una grande tela commemorativa della Battaglia di Maipú, un episodio della Guerra d’Indipendenza . Dal 1906 ha ricoperto la cattedra di pittura all’Accademia Albertina di Torino e nel 1929 è stato nominato senatore del regno. La sua mostra personale di oltre cinquanta opere è stata curata da Leonardo Bistolfi alla Galleria Pesaro di Milano nel 1926.

Tra i suoi allievi ci sono Arturo Conterno, Maurizio Pellegrini, Eso Pelluzi, e Giovanni Rava.

 

 

Giacomo Grosso Femmina
Giacomo Grosso – Donna

 

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