DOMENICO RAMBELLI

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LE QUOTAZIONI di DOMENICO RAMBELLI

Questo eclettico artista gode di una rinomanza su scala nazionale, con la sua abilità nel creare sia sculture che opere realizzate con tecniche miste. Le sue opere miste spaziano in un’ampia gamma di valutazioni, che variano da 600 a 1.500 euro a seconda del soggetto e delle dimensioni.

Le sculture, invece, sono particolarmente ambite da un pubblico selezionato e raffinato. Tuttavia, purtroppo, queste opere non sono frequentemente reperibili sul mercato, in quanto hanno faticato a trovare acquirenti a causa dei prezzi troppo elevati. Le valutazioni per una scultura in bronzo di medie dimensioni oscillano tra i 2.600 e i 6.000 euro, con cifre che superano i 10.000 euro solamente per i capolavori assoluti.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE DOMENICO RAMBELLI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Tecniche miste medie 600 –  1.500 Euro
Bronzo medie 2.600- 6.000 Euro
capolavori medie oltre i 10.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI DOMENICO RAMBELLI

Domenico Rambelli scultore
Domenico Rambelli scultore

Domenico Rambelli  è nato a Faenza il 21 febbraio del 1886 e deceduto a Roma il 01 settembre del 1972 è stato uno scultore italiano.

Rambelli, ha forgiato il suo talento presso la prestigiosa Scuola di Arti e Mestieri di Faenza, dedicandosi con passione agli studi artistici dal 1899 al 1903. Questi anni hanno rivestito un ruolo fondamentale nella vita del giovane artista, non solo dal punto di vista accademico, ma anche a livello umano. Durante questo periodo, ha stretto un profondo e indissolubile legame di amicizia con i talentuosi artisti faentini Domenico Baccarini, Ercole Drei e Pietro Melandri. Queste connessioni hanno arricchito la sua esperienza, offrendogli non solo un sostegno artistico reciproco, ma anche un prezioso legame di affetto e ispirazione.

Il periodo tra Firenze e Parigi:

Domenico Rambelli, nel periodo compreso tra il 1902 e il 1904, decide di trasferirsi nella meravigliosa Firenze per immergersi nell’atmosfera incantevole della Scuola Libera del Nudo, situata presso l’Accademia di Belle Arti. Questo periodo trascorso a Firenze si rivela di importanza cruciale, non solo per la sua formazione presso la Scuola, ma anche per le intense sessioni di studio che il giovane scultore dedica all’interno dei musei. È proprio qui che viene a contatto diretto con le maestose opere scultoree dell’antichità e del Rinascimento.

Nel suggestivo anno 1905, Domenico Rambelli fa il suo esordio alla prestigiosa Mostra degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, suscitando l’ammirazione del pubblico. L’anno successivo, nel 1906, ha l’onore di partecipare alla celebre Mostra di Milano dedicata al Traforo del Sempione, dove la sua arte è ammirata e apprezzata da tutti. Nel 1907, giunge la sua prima volta alla Biennale di Venezia, un traguardo straordinario che conferma il talento e l’importanza del suo lavoro. Infine, nel 1908, Domenico Rambelli espone le sue opere nella sua amata città natale, Faenza, in una mostra congiunta al famoso “Cenacolo baccariniano”.

Dopo queste prime esperienze artistiche che lo tengono ancora legato alla scultura verista tipica della fine del XIX secolo, Domenico Rambelli intraprende un affascinante soggiorno nella vivace Parigi. Questa esperienza gli permette di scoprire l’opera di un grande maestro, Auguste Rodin, il cui genio artistico lascia un’impronta indelebile sulla sua anima creativa.

La prima guerra mondiale:

All’inizio della Prima guerra mondiale, l’artista originario di Faenza si arruolò come volontario con grande entusiasmo, ma purtroppo venne presto congedato a causa di una ferita grave che subì. Tornato a Faenza nel 1919, ricevette l’importante incarico di insegnare Plastica ornamentale presso la prestigiosa Regia Scuola di Ceramica di Faenza, e mantenne questo ruolo di grande responsabilità fino agli anni Quaranta.

Durante gli anni Venti, Domenico Rambelli si affermò come uno dei principali protagonisti della corrente artistica che propugnava un ritorno all’ordine nella scultura. Le sue opere si distinguevano per la monumentalità delle forme, linee fortemente sintetiche e dimensioni imponenti. Si trattava di corpi scultorei che richiamavano l’arte arcaica, con la loro staticità e solennità.

Questa nuova direzione artistica di Rambelli raggiunse la sua massima espressione con le opere esposte alla Fiorentina Primaverile nel 1922 e alla Biennale di Venezia nello stesso anno. Durante gli anni Venti, gli vennero commissionati vari monumenti in memoria dei caduti, che si inserivano perfettamente nel contesto dell’ideale di ritorno all’ordine del Novecento. Egli espose queste opere nel 1926 alla prestigiosa esposizione della Permanente di Milano.

I primi successi:

Le sue forme sinuose e rotonde richiamano l’aura di sacralità delle antiche statue greche, con il loro sorriso arcaico e le membra possenti, reinterpretando anche il classicismo pittorico di Picasso.

Nel corso degli anni Venti e Trenta, Domenico Rambelli si distingue per il suo stile sintetico, le maestose volumetrie e l’equilibrio compositivo nell’uso del gesso o del bronzo, esponendo con successo alle Quadriennali romane.

Tuttavia, la fama dello scultore è principalmente attribuibile alle numerose commissioni ufficiali e di ispirazione fascista che riceve fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Negli anni Cinquanta, la sua attività scultorea si riduce gradualmente, concentrandosi principalmente su opere monumentali e funerarie.

Nominato Accademico di San Luca nel 1960, Rambelli trascorre gli ultimi anni della sua vita nel suo studio romano, fino alla sua morte nel 1972, all’età di ottantasei anni.

Domenico Rambelli, il rinascimento dell’eleganza: un’opera scultorea che l’arcaicità e il monumentalismo.

Nella fase scultorea iniziale della sua giovinezza, Domenico Rambelli entra nel circolo artistico che ruota attorno alla figura tormentata di Baccarini, dando vita a un periodo ricco di significative esposizioni.

Nel 1906, nella prestigiosa mostra milanese dedicata al Traforo del Sempione, Rambelli presenta il suo disegno intitolato “La fornace” e due sculture in gesso, “Dramma” e “Sofferente”. Queste opere sono intrise di una fusione suggestiva tra il verismo e il simbolismo, creando un connubio carico di emozioni.

Successivamente, alla Biennale di Venezia del 1907, Rambelli svela un ritratto intitolato “Il mio maestro”, raffigurando Francesco Beltramelli. Questa scultura già evidenzia forti richiami all’estetica dell’incompiuto, simile a quella enigmatica e affascinante di Rodin o Medardo Rosso, due artisti che Rambelli avrà il privilegio di conoscere a breve durante la sua permanenza a Parigi.

La sua personale visione poetica:

La poetica personale di Domenico Rambelli raggiunge il suo apice a partire dal primo dopoguerra, mostrandosi in tutto il suo splendore. Egli si fa protagonista di uno stile sintetico, caratterizzato da forme generose e ascetiche, che trasmettono un senso di fissità ieratica. I suoi monumentali corpi richiamano un primitivismo puro e primordiale, che si ricollega al presente attraverso la scelta di soggetti tratti dalla realtà.

Esempi di queste evoluzioni artistiche si possono trovare nelle iconiche opere presentate alla Fiorentina Primaverile del 1922, come “La portatrice” e “Il canto”, così come nella “Piccola Susanna” esposta alla Biennale di Venezia dello stesso anno.

Nel 1927, Rambelli realizza il Monumento all’aviatore Baracca per Lugo di Romagna, inaugurato nel 1936. Altrettanto significativo è il Monumento ai caduti di Brisighella, che vede la luce nel 1928 attraverso la figura del “Fante che dorme”. Il modello di questa scultura viene presentato alla Quadriennale di Roma del 1931.

Nel 1939, Rambelli è nuovamente presente alla Quadriennale di Roma, dove gli viene dedicata una sala personale. Qui espone tredici opere, tra cui spiccano:

  • Fanciulla che canta;
  • Il re imperatore;
  • Eroe del mare;
  • Signorina M.C.;
  • Uomo malato;
  • Duce armato.

Tra le sue creazioni più celebri della Quadriennale del 1943, vi è la “Medaglia d’oro Bruno Mussolini”.

Nel secondo dopoguerra, Domenico Rambelli si dedica alla sistemazione della cappella di San Francesco d’Assisi nella Basilica di San Eugenio. Poco dopo, si impegna nella realizzazione del Monumento funerario di Francesco Balilla Pratella nel cimitero di Lugo.

 

Domenico Rambelli la Romagna o Portatrice 1920
Domenico Rambelli la Romagna o Portatrice 1920

 

 

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