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BIOGRAFIA ETTORE BERALDINI
Ettore Beraldini è nato nel 1887 a Savigliano, nella provincia di Cuneo. Grazie alle sue doti innate da disegnatore, avviò gli studi accademici allievo di Alfred Savini, all’Accademia di Belle Arti Gian Bettino Cignaroli.
Fù uno dei più interessanti giovani artisti attivi a Verona nel primo Novecento. Il suo debutto alle grandi esposizioni d’arte avviene nel 1912, quando espone alla Biennale di Venezia, punto di partenza nel percorso che lo portò ad opere come quella in esame.
Il tema della vecchiaia torna con frequenza nell’opera di Beraldini, soprattutto in alcuni dipinti esposti alle precedenti edizioni della Biennale come “La madre del pazzo” del 1923 e “Tempesta” del 1926.
Anche nel ritratto di una anziana signora con uccelli notturni è possibile ravvisare una prima idea per Minaccia di temporale.
Periodo tedesco:
Le curiose scelte iconografiche, unitamente alla resa pittorica salda e all’attenzione rivolta al disegno, suggeriscono una profonda conoscenza da parte di Beraldini dell’arte tedesca.
Più in generale, della produzione secessionista del primo Novecento tra Monaco, Vienna e Berlino, con particolare attenzione alle atmosfere restituite dalla pittura di Ferdinand Hodler.
Fa parte del gruppo di Casorati, Trentini e Zancolli e espone i suoi dipinti in diverse edizioni della Biennale di Venezia.
Certamente, il Beraldini si differenzia totalemten dalla pittura di quel periodo in Veneto di Angelo Dall’Oca Bianca, scegliendo dei colori ben più freddi e sicuramente toni privi le brillantezze che delineavano la pittura di genere.
Nel 1921 è al 1° posto alla Quadriennale di Torino con l’opera “I filosofi” e vince il Premio Fumagalli a Brera con “Le pazze” e partecipa alla prima mostra della Biennale di Napoli con il dipinto “Giorno di Visita“.
Ettore Beraldini, nel 1930 inizia a realizzare acquaforti, tecnica che lo impegna sempre maggiormente, come evidenzia la serie dedicata alla Chiesa di San Zeno a Verona del ’36.
Nel 1931, i suoi dipinti sono esposti a Parigi all’Esposizione della Gravità e della “medaglia italiana contemporanea” e nel 1934 viene premiato dall’Accademia d’Italia per le 12 incisioni “I bronzi di San Zeno“.
Negli ultimi anni della sua vita, una malattia lo costringe ad essere isolato. Risiede sul lago di Garda,luogo da cui trae ispirazione per le ultime sue opere, dove ritorna ad usare toni più freddi e violacei,
Muore nel 1965 a Verona, a settantotto anni.
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