FRANCESCO HAYEZ

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LE QUOTAZIONI di Francesco Hayez

Le valutazioni dei dipinti ad acquerello si aggirano mediamente tra 2.500 e 11.000 euro. I quadri realizzati con olio su tela, di dimensioni medio-grandi, sono stimati intorno ai 12.000-52.000 euro circa. Le opere più emblematiche raggiungono cifre superiori a 100.000 euro, soprattutto se di ampie dimensioni e con soggetti che richiamano l’ispirazione romantica.

L’artista è celebre per la sua maestria nel ritrarre persone, scene storiche e atmosfere orientaliste, nonché per la sua abilità nel creare temi di un’immaginaria atmosfera arcadica. Il collezionismo di queste opere spazia dalla regione lombarda fino al contesto internazionale, attrattivo per gli appassionati di tutto il mondo.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Francesco Hayez.

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RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE FRANCESCO HAYEZ

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Acquarello medie 2.500 – 11.000 Euro
Olio su tela grandi 12.000 – 52.000 Euro
Olio su tela – ispirazione romantica grandi oltre i 100.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI FRANCESCO HAYEZ

Francesco Hayez autoritratto
Francesco Hayez autoritratto

Francesco Hayez (nato a Venezia nel 1791 e scomparso a Milano nel 1882) è un artista di origini umili, figlio di Giovanni Hayez da Valenciennes e di una donna veneziana. La sua vita cambia radicalmente quando viene accolto dallo zio antiquario G. Binasco, il quale lo introduce al meraviglioso mondo della pittura. Francesco frequenta lo studio di Francesco Fedeli, noto come il Maggiotto, e la gipsoteca di Palazzo Farsetti, entusiasmato dall’opportunità di apprendere e crescere come artista.

Nel 1803, Hayez inizia a seguire il corso di nudo presso la storica Accademia di Venezia. Durante gli anni trascorsi all’Accademia, dimostra il suo talento e ottiene diversi riconoscimenti, fino a quando, nel 1809, decide di trasferirsi a Roma, dopo aver vinto una prestigiosa borsa di studio per artisti. Prima di raggiungere la Capitale, intraprende un viaggio che lo porta a visitare luoghi come Rovigo, Bologna, Firenze e Siena, arricchendo la sua anima di esperienze e ispirazione.

L’esperienza romana si rivela estremamente stimolante e cruciale per Francesco Hayez. Egli diventa un assiduo frequentatore dello studio di Antonio Canova e dell’Accademia di Palazzo Venezia. Durante la sua permanenza nella Città Eterna, stringe amicizia con diversi artisti rappresentanti del Purismo, come il talentuoso Tommaso Minardi, ed entra in contatto con il rinomato Palagio Pelagi, con il quale avrà la fortuna di collaborare in futuro.

Hayez dedica tempo e impegno a studiare a fondo le opere di Raffaello nelle stanze Vaticane, affascinato dalla loro bellezza senza tempo. Nel contempo, ha l’opportunità di ammirare da vicino l’arte antica, nelle sue molteplici e straordinarie espressioni disseminate per la città di Roma. Inoltre, il giovane artista viaggia frequentemente tra le grandi città italiane, inviato da Canova a Firenze e nominato pensionato di Murat a Napoli, ampliando ulteriormente il suo bagaglio culturale.

Nel 1817, Hayez fa ritorno a Venezia con sua moglie e, grazie alla sua crescente reputazione, ottiene numerose commissioni artistiche in tutto il Veneto. La sua abilità e il suo talento trovano terreno fertile nella sua città natale, e il suo nome inizia a farsi conoscere e rispettare sempre di più nel mondo dell’arte.

Viaggio a Milano:

Nel corso dei tumultuosi anni Venti, si sposta verso la vibrante città di Milano, dove si apre un mondo di possibilità per lui. In brevissimo tempo, il suo talento artistico viene riconosciuto e acclamato, posizionandolo saldamente come il pioniere indiscusso del romanticismo pittorico italiano. Un importante punto di svolta arriva con l’esposizione del suo capolavoro, il celebre “Pietro Rossi”, alla prestigiosa Galleria Brera.

In questa stessa epoca, la sua carriera di ritrattista conosce un notevole incremento, grazie alla quale gli viene affidato prestigiosi incarichi dall’imperatore Ferdinando I d’Austria. Tuttavia, il punto culminante della sua fama avviene nel 1848, quando il Governo provvisorio gli commissiona il disegno per la medaglia commemorativa delle epiche “Cinque giornate di Milano”. Questo prestigioso incarico sancisce il suo ruolo come un pilastro artistico di quel periodo. A seguito di questa fondamentale commissione, si susseguono una serie di riconoscimenti e onorificenze.

Nel 1849, le insegne prestigiose dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro gli vengono conferite direttamente dal re di Sardegna, rafforzando ulteriormente la sua posizione di rilievo nel panorama artistico dell’epoca. L’anno successivo, assume il prestigioso ruolo di professore ordinario presso l’Accademia di Brera, continuando parallelamente a esporre le sue opere artistiche con regolarità e dedizione. Il 1855 rappresenta un momento di notevole importanza, poiché Francesco Hayez viene designato come direttore internazionale dell’Accademia. A sua volta, contribuisce in maniera significativa alla stesura di un nuovo regolamento, il quale comporta evidenti e rilevanti cambiamenti nel mondo dell’arte.

Dopo un percorso ricco di incarichi di prestigio, nel 1856 Francesco Hayez ottiene il massimo riconoscimento e la massima carica all’interno dell’Accademia, assumendo la Presidenza e succedendo così a Massimo D’Azeglio. Grazie all’appoggio incondizionato della contessa Giuseppina Prati Morosini, Hayez trova l’ispirazione per scrivere le sue Memorie nel 1869, un’opera che racconta la sua vita e il suo impegno nell’arte. Intraprendente e instancabile, Hayez continua a esporre le sue creazioni fino al 1881, quando, purtroppo, si spegne l’anno seguente, lasciando un’eredità duratura nel mondo dell’arte italiano.

I primi anni:

Durante gli anni trascorsi a Roma per la sua formazione, Francesco Hayez dimostra il suo talento inviando varie opere a importanti concorsi artistici. Uno dei concorsi a cui partecipa è quello di pittura dell’Accademia di Napoli, dove presenta il suo capolavoro “L’Educazione di Achille”. Nel frattempo, nel 1812, incoraggiato da Canova, decide di partecipare al concorso dell’Accademia Braidense e sorprendentemente vince il primo premio con la sua opera “Laocoonte”.

Grazie a questo dipinto, Hayez si afferma ufficialmente come un pittore di storia di grande valore. La sua opera si distingue per la sua scena drammatica e per i toni meno patinati rispetto alla pittura classica e accademica.

Durante il suo soggiorno romano, Hayez fa la conoscenza di Pelagio Palagi e insieme ad esso, nel 1813, affresca una galleria di Palazzo Torlonia. Nello stesso anno, invia a Venezia il dipinto “Rinaldo e Armida” che viene esposto nelle Gallerie dell’Accademia. Quest’opera è caratterizzata da una forte influenza del colorismo veneto e già mostra elementi romantici nella sua rappresentazione di un tema letterario.

Hayez decide poi di trasferirsi a Venezia nel 1817, dove realizza molte opere per Cicognara e inizia a decorare la Sala del Generale Consiglio nel Palazzo Reale. Riceve numerose commissioni artistiche, tra cui una collaborazione con Giovanni De Min per il restauro degli affreschi di Tintoretto nel Palazzo Ducale di Venezia.

Il dipinto “Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri”:

Nel lontano 1829, la prestigiosa esposizione di Brera fu illuminata da una nuova opera, il capolavoro “Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri”. Quest’opera fu acclamata dal pubblico e dalla critica come un’innovativa rappresentazione romantica, un tesoro desiderato e ammirato dai nobili liberisti di Milano.

Per la prima volta, il soggetto non attingeva alle storie classiche o alle mitologie, ma affondava le sue radici in un episodio storico medievale. Pietro Rossi, mentre eroicamente difendeva il castello di Pontremoli, ricevette l’implorante richiesta di un messaggero del Doge e della sua famiglia, invitandolo ad affrettarsi a Venezia per soccorrere i soldati nella strenua difesa della città, che era stata invasa dagli Scaligeri.

L’uso di questo exemplum virtutis, non estratto dal passato classico, ma piuttosto dal Medioevo, rappresentò un importante e politicamente rilevante cambiamento dell’era romantica. Tale scelta simboleggiava il richiamo a un antico episodio storico, in relazione alle complesse situazioni contemporanee delle espansioni estere in Italia.

Inoltre, l’opera pittorica si distingueva per la sua brevità, esaltata da un intenso uso del colore, portatore di significato. Pertanto, questo dipinto segnò una svolta epocale, trascendendo i confini dell’arte tradizionale.

Nel 1822, all’Accademia milanese, un talento promettente prese il posto di Luigi Sabatelli nell’insegnamento della pittura: Francesco Hayez. Lo stesso anno, Hayez presentò un altro quadro ispirato alla storia medievale, “I Vespri siciliani”, seguito poi da “L’Aiace Oileo”. In quegli anni, Hayez collaborò nuovamente con Palagi, poiché venne loro affidata la grandiosa impresa degli affreschi della Sala della Lanterna nel Palazzo Reale di Milano.

Le opere storiche a Milano:

Nel 1823, giunse a stabilirsi in modo permanente nella vivace città lombarda, intraprendendo un percorso che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte. Con fervore e costanza, prese parte alle rinomate esposizioni di Brera, presentando opere che incrementarono sempre più la sua fama come il principale esponente del movimento romantico italiano. Tra queste opere si distinguevano;

  • L’ultimo istante di Romeo e Giulietta;
  • La Maddalena in penitenza;
  • Pietro l’eremita.

Grazie alla sua vasta cultura storica e alla sua abilità artistica, gli venne conferito l’onore di creare i disegni dei costumi per un sontuoso ballo in maschera tenuto presso la dimora del conte di Batthyany nel 1828. Nello stesso anno, fu incaricato di realizzare ventidue suggestive illustrazioni per l’opera “Ivanhoe” di Walter Scott, commissionate dalla rinomata Litografia Vassalli di Milano. Queste opere d’arte furono successivamente trasformate in raffinate incisioni su rame per l’edizione riveduta del 1840.

Nel 1838, dopo aver presentato un suggestivo schizzo per la decorazione della volta della Sala delle Cariatidi nel sontuoso Palazzo Reale di Milano, il talentuoso artista diede vita ad un affresco di straordinaria bellezza, sebbene oggi purtroppo distrutto. Quest’opera, intitolata “Allegoria dell’ordine politico di Ferdinando I d’Austria”, era un omaggio all’incoronazione dell’illustre imperatore e rappresentava un’espressione sublime dell’arte pittorica.

Ultimo periodo:

Dopo aver completato diverse commissioni artistiche su richiesta di Ferdinando I stesso, Francesco Hayez intraprende nuovi viaggi attraverso l’Italia, esplorando luoghi come Roma, Napoli e persino la Sicilia. Al contempo, riprende a esporre le sue opere presso la prestigiosa Galleria di Brera. Tra le opere presentate figurano capolavori come “Sansone”, “Un pensiero malinconico”, “Giacobbe ed Esaù”.

Nel lontano anno del 1855, mentre partecipa alla formulazione del regolamento per la neonata Accademia, Hayez espone anche un’opera straordinaria intitolata “Il bacio”. Quest’opera era stata commissionata dal conte Alfonso Maria Visconti da Saliceto e ora è amorevolmente custodita presso la Pinacoteca di Brera.

Durante il suo percorso artistico, Hayez riceve l’incarico di ritrarre Massimo D’Azeglio, in sostituzione di un altro pittore. Questo ritratto è solo uno dei numerosi che realizza, catturando l’essenza di vari rappresentanti di spicco della società e della cultura milanese. Tra i suoi soggetti figurano Alessandro Manzoni, Antonio Rosmini e il conte Camillo Benso di Cavour.

Nel 1867, l’artista partecipa all’Esposizione Universale di Parigi, ottenendo un grande riconoscimento per le sue opere. Due anni dopo, è presente anche alla prestigiosa Esposizione Internazionale di Monaco. Tuttavia, è nel 1873 che Hayez riceve uno dei premi più importanti della sua luminosa carriera: una medaglia per il suo capolavoro “Martin Faliero”, esposto a Vienna.

L’anno 1881 segna l’ultima partecipazione di Hayez alla mostra di Brera, dove presenta la sua ultima creazione: “Vaso di fiori sulla finestra dell’harem”. Quest’opera rappresenta un significativo epilogo del suo talento artistico e della sua dedizione alla pittura.

 

Francesco Hayez Odalisca
Francesco Hayez – Odalisca

 

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