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LE QUOTAZIONI di Bruno Croatto
Bruno Croatto, il celebre pittore, è particolarmente apprezzato a Trieste e a Roma, ma la sua influenza si estende a livello nazionale grazie ai suoi dipinti che evocano la magia del Realismo Magico. Le sue opere incise sono quotate in un range che va dai 50 ai 200 euro. I bozzetti e i piccoli dipinti ad olio su tavola, spesso legati a soggetti unici, hanno generalmente un valore compreso tra 800 e 1.200 euro. La stessa valutazione si applica ai quadri del suo primo periodo, caratterizzati da elementi simbolici o da un realismo più accessibile.
Tuttavia, i prezzi delle opere di Bruno Croatto aumentano significativamente per quelle create negli anni Venti e Trenta, specialmente quando mostrano una meticolosa attenzione ai dettagli, una caratteristica distintiva dell’arte di Croatto. In questo caso, le valutazioni variano solitamente tra 2.000 e 4.000 euro. I capolavori, naturalmente, possono raggiungere quotazioni ancora più elevate.
Dato che molteplici variabili possono influenzare il valore delle opere d’arte, ti invitiamo a contattare la nostra Galleria. Siamo tra i massimi esperti di Bruno Croatto, avendo realizzato una mostra monografica dedicata a questo straordinario artista. Siamo pronti a fornirti ulteriori informazioni e assistenza nella valutazione delle opere d’arte di Bruno Croatto.
Si ricorda che il valore di un dipinto scaturisce dalla combinazione di diverse variabili come, l’anno di realizzo, i soggetti raffigurati, lo stato di conservazione dell’opera.
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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.
RIEPILOGO QUOTAZIONI BRUNO CROATTO
| Tipologia opere | Dimensione | Quotazione |
| Olio su tela | piccole | 1.000 – 2.000 Euro |
| Olio su tela- Vedute orientali | medie | 2.000 – 4.000 Euro |
| Olio su tela – Scorci di Venezia | grandi | 4.000 – 8.000 Euro |
| Opere grafiche | medie | 800 – 1.200 Euro |
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BIOGRAFIA DI BRUNO CROATTO
Bruno Croatto, nato a Trieste nel 1875 e scomparso nel 1948, ha plasmato il suo percorso formativo iniziale nelle atmosfere artistiche di Trieste, seguendo le orme del rinomato pittore di paesaggi Giuseppe Garzolini.
All’età di sedici anni, intraprende un viaggio verso Monaco di Baviera, dove il suo bagaglio artistico si arricchisce ulteriormente grazie all’Accademia di Belle Arti locale. Qui, il suo maestro è il celebre pittore tedesco Gabriel Von Hackl. Tuttavia, il cuore di Croatto si indirizza principalmente verso l’impressionismo e la pittura dei maestri italiani e fiamminghi del Quattrocento.
L’Arte tra Pennello ed Incisione
La sua perizia artistica si concentra inizialmente su dipinti che raffigurano figure umane, paesaggi e nature morte di fiori. Rientrato in Italia nel 1897, espone con regolarità alla Biennale di Venezia fino al 1924. Curiosamente, mentre i suoi primi lavori erano caratterizzati dall’uso di oli e pastelli, Bruno Croatto si dedica in seguito quasi esclusivamente all’arte dell’acquaforte e dell’acquatinta.
Tuttavia, il vero punto di svolta avviene nel 1908, quando visita Orvieto e fa la scoperta dell’incisione. Da quel momento, questa tecnica diventa il centro focale della sua carriera artistica per il resto della sua esistenza.
Il Trasferimento a Roma
Nel 1925, Croatto si trasferisce a Roma insieme alla sua compagna. Qui, continua a esporre opere in Italia e all’estero, accumulando numerose mostre personali di grande rilievo.
Negli anni Trenta, fa ritorno all’utilizzo dell’olio, dedicandosi prevalentemente ai ritratti e alle nature morte. Emergono influenze del Quattrocento italiano, in particolare di Antonello da Messina, con figure luminose e definite emergenti da sfondi neutri, dotate di un realismo quasi magico. Mentre all’inizio Croatto era identificato con l’impressionismo, ora la sua arte è permeata dalla oggettività della realtà.
Il Rinascimento e i Viaggi attraverso l’Italia
Durante gli anni Trenta, una serie di viaggi in tutta Italia gli consentono di immergersi profondamente nello studio del Rinascimento. Assomiglia sempre più a un pittore del Cinquecento, creando ritratti di chiara ispirazione classica, con pose luminose e dettagliate. I suoi sfondi chiari mettono in evidenza profili eleganti, incredibilmente realistici e attentamente dettagliati.
Lo stesso approccio si riflette nelle nature morte, immerse in ambienti rarefatti, quasi surreali per la loro sterilità agli occhi dello spettatore. La sua pittura levigata e il tratto nitido non lasciano spazio a sfumature e ritraggono figure presenti e plastiche, evocando l’immagine di antiche statue.
Questo stile conquista il pubblico e la critica, permettendo a Bruno Croatto di godere di successo fino agli anni Quaranta, quando, purtroppo, si spegne a Roma nel 1948.
Bruno Croatto: Esordi nell’Impressionismo
L’influenza tedesca è evidente nei primi lavori di Bruno Croatto, caratterizzati dall’impressionismo. In particolare, il pittore tedesco Max Liebreman (1847-1935), con i suoi paesaggi cangianti e atmosferici, ha un notevole impatto sulla produzione iniziale di Croatto.
Accanto ai paesaggi, emergono subito le nature morte e i dipinti di figure umane, che costituiranno la sua espressione artistica più raffinata. Al suo ritorno in Italia nel 1897, partecipa alla Biennale di Venezia con “L’eletta”, in cui il suo tratto pittorico diviene vibrante e ricco di contrasti cromatici.
L’Arte dell’Incisione
A partire dal 1908, Bruno Croatto si avvicina all’arte dell’incisione, che diventa la sua tecnica preferita. Nel 1909, all’esposizione di Rimini, presenta cinque opere grafiche caratterizzate da un segno delicato e sfumato, pervase da un sentimento simbolico diffuso e sospeso. In altre parole, Croatto inizia a sperimentare con l’incisione come mezzo espressivo, mettendo in mostra il suo talento artistico.
Tre anni dopo, alla Biennale di Venezia, espone due acqueforti, “Ponte della guerra” e “Campiello della guerra”. Dopo di che, nel 1914, presenta l’incisione “Narni” e l’olio “Natura morta”. Questo gemellaggio tra produzione incisoria e pittorica continua fino agli anni Trenta, con opere come “Venezia”, “Motivo biblico” e “Notturno”.
Tuttavia, tra le opere incise più significative figurano “Salomè”, “Il calvario”, “I funerali di Attila”, “La regina di Saba” e “Il covo dei pirati”, tutte esposte con successo alla Biennale del 1924. In conclusione, Bruno Croatto ha dimostrato di essere un artista eclettico, capace di eccellere sia nell’incisione che nella pittura, soprattutto durante gli anni Venti.
Ritratti e Nature Morte: L’Oggettività Profonda
Ciò che rende distintive le opere di Bruno Croatto degli anni Trenta è la loro netta e profonda oggettività. I ritratti e le nature morte sono presentati con un tratto quasi iperrealistico, in cui ogni dettaglio della composizione assume un valore cromatico e plastico unico. In altre parole, la sua abilità nel rappresentare soggetti come “Fanciulla romana”, “Limoni” e “Natura morta” alla mostra del Sindacato laziale del 1930 è evidente.
Per esempio, molte delle sue opere degli anni Trenta e Quaranta si avvicinano al movimento tedesco della Nuova Oggettività o al gruppo italiano dei Moderni Pittori della Realtà. Tuttavia, questo approccio trova risonanza in mostre personali a Roma nel 1930 e a Parigi e Praga, dimostrando la sua versatilità artistica.
Dopo di che, in questo periodo, spiccano dipinti come “Wanda Croatto Chersi”, “Rose”, “Donna in poltrona”, “Autoritratto nello studio”, “Ritratto di giovane donna in abito nero” e “Ritratto di Igea”, molti dei quali sono conservati nel Museo Revoltella di Trieste. In conclusione, Bruno Croatto ha lasciato un’impronta significativa nel mondo dell’arte con la sua oggettività e versatilità artistica, dimostrando soprattutto la sua abilità nel catturare la bellezza della realtà in modo straordinario.
Esercizi di Stile e Magia Cromatica
Per Bruno Croatto, l’uso del colore è spesso un esercizio di stile. Soprattutto, il suo abbinamento tra il nero e il rosso crea una magia cromatica che consente di trasmettere la lucentezza e la materialità di oggetti come bottiglie o vasi. In altre parole, come un pittore del Seicento, analizza ogni dettaglio nelle nature morte. Dopo di che, dal fiore appassito all’acqua che scintilla nel vaso, alle perle appese al collo di una donna, illuminata abilmente da una luce improvvisa e giocosa.
Il realismo misterioso e magico presente in alcune delle sue composizioni statiche e solenni richiama i grandi maestri del Rinascimento. Quindi, ciò evidenzia il suo stretto legame con la natura, studiata e osservata in modo meticoloso. In conclusione, Bruno Croatto è un maestro nel creare opere d’arte che catturano l’essenza e la bellezza del mondo circostante.
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