EMILIO GOLA

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BIOGRAFIA DI EMILIO GOLA

Emilio Gola - Autoritratto
Emilio Gola – Autoritratto

Emilio Gola, nato a Milano nel 1851 e scomparso nel 1923, viene introdotto nel mondo degli studi scientifici da suo padre, il Conte Gola, un uomo dai molteplici interessi e un appassionato pittore. Dopo aver conseguito una laurea in ingegneria presso il Politecnico di Milano, Emilio si trova costantemente incoraggiato dal padre a coltivare la sua passione per la pittura. Il padre gli offre l’opportunità di frequentare lo studio di Sebastiano De Albertis e lo spinge ad esplorare l’Europa.

Il giovane Gola, determinato a intraprendere la carriera artistica, decide di viaggiare nei Paesi Bassi, in Francia e in Inghilterra, dove ha l’opportunità di immergersi nelle nuove tendenze artistiche internazionali. Nel 1878, fa il suo debutto alla Promotrice di Genova con un dipinto di interni, inaugurando così una serie di partecipazioni espositive che lo portano non solo a essere riconosciuto in Italia, ma anche a Parigi.

La pittura di Emilio Gola si distingue fin da subito per il suo respiro europeo, che si ispira al post impressionismo. La sua tecnica si caratterizza per pennellate veloci e un uso di colori delicati e sensuali, in sintonia con i soggetti che dipinge. Dopo le prime esposizioni, si concentra principalmente su ritratti femminili e scene della campagna brianzola, caratterizzati da un cromatismo vibrante e vivace.

L’incontro col mercante d’arte Adolphe Goupil:

La sua partecipazione al Salon di Parigi nel 1880 gli procura l’attenzione del mercante d’arte Adolphe Goupil, che acquista diversi suoi dipinti. Nel 1900, durante l’Esposizione Universale di Parigi, viene premiato con una medaglia d’argento, conferendogli il riconoscimento come pittore affermato, apprezzato dal pubblico e dalla critica.

Emilio Gola è un pittore che si colloca alla fine del XIX secolo, ma che anticipa le sperimentazioni artistiche del XX secolo. La sua pennellata espressiva e diversificata, insieme ai suoi soggetti distintivi, come i nudi femminili, gli regalano un immediato successo. Tuttavia, dimostra anche di essere un abile interprete della pittura di paesaggio, in cui utilizza pennellate brillanti e luminose, raffigurando scene campestri con contadine e lavandaie.

I paesaggi che Gola dipinge sono principalmente ispirati dai suoi soggiorni nella villa di Olgiate Molgora, nella regione della Brianza, e dai frequenti viaggi in Liguria, dove crea numerose opere marittime, soprattutto verso la fine del Novecento.

Dopo la sua personale presso la Galleria Pesaro nel 1920, che segna l’apice della sua carriera, Emilio Gola muore a Milano nel 1923, all’età di settantadue anni.

Un tratto artistico incisivo e dinamico, tra rappresentazioni femminili e scenari naturali:

I contrasti vibranti della pittura di Emilio Gola si manifestano immediatamente nelle prime esposizioni in cui partecipa, quando era ancora molto giovane. La sua recente esperienza europea e il suo incontro con l’arte impressionista e post-impressionista esercitano un’influenza su di lui senza imprigionarlo. Infatti, Gola diventa subito l’interprete di un linguaggio personale, sensuale, caratterizzato da una straordinaria sintesi nell’espressione del disegno e del colore.

Esordisce a Genova nel 1878 con la Sagrestia della Chiesa delle Grazie a Milano, ma già l’anno successivo, nel 1879, espone a Torino due Studi di teste che rivelano la sua libertà compositiva. Alla Mostra di Belle Arti di Roma del 1883 presenta il dipinto Studio dal vero, Ritratto del Signor Luigi Gualdo, Mezza figura, mentre a Torino, l’anno seguente, espone Ritratto di Donna e Il pittore Pompeo Mariani.

Da queste opere emerge una pittura espressiva che si fa notare per la capacità di trasmettere emozioni attraverso una sintesi cromatica di grande impatto. Ma è a Venezia, nel 1887, che raggiunge il suo apice. Le opere presentate in questa occasione sono paesaggi come Lago, Mestizia d’autunno e Lungo il Naviglio a Milano, insieme a uno dei primi studi sulle Lavandaie, un soggetto a lui molto caro.

Nel frattempo, il suo successo a Parigi è già garantito grazie alle mostre nei Salon e all’attenzione di Goupil. Dagli anni Novanta, iniziano ad apparire i paesaggi della Brianza e le scene campestri, che egli osserva e ama in questi luoghi incantevoli, spesso ritirandosi a dipingervi. Alla Biennale del 1895 espone Paesaggio in Brianza, seguito poi da In Brianza nella successiva edizione.

Nel suggestivo dipinto Sera, dedicato sempre alla campagna lombarda, compare alla Biennale del 1899, ma all’inizio del Novecento diventano sempre più frequenti i ritratti femminili che dipinge.

Il nudo femminile:

Alla Biennale del 1903, si presentano numerosi ritratti di donne appartenenti all’alta società di Milano. Queste opere si distinguono per una profonda indagine psicologica, unita a pennellate rapide e sintetiche, nonché a una meticolosa attenzione ai dettagli dei loro abiti. Una figura femminile a metà viene esibita alla Biennale del 1907, con il titolo “Ritratto della signorina F.S.”, mentre “Lavandaie” fa la sua comparsa alla Biennale del 1912.

Nel 1914, invece, troviamo esposti:

  • Ritratto della Signorina Lydia Carminati;
  • Presso il Ponte;
  • Sotto gli alberi;
  • Spiaggia di Alassio.

i quali testimoniano l’incremento della frequenza di Emilio Gola nelle terre della Liguria.

Nello stesso anno, si tiene una mostra personale presso la Galleria Pesaro di Milano, dove oltre cento opere sono esposte. Tra queste, spiccano “Autoritratto”, “Marina chiara”, “Mezza figura di giovane brianzola”, “Ritratto di signora in piedi” e “Ritratto di Donna Vittoria Cima”.

Particolarmente notevoli sono i sensuali ritratti di “Edvige”, “Rosetta” e “Una figura femminile che allaccia un guanto”. Inoltre, il dipinto estremamente luminoso intitolato “Lavandaie a Mondònico” rappresenta uno dei momenti culminanti dell’espressività fluida e moderna di Emilio Gola.

 

 

Emilio Gola Sulla spiaggia di Alassio
Emilio Gola – Sulla spiaggia di Alassio

 

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