FILIPPO CARCANO

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BIOGRAFIA DI FILIPPO CARCANO

Filippo Carcano, nato a Milano nel 1840 e scomparso nel 1914, proviene da una famiglia della modesta borghesia lombarda e si avvicina sin da giovane agli studi artistici. Con il passare del tempo, si afferma come uno dei più eminenti rappresentanti della pittura paesaggistica nell’ambito lombardo.

Nel 1874, in qualità di socio onorario dell’Accademia di Brera, espone le sue opere a Milano, Genova, Torino e Firenze. Solo verso la fine della sua carriera, decide di dedicarsi alle nature morte, che risultano essere le creazioni meno famose della sua produzione artistica.

A partire dalla metà degli anni Novanta, assume il ruolo di membro della giuria per diverse Esposizioni milanesi. Nel 1895, viene selezionato come componente della commissione per le opere italiane nella I Biennale. Infine, Filippo Carcano si spegne a Milano nel 1914.

Durante i suoi anni di formazione all’Accademia di Brera, Filippo Carcano è allievo del celebre Francesco Hayez. Le prime opere pittoriche dell’artista sono fortemente influenzate dalla pittura di storia del suo maestro. Nel contesto dell’Annuale di Brera del 1861, esibisce diverse tele a tema storico, mentre nel 1862 presenta il dipinto intitolato “Federico Barbarossa e il duca Enrico il leone di Chiavenna”.

Il realismo:

Fin dal lontano 1862, nello stesso anno in cui esponeva il suo celebre dipinto dedicato a Barbarossa, Filippo Carcano intraprende un nuovo percorso artistico, esplorando un tema intriso di aneddoti tratti dalla vita quotidiana e di scenette di genere. Tuttavia, tale rappresentazione è impreziosita da un realismo acquisito attraverso attenta osservazione della realtà.

La svolta decisiva si manifesta nel dipinto “La graziosa vendedora di fiori”, in cui una giovane fanciulla che commercia i suoi fiori si concede una pausa di riposo, seduta ai piedi di un sentiero immerso nella rigogliosa vegetazione di un giardino domestico. Delicatamente, depone il suo cesto di fiori a terra e, circondata da rigogliose piante, viene avvolta da una luce mutevole che diffonde giochi di ombre prodotti dai raggi solari che filtrano tra le foglie.

La scena è permeata da una sottile malinconia, derivante dalla tristezza e dalla modestia della giovane venditrice di fiori.

Il verismo:

Qualche tempo più tardi, all’Esposizione di Brera del 1865, Filippo Carcano presenta un’opera ancor più intrecciata all’osservazione dettagliata della realtà. Si tratta di un affresco vivace in cui viene rappresentata una lezione di danza, all’interno di una sontuosa sala pervasa dalla luce calda del tramonto. L’insegnante, con abilità eloquente, illustra alcuni passi ad una giovane fanciulla, mentre gli altri spettatori, accomodati su una panca ai margini della sala, osservano con interesse.

A causa della straordinaria precisione del dipinto e della sua composizione unica, Filippo Carcano viene accusato di attingere dalla fotografia. Questa controversia lo perseguita per alcuni anni, afflitto dalle critiche dei detrattori.

Le sue opere e i paesaggi:

Le opere di Filippo Carcano, dotate di grande precisione, stanno guadagnando un notevole successo commerciale. A partire dagli anni Settanta, il suo talento si rivolge verso la creazione dei primi paesaggi, distinguendolo come uno dei principali esponenti del realismo paesaggistico lombardo.

I suoi lavori traggono ispirazione dalle rive del Lago Maggiore e del Mottarone, trasmettendo una profonda malinconia attraverso un realismo peculiare che evidenzia le sottili variazioni di luce.

Alcuni esempi di questa tipologia pittorica includono “Veduta del Lago Maggiore” del 1878, “Melanconia” del 1879 e il celebre “L’isola dei pescatori”. Quest’ultimo quadro rappresenta l’isola del Lago Maggiore da una distanza, ripetendo tale motivo in diverse ore e momenti del giorno per mettere in risalto i cambiamenti di luce, atmosfera e condizioni meteorologiche.

Tuttavia, è con la creazione del dipinto “L’ora del riposo durante i lavori dell’esposizione” nel 1881 che Filippo Carcano finalmente ottiene il plauso del pubblico. Con uno sguardo estremamente moderno, l’artista raffigura un momento di pausa durante il lavoro, promuovendo così tematiche sociali attraverso una pittura sfaldata e spatolata che preannuncia il divisionismo.

Non è un caso che negli ultimi anni della sua carriera, Filippo Carcano si interessi anche a temi simbolisti come si può osservare in “L’Umanità” del 1900. Queste influenze si diffondono a Milano nell’ambito degli Scapigliati.